Muzak - anno II - n.10-11 - agosto/settembre 1974

de e minacciose fanfare di una volta, pure se le composizioni sono note ed alcuni pezzi "storici": splendida, innanzitutto, la riedizione di "Tarkus". La lunga suite ha qui ampio respiro e giustezza di linee, mancano le sbavature ed i tendaggi pesanti giacché i protagonisti contengono personalità e furia tecnica ai fini di una narrazione logica e distesa: è Lake, essenzialmente a dominare la scena, voce e cascata e buone scelte tonali... sua la conclusione acustica della crimsoniana "Epitaph" omaggio e ricordo, alla ricerca di miti e strutture che ELP mai ha posseduto appieno ... Buoni anche gli arrangiamenti di "Haedown" (composizione di Aaron Copland), "Jerusalem" e "Toccata"; dall'adattare il classico in termini rock il gruppo esce a testa alta, nell'incitamento e provocazione che queste armonie muovono, nella struttura stessa di esse... si dimostra in breve la validità del classico nell'inserimento rockistico, quanto ELP avrebbe dovuto sempre esprimere al di là dell'aspetto meramente tecnico. Il secondo album è tra le cose migliori e più linde in assoluto: c'è virtuosismo e burattinaggio ancora, ma il tutto è abbandonato dialetticamente nel rock live, nell'ambito finalmente di- • scorsivo e dialogico nei confronti del pubblico: sono i tratti di "Take A Pebble", "Stili ... You Turn Me On" e "Lucky Man" ad esprimere idee melodiche giuste e correttezza culturale ... poi la "Piano lmprovisations" emersoniana, suoni a girandola, timbri puliti ed agglomerati di tempi a ruotare intorno al jazz ed al classico ... il lavoro si rapprende molto nelle ultime righe ed Emerson Lake & Palmer perdono ancora una volta molta della loro fierezza ... il suono diviene nuovamente pulviscolare ed arbitrario, ma è poca cosa, forse ... L'album non avrà vita facile, ma ha grandi capacità in potenza, potrebbe mostrare cioè il trio agli appassionati e non, nell'ambito di una musica fatta di riti e di scuole tecniche, di stilizzazioni ed ironie, di insiemi controllati dove forse, troppo a lungo, è mancata l'emozione della libertà. m.b. NUOVACOMPAGNIA DI CANTO POPOLARE "LI sarraclnl adorano lu sole" (EMI) Quando la "compagnia" apparve per la prima volta era una voce nuova ma isolata nell'ambito della canzone napoletana, da sempre fossilizzata nella sterile raffinatezza dei Murolo e nella deteriore e pacchiana popolarità dei Mario Merola. Oggi il movimento, se cosi vogliamo chiamarlo, si è allargato e comincia ad avere un notevole peso nel bilancio delle nuove ricerche della musica italiana. Oggi c'è Bennato, col suo umorismo grottesco prettamente napoletano, c'è Alan Sorrenti che reinterpretando un classico della canzone partenopea alla sua maniera apre nuovi spiragli, e c'è un nuovo gruppo rock che si chiama Napoli Centrale. Il discorso che porta avanti la "Nuova compagnia" è diverso, ovviamente, ma certamente non è casuale che lo stesso infaticabile ricercatore iI cui lavoro è alla base del gruppo napoletano firmi anche gli arrangiamenti di Bennato. Si tratta di Roberto De Simone il cui nome appare anche sul disco di Concetta Barra, e che è garanzia di dignità artistica e di serietà di ricerca anche quando appare sul disco di una cantante certamente meno significativa ed espressiva come Marina Pagano. Il lavoro di De Simone è inestimabile. Ha riportato alla luce villanelle, tammurriate, canti sociali e politici totalmente dimenticati o addirittura sconociuti, oscurati dal successo po- •polare della canzone dotta alla E.A. Mario, alla Bovio o alla Di Giacomo, che quasi sempre è stata confusa con l'autentico patrimonio folkloristico napoletano. Le esecuzioni della ··compagnia", poi, rendono credibile questa operazione che coinvolge ed entusiasma il pubblico anche non napoletano. "Li sarracini adorano lu sole" è un'ulteriore conferma della validità di queste proposte. Come negli altri dischi, ci sono canzoni di tutte le epoche. Una stupenda "Tammurriata alli uno ... alli uno" in cui, come è frequente nella canzone popolare, la numerazione successiva serve da spunto alla ricerca di rime che originariamente dovevano essere improvvisate, probabilmente a turno, gareggiando in creatività, a volte di straordinaria efficacia, come nel meraviglioso verso "·o trictrac 'nt'a gunnella", gustosa metafora che starebbe a rignificare l'organo sessuale femminile. C'è anche il recupero di una delle più belle canzoni "firmate" della tradizione napoletana; quella "Tammurriata nera" molto di moda oggi, che però viene recuperata all'ottica popolare con la geniale aggiunta finale della parodia di "Pistol paking marna", motivo americano che gli scugnizzi parodiavano all'indomani della liberazione esprimendo il clima della Napoli dell'immediato dopoguerra, così come del resto viene espresso nella stessa "Tammurriata nera". Altri due classici sono "'O guarracino"cantato da due voci distinte e parallele, in una delle innumerevoli versioni, probabilmente la meno contaminata, e anche "'E spingule francese". Ma il patrimonio culturale napoletano è solo un punto di partenza. Quello che importa è imporre un modo diverso, alternativo, di fare musica riportando alla luce la spontaneità. la creatività, il senso collettivo del rito popolare. E indubbiamente la "Nuova compagnia" ci sta riuscendo interessando un pubblico molto vasto soprattutto al di fuori del loro specifico ambito regionale. E con loro sta emergendo una "nuova Napoli" esuberante e creativa che probabilmente si imporrà nello squallido contesto musicale italiano. g. c. INTI-ILLIMANI La Nueva Canclon Cilena (I DISCHI DELLO ZODIACO) La Vedette Records, attraverso le sue due collane I Dischi Dello Zodiaco e Albatros, sta conducendo una politica culturale molto interessante e stimolante. Dopo un lavoro approfondito sulla musica popolare italiana, lavoro che ha il solo difetto di essere eccessivamente dotto, più antropologico che politico. dopo la ristampa di documenti veramente importanti quali i dischi di Cantacronache e l'attenzione prestata alla canzone popolare e antimperialista di tutto il mondo, ha iniziato un meticoloso lavoro di riedizione della canzone popolare cilena. Prima un disco di Juan Capra, il cantautore cileno che ha portato per primo le musiche del suo paese in Europa e in Italia, di lui non si hanno notizie recenti; poi Santiago Penando Estàs di Violetta Parra l'iniziatrice del folk revival cileno, ricercatrice; raccolse un archivio di canzoni popolari cilene enorme che venne distrutto il settembre passato dai golpisti fascisti insieme a tutta la casa discografica. Violetta Parra è morta suicida alcuni anni fa; poi Pongo en tus manos ablertas di Vicotr Jara, cantautore, trucidato dai militari di Pinochet nello stadio di Santiago, dopo che gli furono seviziate le mani affinché non suonasse più; infine Santa Maria De lqulque, e Basta dei Quilapayun, gruppo leader del movimento "Nueva Cancion Chilena". Da tutti questi artisti morti o scomparsi gli lnti-llliàami hanno ereditato il materiale. lo spirito politico, la fede nella rivoluzione e, dopo un disco inciso poco prima del golpe intitolato Viva Chlle!, ora ci propongono questo La Nueva Canclon Chllena che vuole essere un omaggio ai compagni scomparsi. Canzoni di Violetta Parra, di Vietar Jara, dei Quilapayun, testi di Pablo Neruda, un disco che oltre all'ottima musica suonata su strumenti ~i pici amerindi, ci offre un materiale di riflessione immediatamente politica, sia per i testi delle canzoni (tradotti nell'interno di copertina), sia per il modo di affrontare l'espressività popolare. per l'atteggiamento creativo e politico nei confronti della musica, che è un mezzo. non un fine, un mezzo per comunicare al mondo la situazione attuale del Cile, un imperativo affinché non si dimentichi il dramma del settembre 1973, un momento unificante per tutti i profughi cileni sparsi per il mondo, un legame con i compagni che ancora lottano in patria, un ricordo dei morti. E' anche il fatto di salvare le creazioni del popolo, la sua espressione che il fascismo cileno e l'imperialismo americano vorrebbero completamente morta, asservita e schiava. E' un disco senza retorica, senza vittimismo. musica che anche nel momento più tragico del dramma (l'isolamento e la impotenza che si provano vivendo isolati dalla propria realtà sociale e politica) è capace di essere viva, di dare speranza, di dare addirittura istanti di allegria: musica che non fa dimenticare, nessuna evasione, musica per ricordare e er lottare. p.m.r. STOMU YAMASH'TA EASTWIND One by One (ISLAND) Stomu ha una sua propria banda che lo segue, ma Eastwind non era nato come pura appendice al lavoro del percussionista, quanto piuttosto come conseguenza logica e pratica 29

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