CRITICA per il pop suo 13islacca idea, quella di parlar di Adorno. Idea, però, tutto s,,mmato valida. li ghett,, culturale in cui per anni hanno tentato. con alterne fortune, di rinchiudere la cultura gi,,- vanile, può anche essere spezzato. E non tanto nel riaffermare una continuità. cioè nel porsi come cultura del nostro tempd. Quanto nel saper esattamente calibrare quanto questa odierna sia cultura e quanto quella passata possa ancora aver corso. non moneta da guardarsi come cimelio numismatic,,, ma da usarsi come unità del valore di scambio dei fatti culturali. Ed ecco che parlare di Adorn,> perde ogni caratteristica funebre-funebre-ricorrenziale. E diventa servirsi delle teorie da altri elaborate. frugarle, separarne l'utile dall'accessorio, il valido dallo strumentale, il valore metodologico dalla sterilità polemica. Adorno: forse uno dei pochi, se non l'unico, a insegnarci a riguardare ai fenomeni musicali come fatti (cioè realtà ) s,iciali e s,,cialmentc determinati. Non è più (e quesll> è merito anche della cultura "alternativa"). Adorno, il fiore all'occhiello di tanti intellettuali o artisti sfortunati. E' un insegnamento pr,,fondo e durevÒle. La critica come analisi sociologica e la soci,>- logia come strumento critico sono in Adorno motivi fondamentali. La prospettiva del suo pensiero e della sua militanza critica è tutta in questi orizzonti. La funzione della musica è cangiante, di ,'tempo in tempo modificata con il modificarsi delle strutture sociali. con l'alternarsi del potere fra le classi. La reificazione, la riduzione della musica a merce che è caratteristica del nostro tempo, dipende proprio dalla completa alienazione dell'uomo. 46 malgrado ormai delegante anche il suo io spirituale alle leggi di mercat,>, allo scambio. all'obsolescenza. L'analisi profonda dei meccanismi che regolano la vita musicale dell'individuo. qui e oggi determinato. permette ad Adorno di verificare una sorta di crisi delle arti di volta in volta superato nella d,>decafonia viennese di Schonberg, in Webern. nei cosidde1ti post-post-weherniani. C,mtemporaneamente è l'attacco impieloso al jazz, alla musica leggera. "Vuoti prodotti dell'industria culturale". momenti di reificazione, cosizzazione del fatto artistic,>. E allora perché, ipocritamente ce ne occupiamo? Perché rendiamo omaggio a chi più di ogni altn> ha disprezzato la musica di cui ci interessiamo? Perché pensiam,> che il "metodo", una me1odologia non empirica per l'indagine dei faltori culturali valga m,>lll>di più di prese di posizione settarie sui Cl>ntenuti. Perché, al conlrario di tutti i crilici consacrati, siamo convinti che non esistano "scuo• le ... "generi". realtà separate da difendere, ma che la cultura, oggi, c0me ieri, come domani abbia bisognll soprattutto di essere difesa contro se slessa: contro la mitizzazione della Kultura. contro il disprezzo della Cullura, conlro tutto ciò che ne fa val0re (,> Valore) separa Il>dal contesto sociale, umano, politico da cui nasce e di cui è espressione. Adorno dunque, non per far nostre le sue tesi specifiche, ma per ribadire una volta per lutte che non può esistere analisi, giudizio, critica, che non tenga conto delle diversità storiche e sociali. Ma che nello spazio delimitato da queste due direttrici si muova, sbagliando forse, ma certamente non mistificando, non illudendo il mondo dei "profani" su un ipotetico bello eterno. su un 'astratta validità dell'opera d'ane. E' qui che gli altri non potranno mai seguirci (e scusateci la falsa presunzione che in realtà è vera umiltà): nel nostro essere convinti che il metodo d'analisi di una realtà vale molto di più di centinaia di parole dall'eco poelica, di centinaia di vibra- ·zioni che cercano di farsi parola scrilla, di milioni di metafore allucinate. E Adorno, dall'alto della sua sc,mtrosa razionalità pessimista. ci insegna proprio ques10. G.Pi. RAI-TV bilanciodi per VOI Si è concluso un ciclo per la nuova formula con la quale .. Per voi giovani" è andato in onda, dal lunedì al venerdì, per tre mesi. E' tempo dunque di primi bilanci, sia per gli addetti ai lavori sia per gli ascoltatori. Siamo andati a parlare con Paol,, Giaccio, un,> degli animalori. as~ieme a Raffaele Cascone, della trasmissi,me. e gli abhiamu chiesh >di sviluppare alcuni temi e di chiarire per noi la nuova veste di "Per voi giovani". Da un punto di vista "1ecnic0" è stato indubbiamente un successo: un aumento del 50% nell'indice di gradimento rispett,> alla diversa, e in un cert,> senso poco riuscita, precedente edizione. Un successo sottolineato dalle mollissime lettere arrivate e dall'intelligenza del loro conlenuto. Molte, di converso, le carenze: solo tre persone in redazione e, come conseguenza, l'impossibilità di ampliare I'intervento diretto, di poter approfondire, con discussioni e dibattiti, le decisioni dello staff. Non poter usare, per vari motivi anche politici, strumenti adeguali e più moderni (del resto la trasmissione così come è fatta non costa nulla: le inlerviste fatte per telefom>, i dischi inviati per promozione dalle case discografiche, elc.). Gli "scopi" e i "programmi" sono semplici e ambiziosi allo stess,> tempo. Ricevere e c,illegare fra loro contributi, resoconti, esperienze di giovani appartenenti a realtà sociali diverse (dai militanti di sinistra ai cattolici, dagli abitanti di grosse città a quelli di piccoli paesi, elc.). L'intento è quello di far crescere il programma, di dare contributi pratici, di stimolare, e questo è il significato delle interviste, la circolazione delle idee, lo scambio di problematiche al di fuori della solita routine, di spingere l'associazionismo, sempre che cg si riesca. Per quel che riguarda la "musica" per adesso è un po· troppo uguale. Giaccio dice di aver volutamente spinto il country-rock americano, troppo trascurato fino ad oggi. Ma per il futuro le intenzioni sono diverse: esame più approfondito dei singoli LP, un occhio all'attualità, pur non disdegnando affatto le riedizioni di vecchi classici. Poca cronistoria parlata (giudicata troppo specialistica), ricerca di collaborazione oltre che dagli addetti anche da parte del pubblico, collaborazione nel compilare le scalette, etc. Naturalmente ci sono delle "critiche": eccessiva monotonia dovuta alla fissità degli schemi (musica - parlato - musica - lettera - musica - intervista), stacchi poco curati che così concepiti formano un tessuto ormai logoro, interviste a volte frammentarie anche perché i due minuti e mezzo, previsti per non appesantire, non consentono lr,>pp,> apprnfondi-
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