Anno 1967. Mentre negli U.S.A. tutto è già fii1ito da un pezzo, compresi I vari Ginsberg e Kerouac fagocitati dal perbenismo consumistico e 1'acid rock che sta diventando veramente acido, in Europa si è ancora in pieno boom demografico-musicale. Quelle poche grida di libertà e di ribellione che erano trasudate dalle maglie imperialistiche di mamma Amerika, hanno attecchito in modo particolare sui cugini anglosassoni, vuoi per affinità etniche che per innata cocciu" taggine nello spulciar 0 qual barlume di novità, e dopo aver degenerato nelle guerre rockersmods e nella beatlestonemania, si polverizzano in ,mille direzioni diverse, grazie anche a matrici di chiara derivazione jazz. Si è giunti, cioè, alle espressioni psichiche dei Soft machine, a quelle psichedeliche dei Pink Floyd ed alla totalità musicale dei King Crimson. E' un entruterra musicale, quindi, ben delineato almeno nei suoi possibili sviluppi immediati. con un ancestrale retaggio di formalit/\ nordica che trascende la visceralità del rock, E tra i tanti figurini che si muovono in questo proscenio pseudo-intellettuale, appare l'embrione di una persona! ità che sembra distaccarsi dalle altre, quella di un certo Stephan Georgiou, meglio conosciuto come Cat Stevens. Ricco di un patrimonio spirituale ben diverso dallo sdilinquimentu tipicamente inglese, merito soprattuto delle sue discendenze etnograficamente localizzabili tra la Grecia e la Svezia, non può fare a meno. tuttavia. di subire il pesante condizionamento musicale e culturale allora predominante, e, rifacendo il verso di qualche collega più fortunato, passa i n<'sservato di fronte alla maggior parte del pubblico preso da tutt'altri mostri sacri. E sparisce per quattru anni. Cosa sia successo in quel periodo si riesce a saperlo sulu nel '70, quandu riappare col "suo" "Mona Bune Jakon". Ha passato quasi la metà di quel periodo a letto con la tuberculusi, esperienza fatalmente determinante nei confronti delle sue espressioni 57
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