Muzak - anno II - n.10-11 - agosto/settembre 1974

wis. Niente però che possa giustificare questa insistenza. Si sarebbe potuta definire una serata per quarantenni ma il puhblico, prevalentemente giovane, ha deciso il contrario accordando a tutti entusiasmo e applausi. 2. giorno • Todi La seconda serata si è svolta in una piazza a dir poco meravigliosa; la piazza centrale di Todi. Ha iniziato la serata l'onesta e commovente "Perugia big band" con pezzi di Duke Ellington. allo scdpo di ricordare il grande jazzista da poco scomparso. Poi c'è stato il sestetto Thad Jones e Mel Lewis, un'edizione ridotta e più agevole della grande orchestra. E. finalmente, la prima grande emozione del festival: il quintetto di Charlie Mingus. Prima del concerto c'erano alcune perplessità. Mingus. infatti. recentemente ha mostrato segni di stanchezza che potevano compromettere la carica di ironia e di aggressività che lo ha sempre contraddistinto. Al contrario il quintetto, in piena forma, ha fatto esplodere l'entusiasmo della folla che gremiva la piazza. Oltre a Migus suonavano i sassofonisti George Adams e Bunny Bluette, il pianista Don Pullen e il fedelissimo batterista Danny Richmond. Il contrabbasso di Mingus è stato, come di consueto, il perno, la guida dell'intera esibizione, sostenendo insieme al formidabile Rie mond gli a solo, e scandendo i tipici cambiamenti di tempo e di atmosfera cari a Mingus. L'impallo è stato forte, violento grazie all'aggressività dei due sassofonisti e del pianista che compensavano l'imperturbabile ironia della personalità di Charlie Mingus. Un vero trionfo che ha costretto il gruppo a prodursi in un lungo bis dedicato a Ellington, introdotto dallo stesso Mingus che da solo ha suonato il "classico" ellingtoniano •'Sophisticated lady" • ' 3. giorno • Perugia A Perugia. dopo i soliti Thad Jones e Mel Lewis, è salito sul palco Keith Jarrett che ormai il pubblico italiano conosce benissimo. Jarrctt si dimostra sempre un grande persuasore di folle, un abile e fine incantatore, che riesce a tenere a piacimento I 'attenzione della gente con la sua poesia semplice ma sovraccarica di tensione. Anche lui ha meritah> l'ovazione del pubblico. Dopo Jarrell è stata la volta di Gil Evans e la sua orchestra, mollo atteso, essendo sempre stato un inlelligente promotore di nuove idee (famosi, tra l'altro. i su,>i arrangiamenti che segnarono la nascita del ·•cuoi jazz''). Come è tipico nelle orchestre direite da Evans la gamma dei fiati è molto più ricca. come estension tonale, delle consuete orchestre jazz. E·vans c,>munque, non ha completamente convinto anche se non sono mancate le soluzioni stilistiche di un certo rilievo. li sound globale ricordava certi •esempi di jazz-rock. magari inconsueti per una grande orchestra. Un moog e percussioni varie arricchivano gli impasti dei fiati e la sezione ritmica. Notevoli gli interventi dell'eclettic,> e simpaticissimo tubista Howard Johnson. 4. giorno • Guhbio La quarta serata di "Umbria jazz" si è svolta in un'altra stupenda piazza. quella principale della cittadina di Gubbio. Ha aperto la serata il quartetto del sassofonista Sonny Stil!. Anche il suo hard-pop, tranquillo e scorrevole, ma privo di episodi rilevanti, è slato gradito dal pubblico che poi ha tributato una nuova grande ovazione alla seconda esibizione del quintetto di Charlie Mingus. In chiusura nuovamente l'orchestra di Gil Evans. Churlie Minl(IIS Il s110pianistu 37

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