• • 1nt1 illimani E' passato un anno dalle sconvolgenti giornate del settembre 73, un anno di ripensamento e di lotta. Ieri circa un milione di compagni hanno sfilato in corteo a Bologna, l'altro ieri centomila a Roma e altrettanti a Milano. E' innegabile chç questo colpo di Stato ci ha particolarmente toccati e impressionati, certe somiglianze tra la nostra reaHà e quella cilena sono fin troppo evidenti. Chi non ha sentito l'esperienza di Allende e di Unidad Popular, nonostante certe riserve profonde sulla « via nazionale • e sul,la « via pacifica » al ,socialismo, come un momento di crescita reale della possibi<lità rivoluzionaria? Chi, anche dietro l'ostentato scetticismo, quasi scaramanzia, non nutriva una profonda speranza sulla buona riuscita di questa prima esperienza di conquista del potere a~•traverso la via « lega36 ' ~ ,,, "' ., ~ -.: ...., ~ o f... (.) ... ~ litaria e pa11lamentare »? E chi dal settembre scorso gior.no per giorno non ha vissuto la ,sconfitta dell'allendismo come una sua propria, una nostra (del movimento operaio e rivoluzionario). sconfitta? Sarà· ,una profonda convinzione nell'internazionalismo proletario, sarà l' idea, il timore e la coscienza di un possibi.Je golpe italiano, sarà, foPSe, lo sforzo di superare lo sterile ombelicale solidarismo, comunque, a un anno di distanza, sentiamo fa lotta al fianco del popolo cileno come uno dei momenti portanti di una crescita politica imprescindibile, come una reale alternativa di classe. Sappiamo che non è su queste pagine che si può portare avanti una seria e ,profonda analisi su· quattro anni di lotta di classe in Cile, isui limiti dell'esperienza di Allende, sul ruolo del MIR, sul ruolo dell'America Latina all'interno della complessa scacchiera del potere mondiale, sull'imperialismo, eoc. Ci -limitiamo a considerare quell'aspetto dell' espressività di un popolo che fa parte del nostro specifico e più particolare campo di interesse e intervento, convinti di contribuire a un' azione molto più vasta di intervento politico che dalle piazze, alle fabbriche, alle scuole, coinvolge chi crede in una realtà internazionalistica e rifiuta uno stupido ritorno al civilismo e al falso democraticismo pre-Al!ende, considerando questa i>- sperienza come qualcosa di più vasto e profondo di una semplice utopia pacifista. « Ai tuoi piedi feriti arriveranno/le mani degli umili arriveranno/ per seminare/ La tua morte molte vite porterà/ che verso tu andavi andranno/ cantando» (Victor Jara). Nella . generale repres-sione che dall'll settembre fino a .oggi ha colpito il popolo cileno, i golpisti di Pinochet e Frei hanno fatto di tutto per distruggere ogni autonomia popolare, ogni pos'~ibi.Je momento di espressività e quindi di comunicazione e di unità. Così anche la musica è stata vittima di un tentativo di totale distruijpne, per eliminare anche l'ultimo momento di autoidentificazione di un popolo, il momento più viscerale e legato all' espressione del sentimento della collettività e del singolo contemporaneamente e parimenti. La Nueva Cancion Chilena è finita con la morte della libertà, con :1 golpe, è stata distrutta in ogni suo aspetto, ha trovato il proprio patibolo nello stadio-lager di Santiago. Ma come la figura di Allende, l'idea di libertà e di comunismo sono sopra,vvisute alla criminale furia distruttiva della reazione, e anzi hanno. trotato nel dolore e nella disperazione della morte nuova linfa vitale, così anche la Nueva Cancion Chilena non si è spenta con il golpe, ma ha continuato a vivere nella lotta del popolo che resiste in patria e ha trovato nuova forza nel farsi conoscere in tutto il mondo per opera dei profughi e soprattutto di alcuni musicisti scampati al massacro. Così isono arrivate anche le notizie della morte di Victor Jara, della scomparsa di Juan Capra, di Angel Parra, della distruzione di tutti gli archivi sonori della Nueva Cancion Chilena, di tutto il materiale raccolto da Violetta Parra in anni di dedizione totale alla rivalutazione della musica popolare. E tristemente premonitrici sono suonate le parole finali del,la cantata Santa Maria de Iquique (sul massacro dei tremilaseicento minatori scesi in sciopero nel 1907): • Forse domani o dopo / oppure un po' più in là/ la storia che avete ascoltato/ nuovamente si ripeterà/Il Cile è un paese così lungo/mille cose possono succedere/ se non ci prepariamo risoluti a lottare ». Santa Maria de lquique è diventato il simbolo della sconfitta e della speranza, nel suo andamento grave e profondamente triste ha raccolto la dignità della dispemzione. « Arauco ha una pena / più nera del suo « chamal » / non sono più gli Spagnoli / quelli che lo fanno piangere / oggi sono gli stessi cileni I quelli che gli tolgono il pane / Alzati, pailahuàn! ». (Violeta Parra). La Nueva Cancion Chilena vive nel continuo rapporto creativo tra la tradizione riscoperta attraverso la ricerca e il nuovo impegno politico e sociale proveniente dalla coscienza di classe. In questo rapporto strettissimo t11apassato e futuro, nel profondo senso della storia che scaturisce dalla convinzione di un inarrestabile divenire, si forma questo movimento di musicisti proletari, intellettuali, che molto contribuiscono all'avvento di Unidad Popular. Violet-a Parra iniziò il lavoro di recupero e ricerca della musica popolare prima ancora che i partiti di sinistra dessero il via all' azione di difesa delle tradizioni autonome e autoctone del popolo cileno. La sua origine contadina, il suo aver vissuto sempre in estrema povertà, la tennero sempre legata sia al popolo della campagna che ai diseredati e ai proleta11i di Santiago. Fu Violeta Parra che portò nella capitale per prima, creando dietro di sé un movimento sempre più ampio, i balli, i canti, lo spi11ito della tradizione contadina che i canali di comunicazione del potere borghese cercavano di sopprimere e fare dimenticare. Fu un importante momento di nuova identificazione, nacque, in pratica la nuova canzone politica e la nuova dimensione culturale fortemente anti-USA e anticolonialista. Violeta Parra non poté vedere la vittoria del potere popolare, né ha conosciuto i tristi giorni del settembre 73. Violeta è morta suicida nella sua baracca al-
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