Muzak - anno II - n.09 - luglio 1974

INCONCERT festadelproletariatogiovanile BATTIATO Lo stregone ha preparato i suoi aggeggi nel pomeriggio: poi è andato a mangiare ed è tornato per la sera. Ha aspettato che si svolgesse un ordine di scena piuttosto complicato e lungho, e ha suonato solo verso le due e mezza di notte. Molto meglio per diverse ragioni. Quelli che erano rimasti volevano veramente sentire Battiato e tutto è andato molto bene. Luci spente, un telone per diapositive a nasconderlo anco· ra cli più, la dimensione era solo quella del suono. Onde lente che catturano il corpo in un grosso respiro di tutti, un'orchestra tipka della radio della notte catturata con un transistor e portata in mezzo ai suoi suoni per qualche minuto; crescere di suoni e del respiro per arrivare al martellamento ipontico e alla immobilità sempre diversa. L'idea è quella che quello che conta è la concentrazione, l'attenzione; contano po54 ROMAN LO SQUARTATORE In una calda sera di giugno, sul palcoscenico del Teatro Nuovo di Spoleto, Lulu, l'eroina dell'omonima opera di Alban Berg tratta dai due celebri drammi di Wedekind (Lo spirito della terra e Il vaso di Pandora), è stata assassinata a colpi di coltello per l'ennesima volta. Il finale dell'opera era ben noto alla colta platea spoletina, ma vivo sdegno e stupore, specialmente tra i critici presenti, ha destato il fatto che la povera Lulu sia stata uccisa due volte, la prima, come richiesto dal libretto, per mano di Jack lo Squartatore e la seconda per mano del regista Roman Polanski. co o nulla le invenzioni melodiche o armoniche, ammesso che sia possibile inventare. Valgono di più le sfaccettaure e i mutamenti infiniti di uno stesso suono; sono molto più vicine alla realtà che ci circonda. La natura e le macchine non producono progressioni melodiche, ma solo onde mutanti che si accavallano e interagiscono fra di loro. Il suono che ci circonda è Ji. beratorio e bello di per sé, ma sempre legato ai concet• ti mentali a cui lo colleghia· mo, e quasi s·empre questi concetti sono negativi. (Rumore di auto-traffico, meccanizzazione confusione, tensione). I rumori-suoni naturali sono molto bassi di volume, non arrivano come un segnale sonoro definito e accetato come tale, ma ven· gono percepiti solo come rumore di fondo sostanzialmente sgradevole. Battiato compone un insieme di suoni con mezzi elettronici che hanno lo stesso movimento e la stessa dinamica di una delle infinite Quest'ultimo infatti, stroncando tutti gli sforzi del povero Christopher Keene che dirigeva al meglio delle sue possibiltà la Spoleto Simphony Orchestra, è riuscito a far naufragare lo spettacolo in un mare di noia e di ovvietà, deludendo anche coloro che si a· spettavano da lui perlomeno qualche guizzo di grandguignolesca abilità. I cantanti, peraltro di buon livello, non sapevano neppure muoversi e sembrava non fosse stato spiegato loro di che cosa trattava la faccenda. Non parliamo poi dello spirito dell'opera, tradito da continui tentativi mélo culminanti in un ridicolo finale pucciniano che tramu· tava quasi lo splendido grido finale della contessa possibilità di concatenamento dei suoni naturali. Il risultato è affascinante e coinvolgente, è una parte di tutti, anche se tutti non I' hanno riconosciuta e ne sono coscienti; 3 mila watt di amplificazione schiacciano orecchie e corpo, e le onde prendono vita e raggiungono tutti. Battiato è acclamato e richiamato in scena tre volte. Va via con i suoi attrezzi per il suono e il suo più grande merito è quello di Gershwitz in « Che vuol dire quell'andare e venire, quel guardarmi così, Mimì, Mimì, Mimì ». Guai che capitano a chi vuole come contropartita a non aver preteso di inventare nulla; è uno stregone e non un « musicista » e gli stregoni non hanno problemi di ego, non devono dare la loro interpretazione del mon. do e delle cose, non hanno idee. Molto più semplicemente sono un collegamento di coscienza allargata e un tramite connesso con tulio, senza scelte o ottiche personali. Portano una delle verità possibili. m.v. delle scelte musicali coraggiose, soluzioni snobistiche oltretutto di dubbio gusto (Lulu uguale Sharon?). G.L.Ra.

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