Muzak - anno II - n.12 - ottobre 1974

articolo di Fernanda Pivano IO dicembre 1965, Greenwich Village non ancora out.of. date, Café a Gogo in Blee• cker Street non ancora turi• stizzata, grandi cartelli all• ingresso, the Fugs bianco su nero, oppure « Rolling Sto. nes of the Underiground », oppure « Fugs the New Group », e uno attaccato con lo scotch, scritto a mano su un foglio bianco ancora con le traoce deUe pieghe schiacciate durante il tra. sporto: « Friday & Saturday The Fugs », coi commenti della critica (Surly: « New York Post», The Underground Rolling Stones: « The Village Voice », Groping & Grovelling, Flailing & Froth• ing: « East Vi,!Jage Other ») e in fondo una grande riga chiave: « YOU ARE ALL A FUG GENERATION ». Ricordi di Gertrude Stein e della sua profezia/lapide: « You are ali a Lost Genera. tion », ricordi di Jack Kerouac e della sua Beat Ge. neration, ricordi di Norman Mailer e della sua beffa alla censura 1948 (The Naked and the Dead, Fugs invece il.i Fucks, parola supertabù in America allora come adesso come sempre), ricordi di let• teratura e di poesia, di co. stume ribollente e dì icono. clastia costruttiva nella 4 grande caldaia della trasformazione; ma dei Fugs avevo sentito parlare in California, già famosi per una tournée di tre settimane, dopo pochi mesi che « si mostravano » in pubblico soltanto nei week-ends, dal 5 marzo quando avevano com in• ciato ». Di Ed Sanders e Tuli Kup. ferberg che avevano avuto « l'idea », Ed quella del grup. po e Tuli quella del nome, sentivo parlare da anni, li conoscevo da anni, ancora dolci e irriducibili, giovani e irremovibili, inesorabili CO· me angeli e testardi come demoni, provenienza pacifi. smo e non violenza, anar• chia e disobbedienza civile: Tuli 1958 coi tre numeri di « Birth », poi con dieci di « Yeah » (finiti col numero intitolato« Kill for Peace »), poi già Vietnam con la « com.media musicale » Fuck. nam; Ed a New York 1957 da Kansas City perché ave. va lett6 il secondo numero della « Bver green Review ». Ed aveva rinunciato a stu• diare fisica per fare il poeta e a New York conobbe Gin• sberg mentre FerJinghetti fa. ceva un reading al Village Gate e si isori,sse al Commit• tee for Non Violent Action 1957 di A. J. Muste, così con

6 WE·ARAELL AFUG GENERATI altri sette pacifisti andò a nuoto da sommozzatore sul sottomarino atomico Polaris 1961 ancorato a New London mentre J aoqrueline Kennedy faceva da madrina, per salire a bordo a proporre altre immagini fuori dalla guerra atomica, grave colpa punita con un anno di carcere, dove studiò una grammatica egiziana finché gliela seque• strarono credendo che fosse un codice segreto e allora si mise a scriv,ere poesie su car. tine da sigarette (nascondendole nehle suole delle scarpe) che finirono pubblicate da Ferlinghetti, Jail Poems 1963, quando già da un anno, SU· bito dopo Ja prigione, usci• va a ciclostile la sua rivista « Fuck you: A Magazine of the Arts » col sottotitolo ·«Assalto totale alla cultura », distribuita a mano per evita,re proces-si di offesa alle Poste, e poi in vendita nel suo Peace-Eye Bookstore 1964 fonda. to in una ex macelleria israe. lita strictly kosher: 25 mq., foulard/arazzo coi quattro fiori di Andy Warhol, in vendita sugli scaffali libri rega. lati da amici, coLlages e foto• grafie, il cartellone del Love Lion, Lioness di Micheal Mc Clure sotto una fotografia di Stanlio e Ollio, grande inse• gna Lega/ize Cunnilingus Now e il manifesto della Marcia per la Legalizzazione della Marijuana; una ,libreria svaligiata il I. gennaio 1966 sotto nome di confisca come nell'aprile 1965 erano stati confiscati i suoi tre films pamscentifici sulle an• fetamine (,protagonisti i poe. ti di New York, Mongolian Clustre-Fuck, Amphetamine Heads, Cock City ricavato dal Libro Egiziano dei Mor• ti), mangane!,Jate (con vetri e costole rotte) ad allargare la cerchia di rivoluzionari tolti da mezzo sotto la gran• de bandiera de!Ja pubblica decenza, Poi grande festa 1967 per la riapertiu,ra del « negozio», Sanders già eroe della Nuova Cultura difeso daJ.l'Unione delle Libertà Civili, grandi fotografie della festa sul «Village Voice » pochi mesi dopo la copertina sull'edizione americana di « Life » (17 febbraio) con la scritta: «Ed Sanders, a leader of New York's Other Ouiture »: si chiamava ancora Altra Cultura, presto si sarebbe chiamata Nuova Cultura, poco dopo Controcultura. La faccia di Bd 1967 mostrava già quaiJche ruga sotto gli occhi, non mostrava più lo sguardo timido, il sorriso sorpreso, i baffi morbidi, i capelli da ragazzo 1965, quando aveva 25 anni e fon. dò il « Body-Rock Singing Group » dei Fugs, strumenti occidentali, sudamericani e orientali, 60 canzoni compo. ste in un anno, esecuzioni violente e temerarie più intonate ailla futura azione rivoluzionaria cont,ro il Pentagono che aM'antica marcia pacifista Wa,shington-Mosca, strumenti ,sfasciati ogni sera nell'energia dell'esecuzione, linguaggio usato fuori di qualsiasi limitazione e anzi scelto come aggressione dimostrativa all'estremo limi.

te della non violenza, versi anarchici ,di Tuli ( « Lunedì niente, Martedì niente, Mercoledì e Giovedì, niente, Venerdì per cambiare un altro po' di niente»), batteria frenetica di Ken Weaver, pillole bianche inghiottite davanti al pubblico prima di usare un teschio come tamburello e una gamba ortopedica per il gran finale, strani tavolini bianchi da boudoir vittoriano per appoggiare bottiglie di whisky e flaconi di capsule, rudimentali microfoni ancora ignari di attrezzature da mixage e telefoni decorati vi, xilofoni indonesiani e maracas sudamercani, una bara col cadavere coperto da un lenzuolo bianco improvvisamente sollevato da una colossale erezione del morto e un duetto fra un Generale e una bambola (il Generale offriva alla bambola una caramella, la bambola la rifiuta va: il Generale gliela spiaccicava in faccia per costringerla a mangiarla), Tuli con un elmetto americano sopra un elmetto nazista e l'elmetto nazista scoperto a comando durante la canzone Kill for Peace, pubblico in tumulto mentre si cantava The Gobbler, inamovibili dal programma Slum Goddess e Supergirl: clima intorno -al Nobel 1964 di Luther King e alla nascita del Black Power e del Free Speech Movement, inizio della Rivoluzione Cultura! in Cina e primi falò di cartoline precetto antiguerra Vietnam, America in tumulto ancora underground e preparare la futura. grande rivolta upground di Watecgate. Dicembre 1965, freddo cane a New York, funi.o e tanfo di birra nel Café a Gogo, tavoli nerastri non lavati, brusii che il gruppo era stato invitato (imprevedibilmente) a fare una tournée per le truppe americane in Vietnam, finché i Fugs cominciarono a cantare Niente e un gruppo di ragazze in calzamaglia nera si avventò in palcoscenico a togliere scarpe e calzoni ai cantanti, grandi titoli di giornale, forse pubblicità utile per i dischi: che presto cominciarono a uscire, il primo, che si chiamava The Fugs FiPst Album, registr.'lto nel 1965 con Niente di Tuli, Slum Goddess di Ken Weaver, My Baby Done Left Me di Sanders, e Tuli esecutore di tamburino e maracas (come Sanders), Vinny Leary e Steve Weber aLla chitarra e Ken Weaver alla battria; un altro intitolato Tenderness Junction già con ~utta l'immagine dei Figli dei Fiori, lo Rare Krishna cantato da Ginsberg e Marette Greer, con coro dei Fugs e accompagnamento di Gregory Corso aH'armonium, il turn-on/tune-in/drop-out di Timoty Leary e Sanders e I' Esorcismo dei Cattivi Spiriti al Pentagono il 21 ottobre 1967, ricoI'do della Marcia che inserì Sanders nel Movimento Rivoluzionario di Liberazione e lo mescolò ai fondadori degli Yippies (Jerry Rubin e Abbie Hoffman stelle nascenti, Pantere Nere in ebollizione, attivismo straripante che condusse Mao all'ONU, anello di giu;1. zione tra la disobbedienza civi-le non violenta e le supe.-- Molotov dell'autodifesa. Poi i dischi diventarono sempre meno artigianali, sempre meno imprevedibili, su una fascetta incominciarono i divertissements ( « Questo disco si può suonare meglio stringendo in mano un antico piede di porcellana », « Fondate un Fan Club dei Fugs e una ~quadra per la guerriglia dell'amore», un minuscolo servizio di annunci economici un po' troppo ironici, ecc.), preludio dello scioglimento del gruppo; che si sciolse, Ed sempre più coinvolto nell'attivismo politico e nell'attività letteraria, Shards of Gods 1970 col sottotitolo « Un romanzo degli Yippies » e più taooi la storia di Manson col titolo The Family, una borsa di studio della Fondazione di Ginsberg, cattivi viaggi, libreria chiusa; Tuli solitario, ancora non violento, attivo in una Free School a insegnare teatro, o diciamo, azione dimostrativa teatrale, dubbi a sentirsi dire che non era abbastanza impegnato, più melanconia che amarezza, dura povertà senza rimpianti. E i Fugs? Che cosa è rimasto? Della loro musica lo sapete voi, dei loro giovani eroi l'ho già detto. Dei loro pensieri che erano i sogni dei rivoluzionari non violenti, delle loro profezie, che erano le profezie denunciatarie del neomaterialismo d'America, delle loro accuse, che erano le accuse del neoimperialismo petrolifero, che cosa rimanga ormai non importa. più. Ora che i sepolcri imbiancati sono stati scoperti, con l'underground salito clamorosamente upground, a quegli . Anni Sessanta si può pensare con più ·o meno nostalgia ma sicuramente con molto rispetto. Fernanda Pivano 7

Quando per la prima volta ho messo su un disco dei Gong sono stato costretto " toglierlo dopo poche battute avendolo dichiato inascoltabile. Feroce autocritica e at. ti di penitenza multipli si impone a questo punto: la mia testa aveve in realtà alzato una barriera alla loro musica a ruota libera e non riuscendo a trovare un filo logico immediato si era smarrita p11ima ,di riuscire a penetrare l'humor sottile della famiglia Gong (l'unica a occuparsi di magia nei la giungla musicale attuale). Il secondo esperimento svolgendosi in situazione più « groovy » registriava una vit• ,toria ,piena di Gong ,su qualsiasi resistenza riimasta e da allora Gong è il mio gruDpo preferito del momento il che significa anche che in casa da me non è permesso asco1t,are altro e la scd, ta oscilla ormai da una qui,1dicina di giomi tm Flying Teapot, Angel's Egg e Camamberit Electriique (la prima esperienza della band nel '71 oggi venduta sotto prezzo dalla Virgin Records). Tra le nebioline astrali evocate da Allen e compagni molto presto ho cominciato ad intravedere il mito (è solo questione di entrare nelle parole) la parabola, se preferite, che narra l'arrovo dei folletti testadifumo, verdi a punta e forniti di una funz·ionale elica, e il loro inconto a Parogi con la band alla quale passano la facoltà di trasmetkre le vibrazioni d'amore di Radio Gnome Invisibile c:1c si trasmette di cervello in cervello. L'atmosfera che si respira è quella della favola metaforica e l'esperienza di Zero {il vero eroe della storia e in un erto modo la personalità di Gong ridotta all'individuo) ripercorre le fasi dell'eseprienza psichedeliche di un freak prototipo. In questo stadio di devozione alla freeweeling, french IO lntervista con Tim 8/ake e Mike Ho1v/111i1t dei Gong. band' (band francese a ruota libera) come gli Stones l'hanno definita mi sono risolto di chiedere un'udienza subito accordatami da Anny menageress astrale della virgin che si è pure offerta dl darmi un passaggio fino a Oxford. Dav"id Allen è in Spagna e trovo ad attendermi Tirn Blake ( il synthesizer è il suo strumento e i suoi vocalismi fano sorgere dubbi ancora più grossi circa la sua classificazione sessuale) e Mike Howlmitt (Mista T Being è attualmente •il suo vero nome. Difficile da spiegare ma vero.) il bassista. Dalla famosa Manor house di Oxforid siamo costretti a sposta-rei alla casa della famig1ia Gong in Withney perché gli Strawbs hanno affittato il Manor Studio per quindici giorini e a quanto pare arrogano di11itti di proprietà assoluta su tutto il maniero. Dopo esserci sistemati •in un ambiente mollemente accogliente pieno di tappeti e cuscini arredato con gus,to zingaresco e suggestivo Tim si ,accinge a innestare nell'apposito buco alla paret.! il mio registratore che però ha la spina continenrtaJ~ (non il buffo marchingegno a tr epunte ohe usa qui su) e così il rosso folletto comincia '1a sua prima intervista con un mensile di musica progressiva italiano (il primo infabti) con una bella scossa a duevventi con conseguente usrione di quin to grado aliJa mano e sequela di bestemmie da competiZJione. In realtà la colpa è mia che ho montato la spina con i fili che si toccano ma taccio di pa:rticola1 e viscidamente. Mentre stiamo per iniziare il batteriista di Henry Cow che dovrà accompagnare la band a Rimini si siede tra noi per vigilare che i due non diventino sfrentamente noiosi ma tace per tutto il tempo. Mike Holwmitt mi comincia a raccontare dell'esperienza relativa alla creazione d.?.I mito del pianeta Gong: « Dipende da che livello vogliamo scegliere per discutere questa parabola. La nostra è una storia che può essere interpretata a vari livelli come tutte le favole. Lo spirito della storia· rende agevole l'analogia con l'esperienza delle persone che vivono in questo secolo nella cui. tura europea. Nu,lla di quanto raccontiamo è cosa che non accada nella vita reale. Certo in senso lineare non si tratta di una storia vera ma nei termini degli eventi che in essa si verificano è tutta esperienza viva di almeno uno di noi o tutti ridotti ad individuo. Questa individualità è Gong che abbiamo 1mpersonificato in Zero the Hc. ro nei dischi. Egli è iil nostro archetipo di freack (>tutti lo siamo stati ,prima o poi) e il suo nome simboleggia ,il vuoto dopo la scelta di sbarazzarci di tutti i nostri averii fisici o culturali e andare in giro _lasciando che accada ,quello che deve accadere per un periiodo di ,tempo. Anch'io ho fabto la stessa cosa e l'esperienza mi ha portato ai Gong ,incontrati casualmente a Parigi dove me ne andavo alla deriva. E' bello ogni tanto andare alla •deriva. E' un modo di liberarsi dei condizionamenti di rendersi conto di che cosa tratta la vita. La musica è uno strumento assai vitale per l'evoluzione dell'umanità e noi lo adoperiamo ad un livello molto ,psicologico ,cercando di far rivere a chi ci ascolta le nostre esperienze inttospett'ì, ve. La musica viene dal nostro subcoscio o meglio da quella aerea che noi chiamiamo octave doctor e poi ciascuno si troverà la prcpria definizione di questo termine. L'Ocuave Doctor è in un certo senso la parte del nostro subcoscio più vi. cina ail nostro Io Sublim·~ che si raggiunge facendo u.-, \'iaggio all'indietro nella personalità per arrivare a Dio, a scoprire che Dio siamo noi e tutte le cose che ci circondano. Dio sei tu e sono io. Ecco perchè tu sei me ed io sono te come affermiamo su un brano di •quest'ultimo lp di cui hai appena sentito un missaggio provvisorio. A questo punto Tim, colui ohe aggiunge ,il tocco siderale alla musica dei Gong col suo sintetizzatore (che poi sono tre), riavutosi dallo shock dell'iincidente elettrico diventa loquace come per· reazione alla scarica ricevuta: « Premetto che pro. babilmente dirò cose differenti da Mike e poi starà a te trovare la verità nel mezzo. Riguarido all'epopea di Gong potrei dirn molto sulla paribe fìinale, meno su qurlla di mezzo e riguardo all'rinizio è stato una completa .nivela21ione. Al tempo in cui abbiamo •inciso il primo LP Davi mi aveva appena richiamato nel gruppo (er0 stato cacciato pochi mesi prima di Camembert Blectrique per incompatibilità di carattere) e la storia mi coinvolse subito in pieno. La leggenda della Teiera Volante è la rappresentazione dell'arrivo di essevi spazial<i. Questi folletti testa di fumo hanno un ritmo e questo devi prenderlo per garanbito perchè è una di quelle verità inconfutabili alla base di tutte le favole. Un'altro dato di fatto è ohe la ,terra si sta avvicinando all'orbita del pianeta Gong (o è Gong che si avvicina alla t,erra?) Nebla prima pante del disco abbiamo dunque questo arrivo. Nella seconda parte con l'entrata in scena di Zero the Hero c'è la reazione a questo arrivo senz'albro scioccante. Nel !,econdo disco poi questa reazione diventa più matura e in una visione appare a Zero la Ma. dre Luna sotto forma di una donna con le gambe aperte

RRCnNnlfE.:DITRIC& via giulia 167 00186 roma R. Bertoncelli, M. Fumagalli, M. lnsolera IL POP INGLESE Una storia completa e briJ. lame della musica pop inglese dagli albori al rock decadente di oggi. 240 pagine 1.900 lire Piero Verni IL LIBRO DELLA VISIONE alla ricerca del proprio guru Una introduzione alle filosofie dei principali guru orientali che stanno influenzando, oggi, anche il pensiero occidentale. 184 pagine I.800 lire Autori Vari VIVERE INSIEME ! Il libro delle « Comuni » in Italia e nel mondo: dalle pri• me esperienze pacifiste a quel• le anarchiche, da quelle mi• sti.che agricole a quelle citta• dine di guerriglia. 240 pagine 2.500 lire Mariarosa Sclauzero JOANNA LEARY come diventare una star Appunti di viaggio, fotografie, interviste con le stars della contro.cultura californiana. Da Alan Watts a Timothy Lea• ry. Dal leader dell'Acid.Test, Ken Kesey a Jerry Garcia, « t',e captain » dei Grateful Dead. 168 pagine 1.800 lire Autori Vari POP SUPERST ARS Una raccolta di interviste con John Lennon, Frank Zappa, Mick Jagger, Carly Simon e James Taylor, Grace Slick e Paul Kantner dei Jefferson Airplane, Elton John, pubb]i. cate dalla rivista americana Rolling Scone. 216 pagine 1.900 lire Nicholas Saunders CONTROGUIDA ALLA LONDRA DEI GIOVANI Un'indispensabile guida per chi vuole andare a Londra e riuscire a viverci felicemente con pochi soldi. 168 pagine 1.700 lire Allen Ginsberg DIARIO INDIANO Introduzione di Fernanda Pivano Un viaggio attraverso l'India del poeta della beat genera• tion; un cesello di amore di chi vuol serbare il ricordo della propria consapevolezza, l'antico yoga della poesia. 352 pagine 2.900 lire Timothy Leary FUGA Tim Leary, il guru dell'acid generation: là sua fuga dal carcere, la sua guerra alla CIA ! 240 pagine: 2.300 lire Il bollettino d'informazioni CIA COOKBOOK è spedito in omaggio a chi ne fa richiesta ali' Arcana Editrice altri volumi pubblicati: Anthony Scaduto: Bob Dylan, la biografia Fernanda Pivano: Beat, Hippie, Yippie, dall'underground alla controcultura Andrea Valcarenghi: Underground a pugno chiuso! ' o muzak L ì sogno a _) E' uscito su Muzak (incredibile dictu) un articolo che in• vita alla costruzione di qualcosa di molto grosso, invita alla costruzione di un movimento reale, completamente autogestito, che sia capace di dare risposte adeguate alle sacrosante esigenze di tutti noi, che dia un'alternativa, anche se parziale alìa solita routine quotidiana e che costi• tuisca l'impegno per crescere tutti, per non cedere alle macchinazioni dell'industria, per un nuovo sviluppo cui• turale e umano. E' successo (lo speravamo) il finimondo: lettori en tusia. sti, altri sdegnati per la « svolta politica alla Linus », altri perplessi e per la verità un minimo sfiduciati. Va bene, era ora. Da questo nl.ltlTlero apriamo il dibattito, aperto a tutti, oltre ai lettori chiamiamo a intervenire tutti coloro che già da tempo si occupano con più o meno successo, con più o meno volontà, di questi problemi: questa volta abbiamo chiamato in causa Re Nudo e Stampa Alternativa, sono in programma i Circoli Ottobre, il Partito Radicale, il Pane e le Rose, la redazione di « Ombre rosse » e così via. Solo una piccola considerazione cril'ica sul modo di inten. dere il dibattito di Re Nudo e soprattutto di Stampa Alternativa: avevamo chiesto un giudizio, ci sono arrivate àue piccole inserzioni pubblicitarie, con tanto di casella postale, prezzo dei prodòtti, eccetera. Non ce l'aspettavamo; non che non sia giusto sfruttare ogni spazio per far cono• scere quel che si porta avanti con tanto sforzo, ma .,e questo vuol dire castrare o evitare il dibattito proposto, diamoci una calmata e affrontiamo il problema con più serietà. Aspettiamo fiduciosi, Il Collettivo Redazionale Il

' n muzak L ' sogno _) • • Pctrlictmone • ser1ctmente per com1nc1ctre subito UNO DI MUZAK Chicco Ricci Non ricondo di aver visto negli anni scorsi il fermento, il brulichio di iniziative che contraddistinguono questo inizio di anno scolastico: a noi in redazione telefonano o scrivono decine di ragazzi e compagni crecando indicazioni, consigli, indirizzi per le inizia- ' tive che prendono a livello locale, la stessa cosa ~o che avviene a « per voi giovani», Stampa alternativa e Re nudo hanno i loro contatti con parecchie e disparate situazioni. E queste sono le cose più evidenti, immagino che dietro a queste ci sia uno spazio ancora più aperto. Si direbbe una situazione eccellente, forse lo è, ma secondo me essere troppo sicuri oggi significa commettere un errore di valutazione grossolano. Il fermento esiste, è un dato di fatto ed un punto fondamentale, esistono anche idee, entusiasmi, speranze addirittura idealistiche (le due lettere di lettori che pubblichiamo ne sono un esempio calzante), non esiste invece assolutamente un «qualcosa» che raccolga il tutto, lo sterilizzi, sia punto di riferimento ad un collegamento, lo finalizzi. Non si tratta di bruscolini, non vorrei fare il duro, il qurocrate e via dicendo, ma so, per esperienze fatte o lette, oltre che per convinzioni-teoriche, che dopo la fase calda, al momento del riflusso, si sfascia tut12 Liberazione 1945 disegno di Ben Shahn to, si sbrodola, disperdendo tutte le cose fatte in una vampata poco o niente risolutoria. Se non c'è una struttura che « regga », che metta in contatto, che faccia conosèere, che centralizzi le esperienze, i discorsi, le conclusioni, si corre realmente questo pericolo. Chi dà i soldi o fornisce idee sul come rimediarseli? Chi dà mille indispensabili cose pratiche? Chi può dire a gente che comincia come hanno fatto quelli che sono già a buon punto? Chi infine coordina indirizza, segue il dibattito? Mi sembra chiaro la necessaria presenza di una struttura a livello nazionale. Ci vuole, bisogna costruirla, per ora non c'è. Non basta dire se le cassette costano 200 o 1000 lire (cosa peraltro importante), neanche se Sassi e C. sono furfanti o degna stirpe di eroi, ci vuole una linea, uno studio profondo alle spalle (non voglio dire che i chiamati in causa non l'abbiano per niente, secondo me è parecchio insufficiente). Oocorr9no condizioni economiche non floride, ma neanche da stracciaroli (e i soldi si rimediano), occorrono infine una omogeneità di base, una conoscenza totale delle varie situazioni, un apparato tecnicamente e politicamente perfetto. Ne che qui si tratta di bruscolini, è ovvio. Per trasformare i ragazzi e i compagni slegati da passivi in attivi, per fare della creatività un momento di presa di coscienza, per togliere loro il vizio di delegare a -specialisti, per estjrpare quella sorta di sensazione di impotenza così diffusa, bisogna trasmettere una fiducia molto grossa, una sicurezza oggettiva. Di persone con le idee chiare al proposito non se ne trovano ancora molte, nessuno ha la soluzione in tasca, per questo tocca parlarne ancora molto, tocca cominciare a . prendere delle misure pratiche; ognuno con le sue ipotesi, ma con uno spirito unitario; non di setta: basta coi giochetti di potere, non si coltivi ognuno il proprio orticello, ricordiamoci che la prospettiva è comune. Muzak, per quanto può, apre speranzoso questo dibattito, i suoi collaboratori si impegneranno fino in fondo, il congresso annunciato da Re Nudo sarà senz'altro un appuntamento importante, creiamo altre scadenze, altre 1mz1ative stanno saltando fuori, prego e invito tutti i collettivi, le organizzazioni di base, i gruppi di amici a uscire fuori, a mettersi in contatto con noi e con tutti gli altri, a farsi vivi per sapere ciò che fanno o che hanno intenzione di fare. La posta in gioco è veramente importante. Cerchiamo di capire, che non si tratta solo di organizzare il concerto e di organizzarlo più o meno bene; si sta parlando di muovsrsi per portare contenuti, lotte, esigenze .reali ad un movimento che, come dice Marco Betti nella sua lettera, tutto è meno che reale e solido, di potenziare i fermenti di cui parlavo allo inizio fino a farli focolai di rivolta, non solo di belle speranze. Chicco Ricci

RE NUDO: Mi è venuto un colpo. In verità non leggevo attentamente Muzak dall'infelice sortita di Pintor sul « nazional popolare » ma leggere su di un giornale « istiDUE LETTORI Non voglio cominciare osannando il giornale come fanno i lettori del bellissimo settimanale. Cercate di parlare di libri di Ginsberg, K,erouac ecc., che mi sembrano molto interessanti, oltre che importanti. Ad esempio io ho letto « Il pasto nudo » di William Burroughs e, pur affermando qualcosa qua e là ho capito niente. Secondo me è un'opera estremamente difficile e come questa ce ne stanno altre. Cercate di dare chiarimenti, parlate di illustri sconosciuti come i vecchi Velvet Underground e David Peel, tanto per fare due nomi. STAMPA ALTERNATIVA Contro i pescicani travestiti. Fuori dalle palle i provocatori e gli infiltrati: la musica è uno strumento di lotta degli incazzati, dei compagni che lavorano per il socialismo. La Gazzetta Ufficiale dei discografici italiani riporta l'organizzazione della CRAMPS RECORDS, la casa discogra.fica specializzata in radicalismo musicale: presidente Franco Marnane, amministratore Gianni Sassi. Franco Marnane fino a scisette mesi fa era il più grosso pescecane dei concerti Centinaia di milioni messi in tasca in pochi anni con tuzionale » quello che ho letto oggi (mi riferisco a SOGNO) mi ha veramente sorpreso talmente tanto, che non ml sento autorizzato ad esprimermi neppure a titolo personale senza aver discusso prima coi collettivi òi lavoro. Magari potremo verificare che abbiamo linee differenti, resta comunque il fatto che quello che avete scritto a mio Si parla tanto di movimento, ma nella mia città (Bologna), per sentirti dire che sei del movimento basta che ti siedi in Piazza Maggiore o vai al Nazionale, basta che ti piaccia la musica o due o tre spinelli. Mi pare molto poco. Voi che siete riusciti ad avere un giornale, un mezzo di diffusione (io e altri compagni tentammo di metter su un giornale ma tutto naufragò per mancanza di soldi) e con voi Re Nudo, Stampa Alternativa, ecc., perché perché non cercate di unirvi con tutte le forze alternative ed anche con gruppi tipo Lotta Continua per cercare veramente quel moviuna fonmula paraculissima: ingaggio a Londra di un pirlotto qualsiasi, tipo Gentle Giant, per poco più di un milione tutto compreso; grande campagna su Giovani e Ciao-2001 per fare una testa così ai consumatori di musica; prezzo del biglietto pazzesco (dalle 1500 in su); ingenti forze dell'ordine agli ingressi, col risultato di guadagnare milioni e milioni ad ogni concerto. Nella primavera-autunno '73 Stampa Alternativa diffonde tonnellate di volantini con la scheda del pescecane. Per Marnane cominciano i guai. Sapute le ignobili truffe del pescecane, i compagni e gli incazzati non fanno passare concerto, dappertutto, senza sfondare avviso può benissimo essere sottoscritto da qualsiasi compagno. (Idem per il pezzo « Festival aleatori» di Pintor). Comunque credo che la risposta più organica che potrà venire da Re Nudo sarà in occasione del congresso aperto che terre• mo a Milano il 1-2-3-4 novembre su Artisti e circuito alternativo; Sexpol; Controcultura e Movimento Rivomento che esiste soltanto nelle parole fumose di qualche iHuso? E fare Teatro, fare concerti con gente che sembra abbastanza disponibile tipo Bennato e Area. Maiali, degli Aktuala, ha impiegato circa sette anni per cercare della gente che facesse un certo tipo di musica ma, perdio, adesso fa delle cose bellissime. E cerchiamo di organizzarci bene per non finire come a Misano dove un tipo stupido di lotta, ma per una cosa giusta, è finito col diventare divertimento per la polizia. We can be together dicevano i Jefferson 5 anni fa ... i cancelli e gli ingressi ed entrare gratis. Al pescecane da quel momento non gliene va bene una, fino al concerto dei Traffic di Roma, Torino e Napoli, dove le provocazioni bestiali della polizia hanno trovato la risposta di migliaia di compagni e di giovani incazzati che« liberano » i locali degli spettacoli, trasformando i concerti in grande festa dove la musica dei «divi» non c'entra più un cazzo. Da questo momento Marnane si ritira ufficialmente come organizzatore di concerti truffa e si mette a vendere Radicalismo e Contestazione, ispirato dalla sua « anima nera» o « rossa», (come alcuni la intendono) Gianni Sassi. luz.ionario; e il quarto giorno con un dibattito libero. Per tutti i lettori e i gruppi che volessero mettersi in contatto per partecipare al congresso possono scrivere a RE NUDO - Casella Postale 1526, Milano. Arrivederci al congresso dove speriamo portiate idee e proposte utili al movimento. Andrea Valcarenghi Ciao a tutti e continuate su questa linea, Marco Betti -Bologna Io sono solo una ragazza che non può troppo! Però anche io, molto spesso faccio sogni tipo il « Muzak sogno », solo che io non posso fare altro che risparmiare e mandare i soldi a a voi se l'iniziativa inizia il suo cammino! Sarebbe qualche cosa di bellissimo. Se veramente ci impegnamo tutti ci riusciremo. Un mio amico dice sempre - Lottare, Costruire, Amare -, io dico pure: Credere, Vo/ere, Riuscire. Ci siamo persi l'indirizzo col nome. Gianni Sassi. Vende Mattonelle IRIS, cessi, bidè e ideologia situazionista e radicale. Due anni fa quando ha cominciato a vendere mattonelle ecologiche per i cessi dei borghesi inventa Pollution e Franco Battiato, facendo passare il povero pirlotto e la sua musica rimasticata quà e la come la rivoluzione. A un certo punto Gianni Sassi entra nel trip che, con opportune etichette e soprattutto coperture, anche la musica può diventare una miniera d'oro di lira e di potere «culturale»: basta mettere nella capoccia dei compagni la menata che la musica è merce e come tale va ( segue a pag. 63) 13

A cura di: Giaime Pintor Un disco per uno L'economia classica ci insegna alcune cose. Fra queste c'è quella che il prezzo di un prodotto è dato dalla forza lavoro più le materie prime. Stranamente, si fa per dire, nel mercato dei dischi e della musica, le cose vanno molto diversamente. Prendiamo i dischi L. P., per esempio. Ammettiamo p_ure che lo Stato imponga forti tasse e che fra IVA e SIAE se ne vada una buona fetta del prezzo lordo del disco. C'è tuttavia un Ma, si dirà, questa è una conseguenza della rapida (anzi: vertiginosa) discesa del potere d'acquisto della lira. Non solo. In luglio, quando fu varato il decretone fiscale, si disse che !'IV A sui dischi sarebbe passata dal 12 al 30% (prodotti - ohibò - di lusso). Immediatamente, senza piangere troppo sul danno e sulla iniquità di questa tassa, cominciò la corsa al rialzo. Il disco sale a 4.500 lire. chiaro. Non ha nemmeno quell'alone di raffinate menzogne che circonda, gen<!- ralmente, il profitto. Qui si tratta di arraffare il più possibile, finché dura. E allora? Potranno a lungo, queste Case discografiche e questi rivenditori, impedire che qualcuno si organizzi, escano dei bootlegs, delle cassette pirata (tanto facili da farsi) o che ognuno si registri da sé, dal vivo o dalla radio, spendendo le poche lire ~el nastro vergine? O poelemento che, se non fosse scandaloso, Poi si viene a mormorare che l'IVA ri- tranno impedire la vendita dei dischi a rimarrebbe per molti versi misterioso. mane al 12%. Morale? Il disco rimane prezzi minori da parte di quei negozi Scandaloso, questa è la parola, va defi- -a 4.500 lire. Se in ciò non si celasse uno « non ufficiali» che preferiscono pernito il nuovo prezzo di 4.500 lire impo- scandalo grossolano, ci sarebbe da mettersi i ".ecchi prezzi? sto al disco. Scandaloso anche perché questa cifra corrisponde a quella spesa per i « beni oulturali • di una famiglia media della nostra Italia « spreconi » e avida di lussi. Dai dati ISTAT per il 1972 si rileva infatti che tale spesa ammonta a 14.735 lire a trimestre. Basta una semplice divisione per scoprire che in Italia si compra un disco al mese per famiglia. Ora, lo sappiamo, le statistiche sono ingannevoli. Fra numerini e numeroni ci fanno credere che siamo tutti uguali. E' come la storia del fantomatico pollo (uno a testa, per l'appunto): se uno ne mangia due e un altro non ne sente neanche l'odore non è cosa che interessi la statistica. E tuttavia, anche ammesso che la famiglia Agnelli compri un disco al mese come noi, con cosa compreremo e pagheremo gli altri cosiddetti beni culturali? 14 pensare a un mondo burlone e rovesciato, come quello di Alice dietro lo specchio. In realtà, si tratta di una cosa normale, su cui si spreca qualche riga, qualche « oh » di scandalo e poi tutto torna come prima. Le Case discografiche dicono ·che loro i dischi li vendono ai rivenditori sempre allo stesso prezzo (2.300/2.800 lire a seconda degli accordi, delle campagne, dell'ordinativo, etc.). Ma chi, se non le Case discografiche, ha permesso questa pazza e incontrollata baraonda? Chi è che segue da anni, da sempre, una politica raffazzonata e incoerente da società segreta, una politica in cui tutto è permesso, in cui si fanno dischi del tutto inutili e che non vendono una copia allo stesso prezzo di quelli che di copie ne vendono decine di migliaia? In realtà la situazione non ha nulla di La polemica su questi punti è sempre stata molto rozza. Si sparano cifre senza nessuna possibilità di essere reali. E non perché un disco, di per sé, non possa costare 200 o 1.000 o 2.000 lire, ma perché il costo di un prodotto (nella nostra società) è dato da migliaia di parametri. Non è infilandosi in polemiche a botte di cifre che si risolve o si fa chiarezza sul problema. E', crediamo, intervenire sulla globalità della questione con serietà e sincerità. Per noi è un impegno a breve scadenza condurre un' inchiesta su questo punto. E allora chi non l'ha ancora capito potrà (forse) rendersi conto che questo mondo, tutto e non solo quello discografico, è davvero un mondo dietro lo specchio: in cui chi non fa niente campa allegramente e il lavoro di molti serve a mantenere questi pochi.

WEATHE. REPORT L'ARTICOLO NASCE DA UNA SENSAZIONE VECCHIA, ALMENO UN PAIO D'ANNI FA: ERA LECITO CHIEDERSI QUALE SAREBBE STATO IL FUTURO DELLA MUSICA, MENTRE GIA' ANDAVA AFFERMANDOSI LA PROSPETTIVA DELL'ELETTROACUSTICJ\ QUALE INCONTRO DI ELEMENTI MUSICALI CONTRASTANTI ED ILLOGICI, QUALE NASCITA DI UNA NUOVA ARMONIA SENZ'ALTRO GENERATADALROCKGENUINOEFILTRATA DAL JAZZ E DALL'ELETTRONICA. WEATHER REPORT NELL'OCCHIO DEL CICLONE, AL CENTRO DEI DISCORSI FUTURIBILI E NON, MUSICA CHE NASCEVA DALA TERRA MAGUARDAVA SPLENDIDAMENTE AGLI SPAZI. OGGI LA DOMANDA HA UNA VALIDITA' IMMUTATA. WETHER REPORT NE FILTRA OGGETTIVAMENTE CON LA SUA SOLA PRESENZA SULLA SCENA MONDIALE. 15

E' molto difficile parlare di un gruppo del quale si è amp!iamente discusso sulle pagine di un'altra rivista ed in senso soggettivamente completo: mi trovo nei guai a descdvere una musica che vorrei non descrivere e che amo svisceratamente, e sono problemi umani questi più che di stampo «giornalistico»... Weather Report rappresentano per qualcuno l'uscita veloce e subitanea daJil'empasse del rock steréotipato e, ad un tempo, l'incontro diretto con il jazz dell'ultima ora, non per questo i n f e r i o r e alla scuola od agli stili di un tempo ma senz'altro diffici-lmente ben accetto ai benpensanti ... la miriade di sensazioni che questa musica ingenera nell'ascoltatore è tale, tra l'altro, da rendere vani gli sforzi di chi ha il compito di informare e fare in qualche modo partecipe il lettore... la sensazione negativa cresce a vista d'occhio e la paura di ripetere quanto già scritto, e sinceramente, qualche tempo fa, si fa più viva. Comunque jJ gruppo di Josef Zawinul può aiutarci tutti ad entrare in un mondo rnusica,le davvero straordinario, certamente un corpo che vibra di un'elettricità tutta sua ed emana luce propria; ha inoltre dalla sua il fatto di aver creato un ponte generazionale tra amanti della buona musica, toccando le armonie un po' dappertutto, giungendo a soluzioni ritmiche insolite," partendo da basi abbastanza semplici ma estremamente 011iginali. Sarà inuti,le farne una storia, ma il Weather Report può dirsi ancora oggi un'appendice davisiana: ha raccolto del Davis di « Bitches Brew » il disegno nitido e furioso ad 16 un tempo, l'impatto soprattutto con la generazione del rock acido e spinto, il perseguire la matrice negra trasformata da Davis in bianca (e qui si accentrerà il discorso); ha cercato il connubbio tra musica europea e negro-americana senza mezzi termini, davvero con coraggio. SPETTRI E MANCANZE Lo specchio più nitido è l'anima di John Coltrane: il suo canto d'amore supremo è vissuto nelle vene :rcportiane giusto agli alberi di quel suono rivoluzionario che fu il primo album ... il senso di una simile trascendenza, che da Trane fluiva come soffio vitale, è andato scemando col passare del tempo, per perdere definitivamente conno- ,tati logjci alla terza uscita discografica e per divenire, poi, una visione spettrale, eterea ed impalpabile, tesa semplicemente a colorare le meravigliose ultime pagine del racconto del gruppo. Con Coltrane il gruppo ha, storicamente, pochi paralleli estetici: la musica del maestro ha oggi qualche significanza forse in quella di un Miles, ma pare arduo andare a scoprirla tra i solchi reportiani... pure essa vive e pulsa nelle prime due incisioni e non occasionalmente, ché la musica era così francamente fisica e nel contempo mitica da rispecchiare il mondo coltraniano, seppure in tutt'a,1tredirezioni. Non è giusto. in effetti accostare Trane ai Weather, ma è beHo notare la loro appartenenza ad un mondo incredibilmente sincero e da non perdere, a cui è possibile avvicinarsi anche attraverso il gruppo di Zawinul, questo se si accettano i postulati di Philippe Carles e Jean-Louis Comolli nel loro « Fre Jazz Black Power »: - I suoni, le melodie, i ritmi non possono essere visti come aspetti musicali indipendenti fra loro, ma anzi si fondono in un tutto insci,1dibile attraverso un permanente conflitto; - La complessità ritmic.a del Jazz, in continua espansione dopo l'avvento del Bop, si è maturata alla luce e con l'accostamento alle sfumature africane piuttosto che per un processo di sofisticazione progressiva: infatti l'elemento più ricco della cullltra musicale africana. è l'uni. verso dei ritmi. Ma il Weather· Report ha questo sangue nelle vene snlo nell'ambi-lo del.la creazio. ne di . ni,tmi comple_ssi •! « negri » nell'ambientaz,ior.c, più ohe per aver espresso un'ansia liberatrice. uno spirito politico gettato in faccia ai bianchi ed alla establishment in generale: il gruppo è formato da un elemento umano eteregeneo e composito. scuola europea in contrasto aperto ai timbri e registr.i africani. In ciò è possibile intravedere l'ele mento universalizzante della loro musica, ma nel contempo se ne enuclea un'espressione priva del- .l'afflato sociopolitico, un corpo senza mani • e. senza braccia che mena gran calci al vento più di colpire laddove ci sarebbe bisogno ... e ne resta una visione distorta, incompleta, incoerente. L'intreccio di culture è ass<> dato nei primi due albums: « WEATHER REPORT » ed « I SING THE BODY ELECTRIC », opere di una forza incredibile, dal gesto ampio e maestoso, dai suoni sconvolgenti. C'era un'innata immediatezza espressiva ed il suono risultava incandescente, fluido, morbido ed ininterrotto e sono i ritmi di veri capolavori... si traccia la via per la non etichetta, per la non limitazione nelle righe formi-

WEATHER REPORT IN ALTO A DESTRA: VITOUS. DALL'ALTO IN BASSO A SIPJISTRA DOM GRAVATT ZAWINUL, quest'ultimo a temporaneamente lasciato la formazione dei weahter report e ha inciso un disco da so ~- 17

dabili di « Orange Lady », nelle progressioni di « Umbrellas » e « Seven Arrows », pure se l'album denuncia nettamente la colonizzazione culturale, il «nero su bianco» '\ella musica reportiana. IL PANICO NERO E L'IMMEDIATEZZA BIANCA Ogni passo a seguire sarà la denuncia di questo conflitto tra generazioni, popoli e culture diametralmente opposti; l'improvvisazione tiene magicamente le fila dell'intero discorso anche in « I Sing The Body Electric », ma fuoriesce qui più di prepotenza un suono di dolcezza e distensione, una musica terrena e tangibile da scoprire tutta nelle righe di « Second Sunday In August» e « Crystal »; l'idea potrebbe essere quella di creare un jazz antico ed immutabile ex novo e, forse, di creare una musica totale. L'idea .politica però ne fa le spese, perché il vigore del blues nasce dalla sofferenza, la forza del jazz dall'essere « colored » e questa espressione pare viceversa costruita per un mondo utopistico, per qualcosa da lasciare ai posteri più che godersi immediatamente, qui sul tavolo deHe armonie ... quando il gruppo si accinge alla scoperta del suono« nero» lo fa con malcelata prudenza, lo esprime in un « Sweetnighter » convulso e pieno di paradossi, un suono reportiano che ha giocato fino in fondo le carte del compromesso e che ora vaga tra il panico nero, feroce e bruciante ed un'immediatezza tutta bianca, cristallina e pura, ma priva di contenuti socio-politici. Tra defezioni e straordinarie esibizioni live (quella italiana indimenticabile), la mano destra del gruppo, il pianista Josef Zawinul impone forse involontariamente un sound che costringe alla dipartita l'enfant prodige, Miroslav Vitous, eccezionale al basso ed al contrabasso, sposta inoltre l'asse di interesse verso un'estrinsecazione semplicemente ritmica delle armonie... Coltrane è perso, tra viottoli audaci ex coerenti pur sempre, però la sua figura ispiratrice si stempera definitivamente: l'ultimo atto, « Mysterious Traveller » è la manifestazione della maturazione, voluta forse da Shorter, saxofonista, più che da Zawinul, nei sensi di un ritorno alle stratotosferiche origini ... il tema è collezionato nella stupenda triade « Mysterious Traveller » - « Scarlet Woman » - « Blackthorn Rose » con suoni avvinghiati agli spazi e destinati, nuovamente, ai posteri ... da qui, <la considerazione che ha mosso l'intero nostro, slegato discorso torna prepotentemente a galla ... che il futuro sia già stato fatto, questo resta ancora da dimostrare, ma che il Weather Report abbia gettato un sassolino nel mare della tranquillità passiva dei nostri giorni, questo è indubbio. In chiusura, è bello autosmentirsi. Scrivono ancora Carles e Como lii: - Il free jazz (e noi vorremmo dire la musica che abbia una validità socio-politica ndr.) ha scelto il suo campo d'azione: è la testimonianza culturale della situazione e delle <lotte nere, ed è la reazione alla opera di sviamento della musica nera a profitto degli interessi bianchi.

nUOJ·enormenuoveforme A cura di: Giaime Pintor Maurizio Baiata Fabrizio Ferrucoi Paolo Maria Ricci 19

Il fenomeno beatles esiste ancor priirna idei Beatles: è quel partiico1arissino fermento che scuole periodicamente tutto il mondo giovanile, so- .prattumo nei ,paesi a capita- ,Hsmo maturo, dagli anni del rock&roLI in poi. P,articolarmente miopi, o empiristi inteUet-tuali (« iio non l'ho capito: dunque non è esistito»), ci sembrano coloro che parlano di stas•i o vuoto fra il nirm::àitruhlirmentodeH'ultimo ,rock&robl e la .grande era Bealt!les. In reaJJ,tà ,i Bea,tles sono U1Jl caso fontunato della storia. I messia di una siruazione già vaigamente configurata in cerca della sua dir.ezione: iil bisogno d'una musica ohe fosse j,nsieme tantJe ailtre cose. E mito, anche. Ma .il bisogno di mità è una costante dei -gruppi sociailri:,scandalizzarsi o gridare ,aibl'empietà delile mode straccione non serve a nulla. Auspicare un mondo senza miti e pretesa per ora lontana e complessa. Ma qui si par,la di un mito tutto particolare: non l'uomo del destino, ma ciò che neHo stesso tempo in cui nasce si è già supera.te, è st,aito già ,~;uperato daUe cose e daLle pe11sone che ne hamno fatto un mito. In sintesi, ,se a volte (il più de]l}e volte) ili mito diviene moda, e ancora moda senza tempo e si riiproduce sempre uguale a se ,stesso (anzi: la costanza è una carat,ternstica fondata sul mito), nel caso nostro, nel caso dei Beatles svolta la fiun. zione catalizzante di un momento, •j,[ rmi-todecade, si trasforma in moda per i babbioni, cessa la sua funzione, corre ancora un po' per pura inerzia e poi cade. Ci pa20 re che questa parabola del mito abbia ,tutte le carte per riuscir credibile, ma abbia anche una conseguenza teorica interessante: i Beatles non sono mito •nel senso classico. E confondere i<Ifenomeno-beatiles (e le ,sue àmplica1Jioni sociaH) con il caso-beatles è come confondere l'intierruttore della luce con la corirenrte elettrica. C'era dunque una situazione, un humus su cui nasce iii fenomeno-beatles. In un articolo di terza pagina di Paese Sera, Gi,an- ~ranco Corsini, poneva come elemento d',anailisi iin vfa ipotet!ica alla base del fenomeno Beatiles ,]'apparizione e la richiesta di pamedpa1Jione deJ proletariiato urbano inglese e, contemporaneamente, la fondazione, da parte dei Beatles, di una nuova musica «popolare» (cioè che I1ifondasse in chiave rock alcuni sti,lemi oarattemstici deNa musica popolare inglese). Iu questo caso, crediamo, il fenomeno Beatles sarebbe per l'Inghi1l,terra ciò che che Ìll rock&roJ.I fu per gli Usa. Se almeno è vero, come tutta la cr.itica (non quella pseudo-crtltica che non riconosce dimensione sociale alla musica) ha abbondantemente riconosciuto, che il R&R è <la •risposta rabbiosa e non cosciente del proletariHo e sottoproletariiato urbano ghettizzato e depauperiZ1Jato sempre più in una società ,in eterno boom consumistico. Con questo di differenza: che in G. B. il fenomeno-beaitles mostra un proletlaruato iurbano estremamente complesso e sf.umato, usòto dagli schemi della cosiddetta delinquenza di borgata (eufemismo ;per ghetto), da,H'emulazione-odio per i borighesi, daUa risposta violenta a•lle Frustrazioni accumU'late: un proletariato, cioè, più cosciente e più proteso veriso un mondo liberato. Questa interipretaZJione, tuttavda, seppure fondamentalmente (o a,pparememente) com-etta, mostra alcune difficoltà. 1111 primo luogo la struttura del proletariato inglese non sembra così pronta a recepire fino in fondo Je istanze ,Hbertarie che gli si vogLiono attribuire. Poi, tanto meno, questo era vero ai primi deg,Ji anni '60. E ancora •sembra più reale l'ipotesi che questa massa di giovani inglesi avesse discriminanti di classe moHo meno nette. Frange consistentis,sime di piccola bo:rghesia, di bovghesia media e alta (in minor misu.a) sono più che present,i nel fenomeno-beatles in G. B. C'è da dire anche, per sov•rammercato, che le ripercussioni « iinternaziomllli» del fenomeno-beatles assumono caratteristiche via via cangianti. I,) che, con ogni buon senso, è possibile solo per un fenomeno culturale es•tremamente sfumato anche da un punto di vista socia-le. Cosi in Italia, per non fare che u.n accenno, la beatlesmania ha, in 1inea di massima, ca,ratteristiche di svecchiamento de}la cultura e della morale tradizionale, ma nul,la di più. Ma toriniamo fa G. B. ed è ~acile che ci rendiamo conto ohe ,in ,realtà il fenomenoBeatles irisponde a una nuova richiesta di vastissime masse giovani,lti: l'imporre cioè, ,ait~ravel'Soun elemento « nt,-utro » come ,la mus>ica, una vera e prop,ria teoria di nonme morabi e cUJtlurali. Nasce il pop, aiè, nel senso più pieno (e dll[lque ambiguo) della parola: come risposta a un mondo •totalmente !'eificato e mercificato, (Che poi anche i Beatles entrino iin questi meccanismi .non stup.isce e non vuol dir nuHa e, soprattutto, nulla toglie a,J,ta nascita a<lternativa del fenomeno). Basterebbero :i ,testi: tutti tesi a riproporre (,senza staccarsene con Ja violenza zappiana) un'dmmagine dei l!'apporti e della vita capovolta, nel senso di un Iiintracciamento di nuovi valori, utopisticamente veri, fisicamente vissuti. Una rispootia cioè aUa canzonetta imperante, con i suoi Amorii, Cuori e Abbandoni. Una raffinatezza mustlcale (<!i armonie e strumentazione, soprattutto) che si oppone contemporaneamente ai falsi sinfonismi e aHe semplùfioazioni umilianti del R&R. Ma ancora, come si diceva, iii fenomeno-Beatles è un momento unificainte di un'esplosione già covata, cosi come, a dtlffere'n-ti,ssimo live1'lo, i,l '68 fu solo <l'ultima coblettiva esplosione di una insofferenza da tempo esistente. E' ohiaro dunque ohe anche musicalmente e « .artisticamente» la novità dei Beatles sta tutta chiusa nell' aver trovMo una risposta soddisfacente a nuovi bisogni: il ballo non è ,più parte integrante, • ma •assume I' odierna funzione di libertà e riiscoperta del corpo; le .

droghe non •sono «lllfl di più» ma, nell'unità di musica, luci, grafica, socialità, divengono una ,parte del tutto, un modo e non un mezzo; la lar,ga nisonanza del fenomeno non è come si diceva moda, ma diviene momento di collet•t•ivizz,azione dell'esperienza. E così anche per certe armonie, funzàonali a quel viaggio attraverso se stessi e gli albr.i così neces,sarJo in quei tempi; la •strumenta:mone banale, certo, ma appunto per questo nipetibHe ed imitabile, cioè graviida dii possibi!lità e dunque il predomi- ,nio del,la melodia ,come dimenSlione ,popolare del fatto mus,ica,Je; et,c. In pratica se di pop (nel senso di popular) s.i può parlare, nel caso dei Beatles c'è una profonda validità a par- 'i,a,rne. Non per aMermare una dubooa unità interclassista e g-iovani,Llstaa partire dalla musica, ma piuttosto per dare atto a questa mu- •Sica dii un riadioale sconvolg,i,mento del concetto stesso di musica e cultura. Ed anche perohé sia un minimo ohiarn che non è da semplici ,pre2JiosismJ formai.i che cambia la sostanza delle cose, m•a che grossi rivolgimenti, •insofferenze profonde, bisogni dii mutamento sono essi moHe dii ogni processo culturale mentre ne sono a loro volta i,nfluenzate. E' dai nuov•i bisogni, crediamo, che nascono risposte parniali a qualsiasi làvello, ,risposte che bisogna ,previ•legia•re e guar,dare con a ttenzione se vogliamo che realmente iin ques•ru continw giri di. valzer qualcosa cambi. G. P,i 21

THE BEATLES Proprio quelilo di cui il mondo aveva bisogno: THE BEATLE,S. Sono stati parte ,integrante vera e vitaile degli ,anni sessanta. Una musica forse messianica che senz'altro tr.ascendeva J.e barriere soffocanti oreate daille norme cultura1,i,pol:itiohe e relùgiose della società oooidentale. Ed a sostentamento di questa fase era !'•innato credere nel rock and roll come forza rivoluzionaria. Il loro sound era un catalizzatore, il messaggio d,i una nuova società fon. data su ideati d'amore, autoreaiHzzazione e pace. Questi i caratteI'i con cui si sviluppa l'espressione artistica della « beatlemania ». E' stato un continuo miglioramento, fil<ndaille pr,ime esperienze dei « Quarrymen » ai olubs di Ambu11go fino al Cavem. Anche se qualche volta hanno dato !'·impressione di segnare il tempo, subito dopo erano di nuovo •lanoiatissim,i. Forse il loro segreto era la noia enorme per quello ohe avevano appena faHo ed era impossibile quindi il 11ipetersi. Gii stadi riconoscibilJ sono molti, per coloro cui piace ,individua,111i.Il primo stadio del rock 'n' ro!,J finisce in pratica ,intorno a1hlaprumavera del 1964, dopo « CAN'T BUY ME LOVE ». La fine drula fo11mazione beat si determina neH'agosto del 1965 con « YBSTERDA Y » con la introduz,ione degl,i archi. Continuando si ~riva agli esper,imenti serj nell'agosto del '66 con « REVOLVER » ed. in seguito con « Sgt. PEPPER ». Comunque ad ogni ripresa hanno saputo anche ahlaociare la musica nuova e quelila tlrad~z,ionale come in « FOR NO ONE », « ELEANOR RIGBY » e « I AM THE WALRUS ». E proprio con «REVOLVER» che iniz,iamo quest,a veloce 27 carre!,lata su l'esperienza totale di John, P,aul, George e R.ingo. Con il 1966 inizia anche il periodo psichedelico, e proprio in« DR. ROBERT » (un denti 1 sta loro amico ohe sommimstra ',strana roba') se ne ha la constatazione testuale e in «TOMORROW NEVER KNOWS » quella musicale. Comunque •il fu.imoso e allettante Revolver ar11iochisce i Beables di altre espenienze oh impedi,nanmo loro di appari-re in pubbhco data fimpossibillità dell'esecuzione da:! vivo di pezZJicomplessi e orohestrati. Con « LOVE YOU TO ;, abbi,amo irl prrmo contatto or,ientale di George Harrison, a seguito deg1i insegnamenbi del maestro Ravi Shankar. Non mancano espressioni vagamente jazzistiche di «GOT TO GET YOU INTO MY LIFE », e classicheggianti di « FOR NO ONE ». In questo ,intarisio musicale t'l'ova posto anche la filastrocca, non così semplice neNa realizza. zione di « YELLOW SUBMARINE ». Per dar maggior ,significato aU'album, in chiusura troviamo la già ,oit,ata « TOMORROW NEVER KNOWS » che rappresenta proprio l'avanguardia di questo periodo con i suoi effetbi elettronici, nastrii suonati aiM'inverso e sop11attutto la base dtmica ossessiiva e monocorde. La cessa:mone dei tours, permette sbrade ai quattro di •sc~ere temporaneamente strade dive11se: films, studi, V'iaggi. Nl f:ra,ttempo negli States, Dylan pubblica il monumentale « Bloncre on blortde » ed j Beach Boy.s presentano il loro capolavoro « Pet Sounds ». A S. Francisco un'àntera m.1ova gener,azione di complessi esce lentamente dal suo collinoso grembo con la musica fatta da e per i laureatli dell'acido. Ma mentre questa gemma contenente un nuovo f,iore che da un momento aill'altro 1 può sbooo~are, •i Beatles ci mandano un misterioso messaggio, un invito ad un posto chiamato « STRAWBERRY FIELDS » dove niente è reaile e non c'è nulla per divertirsi sull'altra facciata celebrano le semplici gioie di vivere a « PENNY LANE». Queste due frecciate acustiche puntate su un posto all'oruzzonte non le avevamo cap,tate, ma queste erano le stesse voci che hanno accompagnato la nostra adolescenza con la loro energia e vitalità: perohé quindi restare periples,si? Dopo qualche mese di silenzio, all'iinizio dell'estate 1967 i dubbi oi lasciarono, e con otto Bearles sulla copertina, indicanti una consapevolezza di oambiaimenti di ruoli e sibuazioni, « Sgt. PEPPER 'S LONELY HEARTS CLUB BAND » si ,insinua nelle nostre vi,te come un ciclone di petal,i cli fio11isoffiato da un . vento di un'altra dimensione. L'a,Jbum ci costringe ad ascoltarlo in una maniera tutta nuova, c'è un coerente ciclo di canzOlliÌ che i1lumina una ser.ie di immagini sbaloriditive. Prende -tutti gli impulsi e l'emozioni che sono state cap.tati nelle gabbie di New York e nei parchii di Londra e 1i riversa st11lresto del mondo. A un implicito l~veHo al quale i giovani sono intuitivamente coMegati, ofrfre un'alternativa basata su W1 generale etnocenòrismo e totalmente invaso dal sacramento psichedelico. Ma esplicitamente, è soltanto uno splendido disco garantito per tutbi. Senza dubbio, «Sgt. Pepper» è stato il più influente disco rock mai pubblicato. In tre mesi con i suoi 2 milioni e mezzo di copie, deterrnàinò lo spostamento del me11Cato dal singolo all'album e apri- •va, rompendo, le porte della percezione a tutto quell'entusiasmo che esis.tieva nell'intricato collage di suoni e immagini. Il nuovo ruolo dei Beatles assunto su « Sgt. Pepper », come aritisti e messia interpreti del loro tempo, era trasferito alla musica in gene- ,rale. In un clima fiil,trato att,rave11soi primi affailll!Ì dell'ottimismo acido, la loro musica ai daV'a le riisposte alle più profonde questioni, e le nost11e menti germogliantl sbocciavano in fiori i,ncredibilmenti alti. NeWagosto '67 scompare il loro manager Brian Epstein. Sbandati dall'accaduto, Paul assume Je di,rettive del gruppo con le sue idee ed energie, ltntossicati per un po' dal suooesso del,le sale di registra2Jione, i Beatles cercano di conquistare un'altra for. ma a11tistiioa del venitesimo secolo, iii film; e così si imbattono con il loro primo vero insuccesso. Basato su un « MAGICAL MYSTERY TOUR», creato per la televisione e vaganbe nelle campagne inglesà, appenfa uscito moeve universalmente recensioni negative. Nonostante ciò, la musica che hanno composto per l'occasione e seguente Sgt. Pepper, continua con delle brillanti ispirazioni. « I AM THE WALRUS »· riempie l' ,aria con questo turgido ànimale che è i,J completamento dell'ar,oobaleno ohe avevano recentemente rappresentato·.

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