notte, sarebbe nell'utopia dell'omosessualità, intesa come forma d'amore infantile, cioè pura e incorrotta. Non ci interessa, in questa sede, sollevare dei problemi filologici se questo sia il senso dell'omosessualità nel libro. Né ci interessa analizzare la validità freudiana di una simile analisi che metterebbe in troppo stretto e meccanico rapporto infanzia-purezza-omosessualità Crediamo invece che nell'ideologia omosessuale di Pasolini si celino almeno due ambiguità. Da una parte ci troviamo di fronte a una purezza di classe (i diseredati, i senza storia, una sorta di sottoproletariato eterno) che stride con questa pretesa purezza sessuale. E' troppo facile, e tropo conveniente per i padroni tutti, far credere che il sottoproletario è omosessuale perché ha fondato una nuova morale. In realtà è omosessuale perché l'unica cosa che possiede (oltre alla fame) è il suo corpo. Non esistono ragioni morali, ma ragioni materiali ben precise. D'altra parte in Pasolini, e ci scusiamo se cadiamo in facili psicologismi, l'omosessualità non ci appare tanto come pretesa d'amore universale, ma come profonda misoginia e paura del mondo esterno e diverso. Cioè, alla fine, rimanere interni a una logica individuale e fare i conti solo con se stessi e con le proiezioni di sé. L'IDEOLOGIA DEL MISANTROPISMO La salvezza del mondo è, dunque, nell' individualismo. La disumanizzazione è superata nella negazione della socialità. L'età di Saturno, tanto vagheggiata, sarà segnata dal ritorno all'indietro, ognuno chiuso con se stesso, a fare i conti solo con se stesso, sorta di ermafrodita intellettuale. Il recente attacco portato da Pasolini contro i giovani d'estrazione borghese o piccolo-borghese (fascisti senza tante distinzioni) ha riportato alla luce esattamente questa problematica. Questi giovani così odiati da Pasolini sono poi gli stessi, se non erriamo troppo, che, con le contraddizioni e le ambiguità che sono parte irrinunciabile della storia, tentano faticosamente di costruirtÌ\ nuovi rapporti e una nuova società. Quelli che se ne fregano dei prudori naif _ e vogliono un uomo nuovo non perché cretino e rimbambinite, ma anzi perché sempre più intelligente. Di ecologi ne abbiamo tanti: da quelli che salvano la natura dopo averla distrutta in nome del profitto, a quelli che invocano moralizzazione della politica dopo aver campato mill'anni su mafie e intrallazzi. A quelli infine che disprezzano progresso, ragione e cultura dopo aver vissuto e vivendo tutt'ora proprio di queste cose. Giaime Pintor ,,.,.....1 I I Un'immagine del film « Fiori delle Mille e una no/te» 39
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