Muzak - anno II - n.09 - luglio 1974

SUNRA nuits de lafondation maeght 46 « Una commedia musicale per un Broadway nero ». Con queste parole R. Szyfmanowicz riassumeva, sulla rivista francese Jazz Hot, il travolgente effetto provocato dai concerti dati da Sun Ra e la sua Arkestra a St. Paul de Vence nell'agosto 1970, in occasione delle fa· mose • "Nuits de la fondation Maeght " ». Leggendo le sbigottite ed entusiastiche recensioni che furono seri t te allora, ci si può rendere conto dell'importanza di questi concerti. Con gli spettacoli di St. Paul de Vence, infatti, Sun Ra fa. ceva prepotentemente la sua apparizione in Europa, cir• condato dall'alone di mistero che si era créato a causa delle frammentarie notizie sul suo conto e sulla sua musica galattica, e a causa della difficoltà di reperire i suoi dischi. I concerti non delusero le aspettative, anzi le superarono ampiamente, coinvolgendo critici e pubblico in una strabiliante festa di suoni e di immagini, di dan• ze e di poesie. Lo spettacolo dell'Arkestra mostrò subito i suoi inequi· vocabili legami con la nuova musica nera, nel contesto del rinnovamento della cultura afro-americana, e allo stesso tempo la sua unicità nell'attuale scena musicale internazionale. Le registrazioni di quei concerti, pubblicati in due volumi dalla Shandar, riescono ancora oggi .a suggestio• nare, a scuotere violente· mente l'attenzione dell'ascoltatore, brutalmente calato nel caos razionale di questa musica che eccita i sensi come in un rito africano, che eccita la fantasia con la proposta di una armonia cosmica da realizzare, e che irrita, anche, col fascino della genialità irriverente. Sono due dischi stupendi, tra i migliori della lunga discografia di Sun Ra, e vanno ascoltati con tutta la disponibilità di cui si è capaci perché sfuggono in ogni modo ad ogni tentativo di schematizzazione. Bisogna ascoltarli, però, pensando allo spettacolo perché è nel cerchio magico della rappresentazione che la musica di Sun Ra vive ed impone al pubblico la partecipazione totale, costringendolo o a subire il coinvolgimento ::ompleto senza riserve, o a reagire con un netto e de· ciso rifiuto. Un concerto dell'Arkestra è irripetibile, cambia continua. mente, sfruttando tutte le possibilità dell'« evento», vive nel momento stesso dell' esecuzione, pur avendo un suo ordine, una sua logica iche .non ostacola minimamente la libertà espressiva. Sun Ra, il maestro, il capo carismatico della comunità, profeta e sacerdote della sua stessa filosofia suona vari tipi di tastiere, ed evoca gli spettri della mitologia nera, proiettandoli nella sua . immaginazione del futuro. Poi arriva l'orchestra esplodendo nell'informale che rappresenta l'universo in espansione. Le danze e le immagini si sovrappongono ai suoni comunicando i simboli astrali che guidano il rito. June Tyson declama versi o canta come in un Broadway nero del futuro. Ritorna I' orchestra e si scatenano le percussioni, nella poliritmia africana. A tratti l'orchestra attacca un riff e ricompare il ricordo delle grandi orchestre del passato: Duke Ellington, Count Basie; è il recupero della tradizione. Sun Ra attacca al moog un lungo incredibile viaggio, « Cosmic ex,plorer », e trascina l'orchestra in questa esplorazione sonora. Poi, al piano acustico gioca nuova• mente con l'immagine dei maestri del jazz. L'oboe o il violoncello discorrono a lungo, raccontando le loro storie, volteggiando sulle improvvisazioni dell'orchestra. Tutto questo in un mare di colori, di immagini, di simboli luminescenti, di fil. mati. I dischi « "Nuits de ,la fonda. tion Maeght " » rendono nel miglior modo posdbile Ja dirompente «totalità» di questa musica, anche se privata dell'elemento gestuale, visivo Sun Ra e l' « Intergalactic re search Arkestra »: la più completa, entusiasmante orchestra della nuova musica nera. Gino Castaldo

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==