LIBRI CINEMA GINSBERG GINSBERG GINSBERG PESARO: Ginsberg prende il National Book Award nel 1974 e manda Peter Orlovsky a ritirarlo, Ginsberg fa otto ore di meditazione al giorno con un lama tibetano, Ginsber,g si costruisce una capanna con Gary Snyder e Peter Orlovsky nella Sierra Nevada, Ginsberg gira come un antico Troubadour da un reading all'altro d'America e d'Europa, e scrivere? Quando le scrive, le poesie? Le scrive tra una presenza politica e l'altra, tra una petizione per i carcerati politici e una protesta contro la censura, in aereo sul vecchio album rilegato che gli .fa da diario e in macchina ,su qualche registratore, la notte quando finalmente il telefono tace e di giorno quando gli amici sono occupati a mangiare. Così nel 1972 sono uscite quattro racéolte delle sue poesie. In Italia non si •conoscono ancora: di Ginsberg in Italia si conoscono finora Testimonianza a Chicago (Einaudi 1972), Jukebox ali' Idrogeno, con Howl e Kaddish (Mondadori 1965), Mantra del Re di Maggio con Planet News e Reality Sandwiches (Mondadori 1973). La prossima cosa che uscirà in Italia sarà la ,sua introduzione a Visions of Cody, il superatteso libro postumo di Jack Kerouac che stJa per uscire per l'. Arcana Editrice. Ginsberg l'ha scritta a Denver nel 1972, ricavandola da un lungo brano di diario che invecé ha pµbblicato completo sulla rivista « Mulch • e ora in forma di volume insieme ad alcune lettere di Neal Cassady. Mentre scriveva questa introduzione, in America sono usciti, tutti nel 1972, The Gates of Wrath (Grey Fox Press), lron Horse (The Coach Hourse Press) e Bixby Canyon Ocean Path Word Breeze (Gotham Book Mart). The Gates of Wrath 11accoglie un g11uppo di poesie giovanili 1948-1952, introdotte da una lettera 1949 di Ginsberg a William Car,los Williams dove Ginsberg mostra già l'intenzione di riprendere la massima del poeta/medico Williams: No Ideas but in Things (Non ci sono idee fuori dalle cose, e concluso da una nota nella quale l'autore fa la storia delle varie poesie. Le poesie sono ispirate dalla lettura .dei primì manoscritti di Kerouac o sono eroticamente dedicate a Neal Cassady o sono composte in collaborazione con Kerouac: Ginsberg vi ha usato lingua e modi classici, con rime regolari, che nel 1968 (quando ritrovò il manoscritto ormai considerato perduto) riprese dietro insistenza di Bob Dylan per comporre testi da accompagnare con la chitarra. La conclusione del libro contiene anche la 42 La lapidaria risposta di William Carlos Williams alla lettera del giovane poeta: « In questa forma la perfezione è fondamen- • 11 tale». & donna neorealismo Iron Horse è una lunga poesia scritta nel luglio 1966, vagamente echeggiante il suo superbo Wichita Vortex Sutra: una lunga carrellata a sfondo contestatario su una vasta zona d'America, in un « tono» che fa da legante a The Fa/I of America. Bixby Canyon Ocean Path Word Breeze è una poesia relativamente breve scritta nel 1971 e pubblicata con una serie di fotogmfie di William Webb. Le fotografie rappresentano Bixby Canyon, la località della California dove Ferlinghetti ha la sua cabin: Kerouac andò a trascorrervi un breve periodo disperato nell'estate 1960 (lo descrisse in Big Sur) e infatti la poesia contiene un commosso ricordo dello scrittore ed è preceduta e conclusa da alcune frasi di Big Sur descrittive della zona. A qualcuno interesserà fare un confronto fra le descrizioni di Kerouac e quelle di Ginsberg. La poesia è inclusa in The Fa/I of America, che comprende le poesie 1965-1971: quelle che Ginsberg ha· letto e quelle che ha cantato accompagnandosi all'armonium nei readings americani e europei di questi ultimi anni. The Fall of America rimane il libro più fitto di poesie pubblicato da Ginsberg a tutt'oggi e il Premio Nazionale del Libro 1974 ne è un riconoscimento ufficiale che Ginsberg ha accettato con naturalezza e distacco: la stessa naturalezza e lo ste5so distacco con la quale ha rifiutato contratti succulenti di grandi editori per restare fedele alle piccole case editrici senza soldi e senza allori e al vecchio editore/compagno Ferlinghetti che contratti non gliene ha mai fatti ma dopo avergli sentito leggere How/ al lontano reading 1955 gli ha mandato un telegramma ripetendo la frase che Emerson scrisse a Whitman quando uscì Leaves of Grass. Fernanda Pivano Forte, espressiva, superba, ma in realtà personaggio di sfondo o di sostegno all'uomo protagonista che lotta per una società diversa: questo è il prototipo del rapporto uomo-0onna prevalente nel circuito cinematografico neo-realista, di cui quest'anno a Pesaro in occasione della mostra internazionale del nuovo cinema si è avuta un'ampia visione. Perché proprio l'analisi della figura -femminile nel cinema neo-realista? In fondo per comprendere come, dopo anni di dittatura fascista e di liberazione dal nazi-fascismo mediante la lotta partigiana, la donna si sfa evoluta anche a livello cinematografico. Lucia Bosè, Elena Varzi, Anna Magnani sono i nomi ricorrenti delle protagoniste dei film di questo periodo: Una rara eccezione per l'attrice Anna Magnani, che è tra le poche forse che ha avuto ruoli esclusivi (vedi « L'onorevole Angelina» e molti altri), ed è stata il prototipo della donna popolana vista attraverso l'obbiettivo di una realtà storica e sociale, di una Italia sconvolta dalle macerie e dal disastro economico. Le altre attrici sono soprattutto « proiezioni » di una coscienza diffusa del periodo, ma prive di autonomia, legate anche nelle loro lotte e ribellioni ad un uomo che sempre le emancipa, che ha quasi valore di « terra promessa », ~appa di assaggio senza cui non è possibile andare avanti Certo un progresso (se così si può definire) nella storia del cinema, la donna lo ha avuto: almeno nel cinema neorealista essa è un essere pensante mentre in precedenza era aggiogata a ruoli inneggianti la lussuria e il piacere oppure un esser sognante tra i « telefoni bianchi». A questo punto è necessario menzionare un minimo di storia del personaggio femminile cinematografico fino all'approdo del neorealismo. Per prima ricordiamo la «donna-liberty», la Francesca Bertini « voluttuosa, bramosa di uomini, perfida in ogni suo atteggiamento, ipoçrita e crudele• n:ia in realtà, dietro una veste di superficiale « emancipazione » era oggetto di richiamo sessuale, di « piacere» per esprimersi come D'Annunzio con le sue leggi; invece l'introduzione nel cinema del sonoro trasforma la donna di celluloide da oggetto del muto, mimico, tragico, in oggetto del sonoro. Il suo dialogo ha spunti di retorica e banalità: infatti siamo nel periodo del cinema dei telefoni bianchi in cui scivola la retorica del· fascism0, e le influenze dell'ideologia nazista del
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