Muzak - anno II - n.10-11 - agosto/settembre 1974

spirituali, e l'uomo che ne viene fuori è tutt'altro che pessimista e solitario, bensì acquista una nuova ottica del mondo, riuscendo a sdrammatizzare ed a superare tranquillamente quei grandi e piccoli problemi di ogni giorno, e ad instaurare un rapporto di serena armonia con le persone che lo circondano. E' il Cat Stevens di "Katmandu" e di "Lady d'Arbanville", dalle atmosfere serene e sognanti che coinvolgono l'ascoltatore nell'ottimismo e nell'amore scaturiti dalle sofferenze passate. E' il Cat Stevens che tesse, inoltre, la colonna sonora di "Harold e Maude", una lezione di humor e di filosofia di cui ci riproponiamo di parlare in altra sede. Da qui ai due albums che seguono il passo è breve. Sia "Tea for the Tillerman" che "Teaser and the Firecat" risentono dell'impostazione armonica e melodica del primo lp., la ritmicità della chitarra acustica e del piano, in un arrangiamento sapientemente dosato che conferisce quella sonorità timbrica tipica ormai di Cat. Tutto si svolge nella solita atmosfera intimista, ma oltre alla serena beatitudine dell'opera prima, si delinea l'analisi un po' più realista della vita, insieme alle umili figure di agricoltori e marinai, ed ai problemi dell'inquinamento e di quel "gap generazionale" sulla bocca di tutti, meravigliosamente esemplicifato nel toccante e sintetico dialogo-testo di "Father and Son". Esemplificato: è forse qui uno dei peccati di fondo di Cat Stevens, il poetizzare, cioè, tanti piccoli flash di vita comuni a tutti, il non approfondire delle questioni che invece ne avrebbero bisogno, il restare alle sfere sognanti della contemplazione senza cercare di risolvere, di dare un significato alle situazioni esistenziali e reali di cui fa bella mostra. E' una posizione di comodo che ha il vago sapore della commercialità e del disimpegno politico, dell'ostinato sfruttamento di una condotta musicale che dà innegabilmente i suoi frutti, e che potrebbe continuar~ a darne. Ma Cat è anche una volpe e, a parte il gioco di parole, si fa sentire in lui il buon spirito opportunistico mediterraneeggiante che lo ammonisce sul pericoloso ristagno della sua produzione. E così cambia qualcosa. Nei due lp. che seguono infatti, in "Catch bull al four" e "Foreigner", si notano nuove componenti nella classica tematica stevensiana. Si respira una nuova aria di derivazione orientale che caratterizza anche la copertina di 58 CAT STEVENS DISCOGRAFIA "MONA BONE JAKON" (Ricordi ILPS 19118). "TEA FOR THE TILLERMAN" (Ricordi ILPS 19135). "TEASER AND THE FIRECAT" (Ricordi ILPS 19154). "CATCH BULL AT FOUR" (Ricordi ILPS 19206). "FOREIGNER" (Ricordi ILPS 19240). "BUDDHA ANO THE CHOCOLATE BOX" (Ricordi ILPS 19274). Catch, abband,,nandu quella visione infantile del m,,ndo che aveva improntato il lav,iro svol1<1 in precedenza, ed immettemfo invece vaghi accenni autobiografici. Perfino la ~truttura p,lrlane della sua musica variu: passa dalle brevi canzoni alla lunga suite di "Foreigner'', cercando di c,mciliare le sue tipiche espressioni vocali e contenutistiche. con uno schema musicale che a prima vista risulta plasmabile in una diversa dimensione. Tutto ciò nasce a livello d'esperimcnt,,. e tale rimane anche dopo la messa in opera. Non convince. infatti. né questa nuova componente mistica. né il tentativo tecnic,i-musicale della suite. ed anc,,ra una volta Cat si accorge di navigare in brutte acque. A tutto queshJ si aggiunga pure il senture che gran parte del suo pubblico sia rimasta legat.t alla p,,esia di "Wild World" e di "Morning has br,>ken", ed il risultato logirn di quest 'impressivne unita ad una coerenza di pensiero che desidera mantenere, si estrinseca palesemente in "Buddha and the chuc,,late box". E' forse un c,,mpn>mc,,,., manieristico. forse la risultante dell'evoluziune-inv,,luzi,rnc spirituale di un uumu timido ed umile. almen<>a sua detta. ma nlln v'è dubbi,, che l'effett,1 finale ,ia tutt'altrn che nuov,i. Anche nella grafica naif della copertina rill>rna ai tempi del vecchio Tillerman e del bambino Teaser c,,I gath1 r0ss0. questa v,)lta con la storia di un cinesino e di un ragnu flautista che tende a magnificare la saggezza illuminante del grande Buddha. Così si arresta la storia del 11<1stro Gal!,> che sembrava aver fattll un pass,J avanti verSl) nL11..wi oyzz,rnti. ma che ha ritirato subi- -(0 la zampa forse impaurito da qualc,isa. Non. con questù. che si v,,glia dare una visione del tutto negativa dell'artista. in quanto nella vita. e quindi nella musica. si ha bisogno pure di momenti felici e spensierati: né crediamo nell'incapacità di nuove forme espressive di Cat. poiché ha dimostrat,1 ampiamente il contrario c,m i suoi tentativi. L'unico appunto che vogliamo rivolgergli. però. consta di una superficialità trnppo diffusa in lui. della non precisa collvcazione politicll-sociale dell'uomo-ca! che svolazza dalla ingenuità di un bambino alla felicità di un giorno di sole senza soffermarsi sui perché delle cose, relegando il tutto in un mondo di pura poesia. Alessandro Branco

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