Rubrica filiforme, ,egata a colpi di fortuna più che ad ogni altra cosa 'MUZAK ANTEPRIME'' non vuole togliere il pane a nessuno... piuttosto informare con cautela e precisione su . ANTONELLO VENOITTI Campo de' Fiori respira e l'ansia della sua vita gioca un ruolo importante nell'espressione di Antonello ... legato a Roma ma con lo sguardo alla realtà: Antonello e le piazze, la gente, la sporcizia ed i furti, e lo spettacolo, e l'amarezza teatrale ed ingenua, e l'appigliarsi ad ogni sciocchezza per ridere della nostra incompiutezza. e l'amore, su tutto. canta Antonello con voce sempre più sicura, con fermezza di anni. Venditti contiene in sé Roma nelle sue paure e contraddizioni, "Campo de' Fiori" e 'PiazPERIGEO GENEALOGIA Il gioco chiaroscurale del jazz moderno passa anche per un nome europeo, italiano addirittura, Perigeo per eccellenza ed elezione, Perigeo ormai privo di Weather Report e Miles Davis. privo di retaggi e pensieri già scritti: Perigeo è concentrazione ritmica nell'elettroacustica, è l'inquietudine, i cromatismi dei suoi suoni e la pura e semplice tendenza verso il suono del futuro. Come non ridursi alla facile seduzione davisiana... risposta semplice. basta astrarre ogni concetto e scrittura già espressi direzionalmente in questa via e scorrere sui binari liberi di una musicalità propria. ancora non compiaciuta di niente, vi26 anteprima zale degli Eroi", e l'artista vuole la ricerca della verità soprattutto tra le strade.. lo aveva dimostrato con "Le cose della vita", ma li il linguaggio era più consueto, affinato. qui invece il coperchio è stato alzato ed all'artista è finalmente data la possibilità di toccare con mano la realtà, "Cristo" canzoneinno presente tra queste righe ma assimilata in contesti religiosamente meno pericolosi ... l'argomento vendittiano comincia ad essere più chiaro e limpido, privo di diaframmi con la realtà, senz'altro proiettato contro il senso comune di "canzone", di equilibrio insomma tra esigenze contenutistiche, di linguaggio dunque, e ritmiche, dal punto di vista musicale. Antonello batte il tempo a vuoto, però, laddove vuole oggettivare, e spesso lo fa attraverso metafore, concetti che lui ritiene universali: sbaglia in alcune tale e forte perché naturale, spontaneamente jazzistica nei mezzi. lo ripeto. rock-rocknelle conclusioni, sia fisiche che mentali. Perigeo come macchina ritmica ed elettroacustica: la prima parte di questo album è stupefacente. terribile e dolcissima ad un tempo, priva di frazionamenti e con la materia tutta condensata, risolta alla perfezione cioè, in ogni composizione: singolarmente, il gruppo riesce a concludere compiutamente ogni parte del suo discorso. "Genealogia". "Polaris". "Torre del lago" e "Via beato angelico" queste le composizioni di una prima parte splendida, pensieri bellissimi di musica. espressi ora a velocità pazzesca, ora nella calma più regolare: "Genealogia" è ad accordi forti, brevi e secchi, righe di questo album nell'attribuire all'ascoltatore la sua stessa interiorità, cosa che gli era riuscita a perfezione, crediamo, in almeno un paio di esperienze precedenti, e quindi il suo "realismo fantastico" risulta di carattere sin troppo ideologico, un po' privo di una poetica che è viceversa guizzante tra le sue mani quando l'osservazione è sciolta per le vie del mondo, tra la politica, le macchine, le fabbriche, ed il puzzo grasso delle cose; istituzioni e famiglia, senza sottintesi sono combattute seccamente... ed i personaggi sono natural i, la loro danza la vediamo tutti i giorni ... "Quando verrà Natale" è teatro musicale più che "vita" e l'andamento del pezzo, pur restando immune da ogni retorica, coglie l'argomento fantastico, il dolce abbandonarsi tra comico e tragico, tra sogno ed umorismo contrapposti alla filosofia sulla cadenza ormai tipica dell'organico brevilineo pure vitalissimo del Perigeo ... ma è con "Polaris" e "Torre del Lago" che il gruppo tocca i vertici di ogni definiziohe personale, di ogni tentativo fin qui portato innanzi per anni, faticosamente, ed il suono ci giunge finalmente libero d'ogni pastoia, polverizzato e poi fluido e scorrevole, profano e religioso ad un tempo. Questa musica ha un rapporto con il popolo: Gato ha un rapporto con il popolo, Coltrane ha un rapporto con il popolo, Perigeo ha un rapporto con la nostra gente, e tutto è dimostrabile in musica, tra suoni che divengono immagini, olfatto e sensazioni fisiche reali, ricordi, pensieri ed arrovellarsi agro-dolce, speranze e ritorni alla terra, il ritmo del Perigeo è nera della vita, alla durezza dei giorni sempre eguali. Antonello lucido, il fotografo di un mondo in via di liquidazione ed in cui, comunque, ancor qualcosa è da salvare è l'uomo di "Marta" e la sua è espressione politica, pensosa, drammatica: il discorso è dunque concretizzato, perché come evoluzione il cantautore romano non ha espresso cedimenti, da "Il treno delle 7" a "Marta" la forza e l'impegno sono identici, la spiritualità immutata, tra "Ora che sono pioggia", forse tra i pezzi più dolcemente riusciti di questo album ed il gioco pieno di alternanze di sentimenti di "Le cose della vita" la lucentezza è immutata. Non filastrocche, ma musica e parole della terra, dalla bocca di un Venditti maturo ed attento, dunque, ma non bastano queste poche righe ... m.b. sensibilità, mai ginnastica pur fine e pulita ... ...nella brevità di questo incontro la nostra analisi risulterà crudele, sincretica ed inutile, forse apparirà più chiaro l'entusiasmo viscerale e la fiducia nella formazione di questo splendido "Genealogia"... anche dove, nella seconda parte la scena è meno limpida ed il senso rituale di una musica immortale perde qualche contorno concreto "(In) Vino veritas" e la trama è più convulsa, il pelo del suono un po' arricciato ... Il Perigeo appare conscio della propria importanza, per questo, anche, la sua presenza sulla scena italiana è da non perdere assolutamente, costi quel che costi ... la ripresa del discorso ad una più permissiva occasione. m.b.
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