TEATRO pescare:un1 indicazione per il futuro I festival estivi, è innegabile, proliferano come i funghi. Un tempo c'era Spoleto all'inizio e Venezia .illa fine, in mezzo un lungo periodo da dedicare alla meditazi,me. Ora nessuno si salva più. Si comincia in aprile con la Rassegna dei Teatri Stabili e si va avanti fino all'inizio della stagione autJnnale. In mezzo ci sono il Festival dei Due Mondi, Salerno, Santarcangelo, lncontroazi-,me, Chieri, Jesolo e chi più ne ha più ne metta. Quest'anno due funghi nuovi: Positano e Pescara. Il confronto è interessante. Un po· di Shakespeare, un po' di arist0crazia, la Carlina Fracci, Lazzaro giunt0 fresco fresco dal Vittoriale, uç pizzico di Manuela Kustermann, una spolveratina d'avanguardia, tant0 Zeffirelli per amalgamare. Servire molto freddù c0n Laurence Olivier candit0. E' la ricetta per Positano del buon vecchi0 Shespirelli che in gellaba trapuntata, dall'alto della sua terrazza proclama la necessità di un Festival per pochi eletti wn biglietti a caro prezz0 e tanta tanta mondanità. Una cronaca del chi c'era e chi non c'era potrebbe tranq11illamente suonare così: .. La Piazzetta di Positano, più animata che mai, ha visto in questi giorni uno sfavillio continuo di nomi celebri: Valentina Cortese, Lilla Brignone, la Futilità, Paolo Stoppa, Tino Carraro, Gianni Santucciu, la Vecchiaia, la contessa Serbelluni Mazzanti Vien dal mare, l'Idiozia, Vittiorio Gassman, Laurence Olivier, lo Spreco. Faceva gli onori di casa Franco Zeffirelli al braccio della Reazione in plissé nero di Chanel". Facciano pure. Ma intanto lo Stato sovvenziona. Ma intanto gli orchestrali del San Carlo non ricevono lo stipendio. Ma intanto c'è il colera. "Ahi, serva Italia ... ". Ma grazie a Dio non c'è solo Positano. Per esempio c'è anche la Rassegna Internazionale di Teatro Speriment~Ie di Pescara, il secondo fungo di cui parlavamo prima. Questa Rassegna, alla ricerca di spazi nuovi nell'ambito dei festival d'avanguardia, ha visto la luce grazie all'unione degli sforzi del locale Ente per il turismo, dell'ARCI e del Teatro Stabile dell'Aquila che hanno assicurato rispettivamente i fondi necessari, la struttura organizzativa e il materiale tecnico. Ed è questo un primo fatto su cui soffermarci. L'unione di forze così diverse nell'unico intento di dar vita a un'occasione culturale di rilievo è un fatto indubbiamente nuovo e al tempo stesso una strada che multi dovranno seguire nel futuro, concetto questo chiaramente espresso negl'lncuntro dibattito sul decentramento culturale che ha chiuso la Rassegna e nel quale si è avvertita la precisa necessità di superare le rispettive posizioni per giungere a una stretta collaborazione tra tutte le forze disponibili: Regione, comuni, Enti locali, associazioni di base, Teatri Stabili. Altro fatto che merita di essere notato è il prezzo popolare di 2.000 lire a cui sono state vendute le tessere d'abbonamento per tutti gli spettacoli. 40 Tale prezzo ha assicurato alla Ra~. 6 ,. .1 presenza di una folta massa di giovani t. di studenti che hanno portato con sé la garanzia di una costante vivacità e partecipazione espressa nell 'applausu, nel dibattito fecondo e talora anche nel ragionato dissenso. Questa disponibilità del pubblico, stabilizzatosi quasi subito sul ragguardevole numero di mille presenze a spettacolo, è un fatto tanto più positi• vo se si pensa che i palcoscenici pescaresi sono soliti ospitare commemorazioni di Gabriele il Grande a base di Figlie di Jorio e Fiaccole sotto il moggio e nel migliore dei casi qualche fugace apparizione di Nuova Scena. C'è stato, e non JX)teva essere altrimenti, un po' di schock iniziale, peraltro rapidamente superato nel corso degli undici giorni della Rassegna che ha presentato al pubblico pescarese i principali gruppi italiani d'avanguardia in una pan0ramica rispettosissima dei diversi orientamenti. C'erano quasi tutti: Vasilicò, Perlini, Orfeo, Ricci, i Santella, il Gruppo Aleph, Giancarlo Sepe, il Gruppo Albatru's e tanti altri. Vederli uno dopo l'altro al di fuori dell'atmosfera confusa delle prime romane che si inseguono· durante la stagione nell'estenuante ricerca della novità di grido, è stato molto importante. Spettacoli già visti hanno rivelato aspetti nascosti, le novità hanno chiarito alcune cose sulla personalità degli autori. Non staremo qui a riprendere il discorso sugli spettacoli già recensiti in passato e rivisti ora a Pescara (Macbeth, Ah Char/ot, Scarrafonutti), ma ci preme fare una constatazione generale maturata durante la Rassegna di Pescara. Nell'ambito dei gruppi sperimentali si stanno creando due fronti, due modi di intendere il teatro e di viverlo, due diverse strade soggette ambedue a interessanti sviluppi. Schematizzando potremo dire che da una parte c'è l'impegno politico-ideologico e dall'altra la ricerca formale. Non è naturalmente così semplice e le due strade si intersecano spesso, ma in linea generale si può dire che alcuni esponenti del panorama sperimen-
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