loro possibilità di occupazione, alla pensione, alla previdenza dei rischi sul lavoro ed alla relativa assicurazion&.i< Claudio: Se non esiste una presa di coscienza di questi problemi è tutta colpa di noi tecnici in quanto non esiste una categoria di questo genere ed il relativo regolamento. Io penso che questo avvenga perché molti considerano questa attività come non professionistica ed infatti i fonici in Italia sono veramente pochi. Anche io, del resto, frequento l'università ma se avessi una benché minima speranza di potermi organizzare con il lavoro in questo campo lascerei tutto e farei solo questo. Noi tecnici siamo trattati e considerati nel modo sbagliato e molta della musica cattiva che si ·produce in Italia risente di questi effetti. Io penso che la SIAE dovrebbe stanziare un fondo per quanto riguarda le pensioni e le assicurazioni, i rischi che noi corriamo s,ino davvero tanti non vorrei rimetterci la pelle o qualche organo del corpo. Anche noi tecnici, come qualsiasi altro operaio, viviam,> la nostra condizione di sfruttati anche se nessuno se ne accorge ed il bello è che non abbiam,> nemmeno un sindacato con il quale organizzarci per rivendicare j nostri diritti. E' anche colpa delle scuole che in Italia mancano, 111entredovrebbero essercene per coloro che fanno questo lavoro perché solo così si potrebbe essere più preparati e più qualificati. Muzak: Quule pensi che siu il futuro della tua professione, pensi di avere un fu/uro come tecnico? • Claudio: In queste condizioni penso assolutamente di no. lo voglio avere uno sbocco professionale serio, voglio avere la possibilità di occupazione a lunga scadenza c,ime qualsiasi altro professionista. Purtroppo guardo la situazione dei gruppi e resto perplesso, poiché se non sono tenuti in considerazione loro figurati noi. Quelli che manovrano consapevolmente questa situazione devono però stare molto attenti a trattarla in quanto, se succederà qualcosa, c,ime io spero, saranno guai grossi per molti. Noi in fondo siamo dei lavoratori sJagionali, lav,iriamo con le tournée e dovremmo essere super pagati ed assistiti come tutti gli altri lavorah>ri di questo settore. Fino•a quando questa situazione sarà misconosciuta? Speriamo che qualcosa si muova altrimenti nel giro di pochi anni non avremn sol<>la musica d'oltre oceano a deltare legge da noi, ma anche i tecnici verranno a farsi i snidi qui. E quelli vogliono essere strapagati. Muzak: In çhe rapporti sei con Alan Sorrenti e come esplichi lu tua attività di fonico verso di lui? Marcello: Da qualche temp,1 ho smesso di lavorare per Alan, è una cosa che ahbiam,> decis,> assieme perché lui ha altri interessi ed in, del resto, di:vo fare un altro lavoru. Questo dimostra a quale punto di intesa sono arrivato con lui prescindendo da qualsiasi legame d'inerzia. Se abbiamo veramente da fare qualc,>sa lavoriamo e poi ognuno per la sua strada, proprio perché ognuno può avere altri interessi ctie prescindano dalla musica. Quesh> vuol dire che noi non c1 vea,amo piil, anzi, proprio perché ognuno è libero della propria libertà quando si sta insieme vuol dire che se ne ha voglia vera!flente. Ora lavoro da qualche tempo con i Saint Just perché vogliono sfondare anche all'estero ed hanno bisogno di genie di molta esperienza in tutti i settori e mi ci trovo altreuanto bene. Muzak: Secondo quanto hai detto il personaggio del tecnico assurge proprio a quella del professionista più vero. Marcello: Infatti io la penso proprio così, perché io faccio una netta distinzione tra il fonico ed il tecnico. Il fonico è il vero professionista, è colui il quale non ha legami di sorta con nessuno e la~ora _c~n le per~one _più disparate pur mantenendo con queste degh ott1m1 rapporti a livello umano. Se questo rapporto viene a mancar~ il fonico non è completo né dal punto di vista professionale, ne tanto meno, da quello umano. Il tecnico invece deve per f?rza sce_gliersiu. n "datore di lavoro" fisso che gli dia la possibilita materiale d1 guadagnare. Questa distinzione può essere una soluzione al problema al quale abbiamo prima accennalo. Muzak: Intendi riferirti ul problema della pensione, dell'assicurazione e della prevenzione dei rischi sul lavoro? Marcello: Infatti. Il fonico è essenzialmente un professionista e quindi queste cose lo toccano in modo relativo. Lo stesso fatto di essere un professionista implica un certo discorso che esula completamente dal resto di questa problematica. Il fonico secondo me è alla stessa altezza di un dottore, di un ingegnere o di un avvocato. Per il tecnico ed i generici il discorso è differente, essendo queste le persone al centro del nostro problema. Questa gente non è da considerarsi professionista perché hanno delle mansioni in un certo senso limitate e legate solo ad una determinata attività e sono queste stesse dunque che devono essere assisite sotto tutti gli aspetti. Il fonico può lavorare in te}1tro, nel cinema e nell'ambito della musica in genere, mentre il tecnico od i generici hanno solo questa possibilità di occupazione. E' giusta per loro la pensione e tutti gli annessi e connessi ed anzi mi meraviglio come questo possa essere ancora mLitivo di discussione, essendo in ultima analisi dei lavorat<>ri in piena regola e per questo anche soggetti ad uno sfruttamento più razionale ed incontrollato ma non per questo men,> reale. Muzak: In che cosa tu vedi la soluzione di questo problema? Marcello: Innanzi tutto in una presa di posizione reale che implichi un programma di lotta a carattere rivendicativo in modo totale ed uniforme, dove finalmente esista una nuova mentalità organizzativa anche a livello sindacati. Il problema della pensione in se stessa si deve risolvere invece istituendu un nuovo rapporto con i datori di lavoro, ed a questo punto si apre il discorso alternativo sulle case discografiche o sulla SIAE. Muzak: Spiegati meglio. Marcello:· Intendo dire che se la casa discografica e la SIAE operano un'azione di strozzinaggio verso i gruppi e gli artisti in genere, non vedo come il tecnico possa avere via di scampo. Lo sfruttamento esiste ED ESISTE PER TUTTI. Franco Schipani Il tecnico deve stare attento a chi durante il concerto, al buio. strapperà inavvertitamente il jack della chitarra 13
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