Muzak - anno II - n.12 - ottobre 1974

A qusto punto i Beatles potevano con i loro atteggiamenti cambiare il mondo discografico. In fin dei conti esisteva una ccmtraddrizione. Se il rock era, in realtà, il mezzo essenziaile del1la controcultura, perché era controllato dalle case discograf.iche che non sono altro che capitalismo? I businessmen stavano diventando grassi e 11icchi con i ricavi della rivoluzione. Questo scisma tra ideali e realtà ebbe inizio nell'estate del '67 in USA, a San Francisco, luogo di nascita della nuova visione, dove c'era ancora un'immensità di società produtnive e blocchi di assegni. Ma !',idealismo persisteva, il sentimento del cambiamento era inevitabile soltanto e se il potere poteva essere strappato dalle sue fonti triadi21ionali. Questa era l'ispirazione dietro la nascita della APPLE Corps, fondata nel febbraio del '68. All'•ini21io i Beatles ne avevano inteso qualcosa di più di una semplice casa disc_ografica. La Appie doveva essere all'avanguardia della r,ivoluzione britannica, a•l di fuori dèì normali termini del business. Appie era un'avventura da 1 miliardo di lire, investito in cinque direzioni: elettronica, films, edizioni, dischi e negozi. Già dopo pochi mesi comincia la p11ima crisi, e l'attività si restringe soltanto al settore strettamente musicale. Uno dei primi dischi Appie fili un album con una copertina in carta patinata bianca con una laconica dicitura in rilievo: « The Beatles », ed un misterioso numero di serie; all'interno due dischi con trenta brani, quattro grandi fotografie a colori di John, Paul, George, Ringo e un manifesto 0 collage. L'uscita a novembre dell'album segna l'evento musicale dell'anno: una abbondante cascata di suoni, armonie ed orchestrazioni. Alla mano dei quattro si aggiunge quella di George Martin, i cui bnillanti arrangiamenti gli danno di diritto :1 ~itolo di « quinto beat le». I trenta motivi si svolgono in un'ora e mezza di musica della più eclettica e disparata, di poesia chiara ed immediata, di testi allusivi, di significati e doppi sensi non sempre chiari, di prese in giro ed imitazioni sardoniche: tutto legato da un formidabile spirito inventivo dell'inconfondibile persona I ità del gruppo. La perplessità provocata dal « magico e misterioso tour » muore impro\Ovisamente: la dinamità, il talento e la capa. cità inventiva dei Beatles sono più che mai presenti in questa produzione. Il 'logo' di questo lavoro sono i riferimenti, spesso veri e propri rifacimenti, alla disordinata scena musicale di questi anni (Rock, Pop, Rhythm & Blues, Jazz, Folk, Country & Western) che sono fin troppo evidenti ma mai imitativi, costituisce una divertita rassegna di quanto di meglio si sia sentito al di fuori del « Mersey sound » o suono di Liverpool. « Back in the USA» di Chuck Berry diventa·« BACK IN THE USSR », « YER BLUES» è una garbata presa in giro di Bob Dylan; « OB-LA-DI OB-LA-DA», il più orecchiabile e commerciale dei trenta brani, è una caricatura dei easy listening. Altri pezzi sono nello stile dei talking blues e shouting blues di P.resley e pers·ino della ballata elisabettiana e melodie alla Frank Sinatra ( « GOOD NIGHT » è una delle più melense ninne,nanne, ma basata su una perfetta strutnura musicale). Con « REVOLUTION 1 » cercano di delimitare la contestazione giovanile, ma è con « REVOLUTION 9 » che John e Paul dimostrano la padronanza delle tecniche più avanzate e offrono una composizione elettronica piena di contrapposizioni a collage nello stile più vero di John Cage. In qualche passaggio, però, si nota nell'insieme sonoro delil'album la prevalsa di una componente sugli altri: sembra di sentire a tratti Paul with The Beatles, John with The Beatles, George with The Beatles. Forse dopo quindici anni di unione, i quattro non si sottraevano alla naturale personalizzazione di ognuno: i loro interessi cominciavano a divergere, specialmente tra John e Paul. I Beatles non potevano più esprimere naturalmente le forme e i concetti di questa unione. George scopre che non c'è pos-to nel gruppo per il suo ormai prolifico sfogo di idee, John si offende per le critiche mosse dagli altri alle stravaganze di Yoko. Nel contempo i 45 giri dei Beatles continuano ad irrompere nel business discografico: « HEY JUDE », « LADY MADONNA», «GET BACK», « LET IT BE», tutti hanno momenti di lucentezza e mt'- si di influenza ma non tanto da alimentare i futuri progetti; la luce necessaria per dare energia non sarebbe durata a lungo. Sostenuti da Paul e sperando di irrompere sulla scena come in passato nelle tournee, essi si imbarcano nel gennaio del '69 nell'ambizioso e non maturo film di LET 1T BE. Ritenevano in questa maniera di ritornare per un momento i Beatles dei tours con la loro mitica atmosfera e fusione, ma in realtà risultava essere un insieme diviso in quattro parti. Il film emergeva, purtroppo, come un testamento della loro imminente dissoluzione; l'album, uscito un anno più tardi a scissione avvenuta, salvato e tristemente mani-- potato da Phil Spector dal suo punto di vista, mostrava tutta la loro umanità: il tour finiva come 45 minuti di spettacolo sul tetto dell'edificio Appie. Dopo questo tentativo i Beatles tornano in studio per registrare l'ultimo album « ABBEY ROAD ». Ci sono inclusi i brani più individuali di Lennon ed Harrison, « COME TOGETHER » e « SOMETHING », e colpisce gli ascoltatori più per la magnificenza tecnica che per le sensazioni che può trasmettere, anche se non mancano ritorni al passato come « I WANT YOU » e « GOLDEN SLUMBERS ». Sembrava che l'album fosse la scadenza di un contratto. Il disco fu presentato soltanto da Rngo Starr, mentre gli altri venivano istantaneamente assorbiti dai rispettivi interessi. A dare il colpo di grazia fu la crisi manageriale della Appie che a quel punto necessitava di un esterno che la rimetesse in strada: è proprio sulla scelta del bus-inessman (l'americano AJ. len Kilein) ohe ci fu la rottura tra John e Paul. Così si concludeva il sogno. « The drean is over » dirà poi John Lennon sul suo primo disco con la Plastic Ono Band. Hanno lasciato alcune delle composizioni più originali, più espressive e stil~,sticamente interessanti che si siano mai ascolbate nell'ambito del pop, i Beatles s,i sono trovati dove era la musica. Come tutti gli artisti popolari, i Beatles hanno avuto un talento particolare per distillare lo spirito del proprio tempo. La loro musica ha riunito un po' della tensione fra le diverse generazioni, il senso di solitudine dei disordina ti anni sessanta ed I dolce-amaro dell'amore giovaniile in tutte le epoche. Al tempo stesso la loro sensibilità per lo strano ed assurdo è stata più acuta che mai. Dal primo periodo esuberante e spensierato sono passati lentamente ad una concretizzazione della realtà cominciando a « dire le cose come sono». La banalità beat si spegne nel '65 con « Yesterday » e si concretizza la maturità nel '67 con « Sgt Pepper » ohe metteva a nudo la solitudine e la paura di quel periodo. BEATLES: forse una • finestra mobile, forse il permesso di guardare oltre la punta del naso, senz'altr-0 la prima sferzata su sogni e realtà; visioni che senza quei vetri potevano rimanere per sempre oscurità. Fabrizio Ferrucci (Collab. di Maurizio Baiata) 23

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