Muzak - anno II - n.10-11 - agosto/settembre 1974

I. "hard è la Cdscicnza che se ne va a spas,,1. E" la rahh<,a che fugge via "itlth, un vihromassaggiah,- re a migliaia di watt. E' la tensione reale che lascia il posto a tensioni fittizie. "fisiche". extrnreali. E' forti emozioni e epidermica forza. dai m,,ralismi, dai falsi pr,1hlc111i. dalla critica strnncatrice (tanll> di moda e tant,, facile). e dall'im:,,- sciente bearsi di una musica che non ha più nulla da spartire con quesh> rnllnd,> (,>ra e 4ui) che hulta in aria vuute par,lle. l;.intu più enfatiche 4uanto più prive di senso. L'hard è stuto uno sc,,ss,me alla pulizia barncchetta dei Beatles. E' stato la par,,la detta con forza c,,ntro un'arte senza vita. E' stato l'inno di mille battaglie, di lotte, di vittorie. Questo il sommario d'una st.,ria dell'hard rnck che esca fuori e Fra Yardbirds e Grand Funk, fra Jcff Beck e Ten Years Aftcr la differenza n,m sta nella sincerità degli uni e nel commercialismo degli altri. Sta nel pubblic,, a c·ui si s,>110rivolti i primi e nel pubblic,, a cui si riv,,lgnn,, i sec,mdi. EQUIVOCI CHE VORREMMO DISSIPARE A prima vista, può sembrare che il difetto maggiore dei moderni gruppi hard sia 4uello di far musica commerciale. Ora, musica commerciale è qualsiasi musica. Ma, si dirà, un conto è far musica e poi venderla, un conto è far musica per venderla. Il problema è di lana caprina o, se preferite, del sess,, degli angeli. Si pone in realtà l'esigenza, sempre che vogliamo tentare di uscire dai luoghi comuni e dai partiti presi, di esaminare il prblema non dal punto di vista della commercialità, ma da 4uello della reazione favorevole o sfavorevole e da questa risalire a quei fattori della musica che ci possono permettere un discorso vicino all'oggettività. Così crediamo di non sbagliare additando nel primo hard una capacità eversiva, di progresso, di rivoluzione nella musica, proprio rispetto .alla contrapposizione che questo tipo di rock si imponeva nei confronti della musica semplice e piena di sottili (quanto vuote) vibrazioni. Il pubblico d'allora, i giovani di allora anche da noi, presero la palla al balzo e fecero dell'hard, del dark sound, dell'heavy rock una bandiera di rivolta. Ne compresero non tanto la vuota forma ossessiva e sconvolgente, quanto ,i "contenuti": la forza dirompente che mostrava la realtà sociale di della vita tutta. In quesh> clima la risp,mdenza del pubblic,, ai gruppi hard era una rispondenza profonda, era un riconoscersi (forse infantile, senza dubbi,, limitat,>) in un cert.> disc,,rso, in una musica violenta e pesante. li successo di allora non era commercialità, era impali,>, rapporto dialettic,, fra musicisti e asc,>ltaturi. Oggi questo non è più vero. Oggi, l'hard rappresenta, per fatale contrappasso, l'esatto contrario: è il tentativo, in parte riuscito, dell'industria culturale di . perpetuare all'infinito una m,ida senza tempo. Alla immediata rispondenza di allora si è sostituita -la persuasione· occulta. Attra verso quali meccanismi? Qualcuno ha scritto recentemente criticando la nostra posizione negativa sull'hard sostenendo che dopo il lavoro si ha bisogno di scaricarsi. E cosa vuole di più l'industria culturale, serva furba dell'establishment? Non è forse suo interesse guadagnare il massimo su una fregatura? Scaricarsi ... per ricominciare l'indomani a lavorare come una macchina senza cervello e senza sentimenti? Per non lottare più. Per essere completamente lobotomizzati, in un mondo fatto di bassi profondi. sviste una generazione che, comp,,sita al suo interno, stava cercando la via di una ribellione; d'un mudu d'imporsi, di provocare i benpensanti della culÌura, dei costumi, fall.iu-Jimi. tanh, rum,>rc e t;wti riff' Commcn.:iale. in sen~o negativ, ,. un genere muskale diviene 4u;ind,>, pers,, il suo ~lreth> cnllcgarnen1<1cnn le istanze s,,ciali e culturali, si riproduce sempre uguale, m,>da senza tempo. rn,>- dello senza evoluzione, barath>I,, vecchi,1 nel carro della storia. Il. BISTURI CASTRATORIO DELL'HARD DI OGGI Ma il pr,>blema n,,n ~i ris,,lve in una Cllntrapp,>sizi,me nuda ecruda "forza-deb,,lezza", "ritrnomel.,dia" "durezza-malleabilità". Ingenui s,llh> c,,l.ir., ·che cred,>n,, che gli anti-hard sian,> i rnclh>trnmani, o che cuntrn i rozzi Deep Purple si debbano dif.:ndere i fragili Genesis. Il prnblema è una volta di più domandarsi cosa ci asr,.tta dalla musica. E ci si accorge facilmente che scaricarsi. c,,n vi,>lenza da parafulmine o c,>n dolcezza da sonnifero, nun è ciò che si dovrebbe chiedere all'arte. Riprendiamoci la musica, gridava qualcuno temp,, fa. E per che farne? Per godere stesi al sole di quattro note messe in fila. per dimenticare che esiste un mondo n,in esattamente ordinai<> come un giro d'accordi? O nun invece per dimostrare anche nella musica che i nostri valori S•Jnu diversi, che esiste e si va faticosamente formando un modo nu,1vu di vivere l'arte. la cultura, i rapp,>rti? L'hard, infine, è una musica sciocca. Ma non tanto per la semplicità della sua custruzi,me, u per la p,,chezza del suu repertorio armonico-ritmico. Ma proprio per la nullità del suo valore di verità. Cosa rimanga dopo l'ascolto di un pezzo di hard rock, è cosa che qualcuno dovrà pure spiegarci. Prostituta della rnu,ic·a, I·hard d, "!!~i .:i dà l'eml>l.i,lllC.: fru'.\trantc e umilii111lc di un flll>1nento. umiliante per 1111iu.miliante per la mu,ica. Ma 4uali altri ç,,ntrihuti alla crescita darà un pc1.zo di mu~ica hard? I .a masturbazi.,ne del1\,rccchi,>. la morte della c·o• ,cienza critica. l'ahbandnn,, del!., Vlllontà di lntta. UN DISCORSO SENZA 11.LUSIONI SUL FENOMENO HARD Distruzione-cnstruzione. Quc,.to potrebbe essere un altro s,,mmario della storia dell'hard. Finché si è trattato di distruggere. sbeffeggiare. inmizzare su pulizie formali, sui compitini del beat morente. l'hard è vissuh>. in splendore. Quando a quest \,pera ha sostituito un modello in positivo I,> s4uallnre macabr.i di un gi,>c,1 che tenta di divenir serio ha sommerso ogni validità. E sembrò allora che l'hard n,m sarebbe mai stato ass,,rbibile dall'industria culturale, c,H1 le sue durezze. cun la c,,rnplicità diretta che stabiliva con le gi,,vani forze ingenuamente riv,,lhise. E sembrò allora che si poteva allargare il val,,re della musica. farla vivere C•Jnnoi non limitarla al ml>mento dell'ascolto, ma dilatarla ad esprimere tutto quellu che si sentiva. Ma come tutti i fen,,meni culturali di successo immedialli si naufragò ben presto nella cummercialitil e nel populismo. Musica per tutti, musica per chi voglia buone vibrazioni: frase ambigua a cui tutta la musica deve il suo perenne essere inferiore, il su" perenne non emanciparsi. E vengono c,mfuse con buone vibrazioni le peggiori solleticaziuni epidermiche, le peggiori mistificazioni: e l'arte diviene una cosa di cui ci si serve e poi si butta. E del resto, a ben guardare, musicalmente l'hard non è cosa multo complessa: son tre quattro moduli, imparati i quali il prodottu può essere confezionato in serie, con minore o maggiore abilità. Ma ciò è sempre vero quando 7

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