LE TESTIMONIANZE Gus McNeil, giornalista australiano, scriveva nel '72 del rock tedesco: " ... è suono sperimentale, socialmente curioso, politicamente consapevole, tempestoso ... il rock tedesco indica a noi australiani una via per sviluppare la nostra musica, ·senza glorificare l'abilità artigianale e senza che la nostra musicalità venga improntata' dallo studio di dischi americani e inglesi. Unione della tradizione e conoscenza del proprio ambiente: queste sole sono le premesse per risultati decisivi". Jurgen Dollase, leader dei Wallenstain dichiara: "La musica è troppo importante per essere destinata unicamente al divertimento. A cosa servono i musicisti pop. cantanti, managers, promoters che hanno intrapreso tutti insieme la ricerca e I'affermazione del vero, del bello e del buono? Noi vogliamo pensare che la musica ci lasci qualcosa, che ci aiuti a dominare realtà diverse. Non a dimenticarle, bensì a dominarle. A tal fine abbiamo bisogno di molta forza, di una forza che ci consenta di batterci contro ciò che ci circonda, o di ritirarci". Christian Burchard (Embryo), da un'intervista redatta al festival pop di Travagliato, Italia, 1972: ci accusano di fare dell'avanguardia e di copiare Frank Zappa, non conoscono i nostri sacrifici... ci esprimiamò liberamente e siamo tacciati di incomprensibilità, non possiamo condurre una vita tranquilla, perchi non la vogliamo, essendo al di fuori del sistema ... in Germania professarsi comunisti vuol dire "streghe" e la caccia è aperta, soprattutto nei confronti di quanti vivono in comune, siano artisti o no... ma andiamo avanti ed i risultati ci sono ... ". 50 Chris Karrer, leader con John Weinzierl degli Amon Diiiil Il: "Per anni siamo andati alla ricerca di un suono che fosse solamente nostro, ma proiettato sulla nostra terra, anzi che sgorgasse da essa, questo è stato concretizzato in 'Phallus Dei' innanzitutto, il resto è venuto spontanea- •mente date le radici. Attualmente del movimento 'umano' da cui è nato il nucleo Amon Diiiil poco è rimasto in senso di vita, ma le ragioni che una volta ci hanno unito sono rimaste le stesse, nonostante i parziali successi; amiamo la 'musica della terra' perché viene dalle nostre vene, da menti unite prima in senso sociale, poi anche musicale... ". Walter Wegmuller, autore dell'opera cosmica "Tarot" ... sue parole: "Fratello, basta guardarsi negli occhi e respirare il tao stesso respiro per sentire scorrere la tua e la mia musica, in fondo è semplice essere uniti... ". Florian Fricke, leader dei Popol Vuh, dichiara nel '72: " ... lasciateci fare della musica. Della musica che ci faccia del bene. Che ci trasferisca dalla 'Esteriorità' alla 'Interiorità'. E, una volta raggiunta quest'ultima, lasciateci rimanere uniti". Ed ancora, dopo un concerto mal riuscito a Leverkusen, '74, così si esprime: "Non è andata bene, è chiaro, ed il gruppo era 'fuori' perché è difficile restare uniti sul palco, davanti a migliaia di persone, ed ogni volta ad esprimere completamente se stessi ... per questo ho suonato il pianoforte come Elton John, perché credevo talmente in quello che facevo da non poter dare a ragazzi come me un suono che in quel momento non fosse vero, vibrativo: non sapevq suonare, in quegli attimi, ed ho voluto dimostrarlo ... non riderne". Gli stralci presentati non so quanto possano chiarire l'idea di fondo dell'articolo: tecnicamente l'intelaiatura-flash della Germania può meglio presentarsi nelle parole di Rolf Ulrich Kaiser, scrittore, giornalista, saggista e leader delle più importanti etichette d'avanguardia in Germania... prendiamo queste dichiarazioni con la dovuta cautela. "Dalle origini del nostro rock ad oggi molto è cambiato, il movement non è divenuto industria, ma la musica è forse divenuta 'prodotto': non si è potuto evitare e tutti se ne accorgono. dagli artisti, che preferiscono lavorare in Inghilterra (Tangerine Dream ad esempio, ndr) al pubblico, che vuole musica sincera e se la crea da solo. magari suonando a casa un tamburello. Nessuno di noi in Germania, vuole l'industria del rock e lo abbiamo dimostrato a lungo con le nostre forme di autogestione, di libertà assoluta dai vincoli con le case discografiche. ma se la situazione attuale è splendida. dobbiamo iniziare a preoccuparci per il futuro, perché il fulcro dei nostri musicisti migliori non emigri, perché non ci sia una dispersione delle forze". Domanda: ma questo non vuol dire rendere la musica settaria. impedirle l'apertura verso gli altri paesi. comunicare insomma? Kaiser: la nostra musica è stata a lungo autonoma e può restare tale, deve farlo se vuole la libertà. Domanda: Libertà vuol dire lavorare solo per la OHR Musik. o per Mr. Kaiser? Kaiser: Libertà vuol dire fare quello che si vuole all'interno di un sistema oppressivo e disumanizzante, è chiaro che la nostra etichetta non è un ordine monastico o il rifugio per menti sbandate. Direi che libertà e professionismo, in questa dimensione. debbano andare d'accordo. Kluus Schu/ze.
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