tirino su uno sbuffo, irato ed impaziente, per scrollarsi di dosso qualcosa e la lampada si accende su di un'opera limpi· da e vigorosa... eppure solo da episodi sporadici, neH'insie· me, l'album rislllta essere davvero eccellente, nella lunga, melodiosa struttura sax,mello• tron-,percussioni di « Dream Gerraro ", nelile frasi arruginite e filanti di «Graiveyard People» e nel cambiar·e stesso dell'organico (non riportiamo note di copertina), ancora una e poi basta ... •la splendida « Love». M. B. John Derwer: BACK HOME AGAIN (RCA) E'strano come l'Ameri·ca crassa ed imbecilile dell'Esorcista sappia e possa amare artisti di tale fnagilità, di tanta dol-ce costanza e disarmante pulizia ... Denver non c'entra nulla con lamenika tranne che con i,I paese contadino di duemila anni fa, tranne che con le montagne pure dii quan.do... di lui è stato scritto da Carlo Basi,Je: « La montagna ...: la cattedrale del si•lenzio, rappresenta per Den· ver l'unica oasi di salvezza dove rifug<iarsi. . "· Del Denver di « Back Home Again » poco altro da aggiungere, se non !'al• •lontanarsi costante deMa componente « real,tà ., della vita quotidiana, nel rifiuto cosciente, ma anohe impotente, della sua sporcizia sociale. M. B. THE WHO: ODDS ANO SODS (RCA) Quando si dice della musica giusta, fatta per le strade e cantata a squarciagola, quando è il suono di un'intera generazione ad urlare, quando questo giunge dalle barrica·te, o dagli s·lums, o dall'esperienza in joint, quando è il rok vero a gioire deMa propria essenza libertaria ... The Who, unici nella storia anglosassone ad incarnare ancora il mi·to, o la tragedia del mondo rocker, dell',uscire dal fetido sl1Jmo del correre per strada dopo la scuola innegg,iando col cuore a se stessi o ai compagni. .. T1he Who come canti di un'intera generazione che non abbiamo visto che di niflesso, ogni passo del suono preso per forza, distonto nella lot-ta conpo a cor.po contro la fetida puli,zia delle istituzioni. The Who hanno cantato di Tommy e dei ragaz2:i in lambretta, borchie argentate e coltello a!Ja mano non per scherzo che è i'iimmagine precisa di quanto il '50/'60 è s•tato per molti, forse l'use-ire anche attraverso queS1i mezzi violenti dal ghetto ideologico dal na:;conder,s,i dietro le quinte della famiglia e della religione nell'arrlvare al fumo ed alla comprensione lucida prima con il seme deMa rivol1à poi con la consapevolezza e la ri.costruzione... come il suono che questa stonia generava ed ora continua a vivere con l'immagine bianca saltata sul legno del pa,rco, di Townshend, il microfono in volo •di Daltrey e ... non compiacimento né tristezza per i1I vecchio tempo, solo •la giusta volontà d•i respirare aria pura t,ra le mura di Londra e la carta,meta,110deMa borgata ... ODDS & SODS ir,,cre· drbile a ri,portar.ci ad « Happy Jack» con le parole simi,li e pure di quel periodo, sino a «Quadro» nella gioia triste di una morte - generazione che pare inevitabi•le, da evitare - maledizione. The Who a confenma del mito, il resoconto di fiamme di purezza che ritroviamo in un epoca postbeatlesiana fondamentale: « l'm The Face .., « Naked Eye .., « Long Live Rock», perché il grido torni a battere seccamente sulla spalla di tutti e confondere quelle piccole, insinuan,t,i idee d•i darsi un po' di calma di guar.dare alle cose con maggiore pazienza, no, bisogna uscire di nuovo in mezzo al popolo « Pure And Easy » a vibrare nell'ultimo frangersi d,i chi· tar,ra e voce ad imperio ed a saltelli, questa è la guida pratica per il suono deg•li anni '60, peccato solo che al rock di oggi man-chi giusto quel po' di forza per car.celilare la città dei suoi nemici, per dare al sistema un al1ro definitivo colpo di catapulta ... The Who dimostrano da sempre di avere una mira inferna·le... per dare chiaramente gioia, consapevolezza e nuova forza. Un album da romantici della barricata. M. B. CANZONIERE DEL LAZIO LASSA STA' LA ME CREATURA (ln1ingo) Sconcefl!ante, un disco ottimo abbon-dante fatto in Italia! Il critico esulta, dopo ore di insul• ·saggin,i su novità a 33 giri, daJI tetro '(inil spunta una bianca luce. M critico asco-Ila e riascolta, pensa e rlpensa, scri,v,e e cancella e pon~i•fica: « è 'na svolta! ». 1,1ori1ico non vorrebbe essere tale per poter d,i-re sol-tanto: « finalmente un b·el disco! un bel disco, e basta•. Invece no deve di,re. Si di-rà di Lassa stà la me creatura delle sue svariate meravlglie, perché sono svariate. Stiamo es-a,minaNdo i-I caso, speC'iale e so11'1e,della seconda fati,ca discogra~ica del Canzoniere del Lazio, gruppo più ,precisamente romano, unico nel suo genere nella naz-ione i-ntier-a. 1,1gener,e? Dopo intricate vici•ssi•t1Jdiniil Cdl ha trovato una propria dimensione ,precisa in un'operazione di rie- •lat>orazione deUa popolar canzone. Il ,primo lp, Quando nascesti tune, dunque, è un punto di partenza. Il punto di partenza. La musica popolare italiana è presa, amata, studiata, ripro,posta e infine rielaborata. E ognuno dei sette del Canzon•iere ci butta dentro se stesso, in una contaminazione personale non canonica ma rispettosa, rispettosissima vorremmo d,i,re dell'essenza, del ,punto di par• lenza. Ed è una nuova musica quella ohe esce, popolare, sì popolare ma secondo un concetto allangato, oppure sQlfo non sclero1ico. E se la chitarra sar.da di Su Gravellu Arrubiu (il garofano rosso) si confonde e dialoga con la chi,tarra elettrica distorta, è solo nuova musica ,popolare, ed è rispetto per la « vecchia » musica popolare non cons•iderarla una cosa da studio ma un fatto vivo che ,può esprimere qualcosa anche per i non ad<letti. E se i Canti a Mete di Barbarano danno spazio a<l una stupenda improwisazione free tra sax-soprano e sax-tenore che c'è di male? Solo bene da certa musica. E se gli Aktuala suonano le « notti marocchine " e sono dolci e tribali, i-I Canzoniere del Lazio suona le " nooti italiche » di campagna e città. Il ori1i•covorrebbe tessere ·lodi ad ogni suonatore, ma si li·mi1a a ,pro.ferire di ori·ginalità di suono (sound per gli intenditori!), di otti,ma musica d'insieme e di a solo rerf,etti e imensi, mai eccessi-vi o i-ncauN,o effettistici, bensl bizzarri e rupes1ri. Mai il critico sentl, neMa sua critica vi1a, una voce co,me quelila di Piero Brega ,ohe è da,wero stra;volgen,te. L'l1alia, ~ paese d·el bel can,to che da anni non sa più cantar e, ora canta, e cama proprio. E se i,n un primo momento il critico era stato mal'impressionato daH'eccessi• va presenza delle percussioni e d8'I basso, ora s.copre nuove e colorate bellezze in questi -ritmi insistenti e cosi via. Cosi tra ·sa1ltarelJ.ei processio.n i, tra organetti e V'iolini il critico si perde e s--tuma. NEW YORK DOLLS IN TOO MUCH TOO SOON (Meroury) p..m.r. Il processo di metamorfosi dei Do,l•lsvo.lge o~mai al com,pirnento e al più •pres.to non ci sarà più a,Jcuna differenza fisico-canora tra JoHansen e Jagger. Cr-edo proprio che sarà una gran bella sod,dis1azione per questo decadente zuzzurehlone quando riuscirà a creare musica nella con,v~nzione di essere il suo ido1o. Disco consiglia,tissimo per te- t ste da ballo in cantina come ai tempi di Between the Buttons. Purtroppo quell'epoca ormai esiste saio nella brocchetta deHcata di, JoHansen e C. D. M. * muzalpk • 37
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