Muzak - anno II - n.12 - ottobre 1974

svol,ta nella storia musicale di Mingus, essendo il primo disco interamente suonato al pianoforte. avendo Mirigu,s ceduto il suo ruolo di bassista al bravo Doug Watkins. Gli altri partne.rs sono Roland Kirk, Booker Ervin e Jimmv Knepper ai fiati e il fedelissimo Dannv Richmond aMa batteria. Altra importarne novirtà del disco (novità, perlomeno, all'epoca deHa sua ,prima .p1.1bbMcazione) è che Mingus oltre a suonare •Mpiano, canta in tutti i brani. Di-re che canrta, comun• que, non &piega assolutamente nuHa; bisognerebbe dire che unla, grida e str-epi<tadissacran1do fu rlosamen-te tutto •ciò che vuole. Il di,sco, per sua &tessa ammissione, è stato concepito come una specie di liberazione da cert,e ossessioni musicali ,della sua Infanzia. I brani, infatti sono rtutti dei blues con frequenti ri,chlam-1alla tr.adi,zi0ne deMa musica da chiesa e alilo 'shout-holtler'. M tutto però ri1baltato grottescamente in un calderone ·crasso e blasfemo. I pezzi forti sono 'Hog callin blues', il blues di chi chiama il por-co, cantato con •la ,vocé rprovocatoriamen.te sporca di Mingus; •l'al1110blues soffocato, ,misto di saoro e profano 'Oh Lond don'rt !et them drop thai atomic bomb on me'; la gusto- ,sa rpa,rodia del·l'umorismo d.i 'Fats' Waliler 'Eat that chicken'; .e soprattu•tto 'E•colusiasticus' e 'Passions of a man'. Nel primo Mingus, dopo un ,prel,ud,lo musicale ironico, imrpersona ,un rt,rasolnante predicato,re invasato, egli stes•so poi ribeMe della sua condizione. Il seco11do è· un brano struttu,ra,lmen,teinconsueto per Mingus, e si potr-ebbe definirlo sperimentale se non f.osse per festrema coerenza che ha que- •sto col'lage informale di suoni, rtale da non rfcor,d-aremai certe stnidenti contraddizioni di certa avanguardia. 'Passions of a man' è un ritratto in1ormale, un ,coMages di emozioni, che inquadrano un uomo in questo caso In veste espressionistica di masctiera grottesca di se stesso. Bra;vissimi gli altri a farsi trascinare d•alla fortiss'iima personalità di Mingus, a raccogliere i suo·i sprazzi geniali trasfor- •mandoli in suoni. Tra tutN emerge decisamente il poliedrico multistrumentista Roland Kirk. g: C, SANTANA Santana's Greatest Hits (Columbia) Samba Pa Ti-pi,ripi piripì, Oye Como Va1parapà parapà! Signori, Santana con i suoi rii· mi latino-americani e la sua ,chitarra ammaliatrice, il Santana del periodo infuocato, Car,los capeMone ruotante at- •tor-no al momento d'oro woodstockiano. Ancora non c'era Sri Ohinmoy Kuman Ghose, ancora non c'era la noia del-le ultime prove e il terrore della tournée ital'i,ana. Santana diverrtente e in fin dei conti fiestoso e allegrotto mai troppo acido (fa male). L'ambiguità di un periodo, di una musica, di un uomo. Ora la celebrazione dei discografici, i successi racco:,ti per raggiungere ,le vette delle classi•Nche, per trovare ,un nuovo pubblico, p·iù grosso, adatto alle cose più semplici; perso ogni cerebralismo trionfa il semplicismo e una certa divertita grossolanHà4Parapà parapà. Comunque la coperti- 'la è s!L',;)enda e anc-he il disco al di là ,della insulsaggine di fondo, è piacevole e consigliabile a chi non avesse nulla del <buon bianco Canlo,s o avesse solo le recenti misticosi,tà. Brani tratti dal pr,imo Santana, da Abraxas e dal terzo Santana. p. m. r. ALFREDO BANDELLI Fabrica Galera Piazza (I Dischi del Sole) Con questo disco si rende giusNzia, finalmente, a un cantautore che per essere veramente un cantante popolare è sempre stato misconosciuto se non «,plagiato... Bandelli scrive canzoni che tutti cantano da circa dieci anni, senza mai manifestarsi come autore. Fin dai tempi •del .. Potere Operaio» pisano, che aveva tormalo un suo canoniere, Bandelli prestò le sue canzoni a ·chiunque perché le potesse usare. Cosl è stato anc·he quando è entrato in Lotta Continua, con P:no Masi ,già fautore del Canzoniere Pisano), che cantava tutte •le sue canzoni (La Ba/fata della Fiat e La Violenza sono ,solo i due esempi più famosi) •dicendo che si t-ra,ttava di " parole e musica del proletariato "· Solo che andava a finire che tutti pensavano fossero sue, mentre il buon Bandelli emigrava in Germania, o stava in galera o a fare il soldato, La particolare espressività •di Bandelili si caratterizza soprat,tutto nella capacità di scri,vere canzoni veramente popolar,i,, ovvero note che entrano subi,to nell'orecchio pur non essendo banali e orecchiabili, parole che nella loro sconcertante semplicità col,piscono e res-tano impresse e sintetizzano, in effetti, una situazione. Bande!Jii di «.professione .. ,può fare di tutto tranne il cantautore. Il suo cantare è innanzitutto un fatto politico. Coscientemente ,fa canzoni da usare e quindi le ,t~atta come più crede a seconda deMe necessità del momento, non pre· tende assolutamente di fare cose 1~ perenni ,,, « unive-rsali » o .. d'arte ». Tutto è legato a una particolare necessità politica, a occasioni precise, si può parlare veramente di canzone militante. Nonostante l'occasionalità di fondo, queste canzoni di Bandelli sono però sempre originali, sentite, mai tirate via, dettate da vera ispirazione e da una fiducia totale in ciò che si canta .. Certo Bandelli non è un esecutore tra i più navigati, è in.dubbo c,he potrebbe imparare a cantare le sue canzoni con maggior teatralità, il confronto con Pino Masi è istintivo e in effetti le interpretazioni del cantore « uffic,iale » di Lotta Continua sono più incisive per quanto più gigionesche. Comunque resta questa strana musica a volte cosl popolare che pare si tratti di canzoni « ,di anoni,mo », altre volte cosl r.affinata ne,!•le contaminazioni che pare opera di qualche in° Ìellettuale che studiatamente ha ,cercato certi mod•i e certe melodie. Si veda per esempio l'andamento weiliano di Delle vostre Galere un giorno, o l'ironia sincopata di E' mezzanotte, ecc. Un'ultima peculiarità di BandeHi è •di sapere fare le canzoni «strappalacrime .. senza mai sapere di retorico, o,vvero di riuscire ad espr,imere anche i sent:menti più semplici ma profondi con una natura11-ezzasconcertante, Cosl Partono gli emigranti diventa una delle canzoni più intense e trascinanti mai sentite. p. m. r. MENTRE LA GENTE SE CREDE CHE VOLA Gianni Nebbiosi (Intingo) ...smettete di credere in Marte e Giunone usando a preghiera la sola ragione (da Il testamen- •to di Ulisse). Do.po la prima esperienza con « E ti chiamaron matta » inciso per i « Dischi del Sole ... Gianni Nebbiosi ci si ripresenta con questo nuo,vo album inciso per la l·ntingo, una nuova etichetta patrocinata da Riki Gianco con ,propositi alternativi (e ben venga la Intingo). L'album racchiude nelle due facciate du!! aspetti della musica di Gianni: da una parte un repertorio di canzoni in dia•letto ,romanesco e dall'altra l•a produzione in italiano. Ad un esame globale il disco ci piace sia per quello che dice sia per il modo in cui con la musica e con una ,poesia asciutta e accattivante ciò è detto. Le convinzioni razionalistiche d•i Neb• bi osi straripano da tu,tti gli argini diventando continuamente musica (a dispetto di chi vuole la musica partorita dall'irrazionale) conc,retizzandosi in brani come il testamento di Ulisse dove l'eroe morente è folgorato dall'intuizione di un cavallo fatto di luce, simbolo dell'avvento della ragione che nega le divinità guerrafondaie, e anche in «La perversione logica» l',auspicio ad una nuova stagione d'illuminismo ricompone in versi di irridente ribellismo di chi di cer,te realtà è già cosciente, ma piuttosto stor,ie da 29

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