COSTUME Ad personam E' vero: gli attacchi condotti contro un singolo personaggio non portano a niente. E rischiano di cadere nel personale, nel pettegolezzo, di non essere, come si dice, animati da spirito libero e indipendente. Ma a parte il fatto che il cosiddetto spirito libero e indipendente è il famoso paravento dietro cui si nascondono i santoni del dico-e-nondico, credo che la figura di Pasolini (malgrado il suo misantropismo tinto di reazionario) sia emblematica, anche • se estremizzata, delle grosse contraddizioni (speriamo mortali) dell'intellettuale borghese che non capisce più il mondo. E così nel rendere omaggio a un grande cantore, un poeta di genio e un regista che fu voce nuova e felice, fingiamo di credere ohe dal '68 in poi Pasolini giaccia nel cimitero di Prima Porta, nella fossa dei poveri e che al suo posto si sia intrufolato un vecchio intellettuale certo della sua inattaccabilità, geloso dei suoi previlegi. Fingiamo di no·n vedere, o almeno di non attribuire a quel Pasolini, le fughe indecorose, la paura dipinta nelle parole del geriio che tramonta inarrestabilmente con la sua classe, il dissolversi 38 del pittore di un sottoproletariato che va scomparendo sommerso da quella grande speranza che si chiama coscienza. LA TRILOGIA DELL'INVOLUZIONE Ci sembra giusto partire dall'ultimo film, uscito in questi giorni. Anche per• ché non dimentichiamo che « Il fiore delle mille e una notte» chiude la trilogia dell'erotico-classico cominciata con il Decameron e proseguita con Canterbury. Né sottovalutiamo il carattere di « manifesto » che il cinema di Pasolini ha sempre avuto, e che, con gli ultimi lavori, è diventato la molla quasi unica del far cinema: la necessità spasmodica e paranoica di giustificarsi e creare scalpore, di dire una parola definitiva sul mondo e sulla storia. In tutti e tre i film, comunque, serpeggia in un crescendo ben percettibile un'ideologia di fondo: il richiamo a un pre-capitalismo di maniera, forzato e non storicizzato, ma vissuto in chiave fiabesca. Così il sesso, l'unica cosa che, nella sua forma generalmente omosessuale. esce unico trionfatore, è in realLà un sesso senza storia e senza classe, un elemento per sé, un comun denominatore metastorico. In realtà soprattutto nel Fiore delle mille e una notte l'ideologia trionfante è quella di dar credibilità a un mondo da « buon selvaggio» come unica risposta a una società disumanizzata come la nostra. Una sorta di neo luddismo a sfondo erotico caratteristico degli intellettuali delle classi in decadenza. L'esempio dei poeti della tarda romanità è, in questo senso, classico. Ma i rapporti nuovi, crediamo, sono conseguenza non di un ritorno all'indietro, ma di un progresso profondo. Se il mondo è marcio, ci dice Pasolini, la sua salvezza e nella semi-barbarie incosciente, nelle epoche lontane e nei paesi lontani, paesi ed epoche lontane e nei paesi lontani, paesi ed epoche, com'è noto, che come controaltare alla presunta verità dei rapporti si fondavano su rapporti di produzione basati sullo schiavismo. L'IDEOLOGIA DELL'OMOSESSUALITA' Qualcuno ha sostenuto recentemente che il senso stesso delle Mille é una
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