espresso gli aspetti più polemici e le aspirazioni più urgentemente rivoluzionarie. E ormai è noto quel suo modo aggressivo e irriverente di suonare che ha trasformato il sassofono in un'arma oratoria di straordinaria efficacia; quel timbro rauco e sporco che è stato la voce della minoranza più agguerrita del « mouvement » nero; una provocazione diretta e violenta nei confronti dell'imperialismo americano. L'Africa, con la sua cultura e le sue lotte, è diventata un modello per i moltissimi neri che sentivano di appartenere ad uno stato nello stato, sfruttato dal governo americano con metodi colonialistici. Gli stessi neri che hanno ricercato nelle loro più remote origini (l'Africa appunto ...) una identità culturale da contrapporre al razzismo. alla dipendenza, alla schiavitù intellettuale. • Kwanza ». raccoglie alcuni brani incisi da Shepp con diverse formazioni intorno al 1969. Ed è una data estremamente significativa perché nell'estate di quell'anno Shepp si è recato ad Algeri in occasione del festival panafricano. Questo festival. oramai fin troppo celebrato, è stato l'occas'one di un necessario confronto per molti jazzisti aire-americani, compreso ovviamente Shepp che, più scatenato e creativo che mai, ha avuto modo di incidere ben tre LP in pochi giorni per l'etichetta « Actuel ». La particolarità interessante di « Kwanza .. è che i brani, incisi tutti negli Stati Uniti, sono databili prima e dopo questa esperienza, così che se ne può trarre un documentato bilancio. I brani incisi nel febbraio '69. appartengono allo Shepp che con disinvoltura passa dalla comicità sguaiata di alcuni suoi sarcastici rythm and blues alla esuberante e passionale liricità del suo free jazz. « Slow drag », invece, inc:so nell'agosto dello stesso anno quando Shepp p•a appena rientrato dal suo viaggio, è il brano più meditato ed espressivo. impregnato dell'atmosfera africana delle recenti esperienze. Al '68 risale un divertente pezzo, « Spoo pee doo ». cantato dal formidabile, misconosciuto vocalista Leon Thomas, che qualcuno ricorderà al fianco di Santana, al concerto romano. dove però il suo ruolo era minimo. Un disco pieno di pregi, quindi, ma che fa un pochino rimpiangere la sfrenata e fertilissima creatività che Shepp ha mostrato in quelli che oggi sono considerati i suoi capolavori. BO DlDDLEY The London Bo Dlddley Sessions CHESS MUDDY WATERS The London Muddy Waters Sessions CHESS g.c. Le famose sessions londinesi dei padri, degli eroi invecchiati che ritrovano un attimo di « gioventù » in queste brevi collaborazioni con gli allievi ossequienti e curiosi. Il Rithm & Blues presupporrebbe un discorso più amp'o, è un fatto sociologicamente complesso che non possiamo analizzare in questa sede. Comunque non siamo di fronte al meglio del R&B. anzi, ci troviamo di fronte a due album di natura esclusivamente commerciale, due album che la Chess produce in eleganti confezioni, con copertine veramente belle, ma che oltre a mostrare i soliti difetti delle London sessions (arrangiamenti standard, mancanza di un'esperienza di vita in comune e di concerti, semplice esperienza di studio), mostra anche i difetti dell'età dei due musicisti e del R&B stesso. Routine, nient'altro che routine, tre accordi dodici battute, un accenno al rock. un'incapacità creativa nel presente. Tanti anni passati a ripetersi in una situazione che, per quanto diversa da quella della musica « bianca», resta pur sempre un fatto commercia·e che non ha nulla a che vedere con il blues autentico. Gli stessi Diddley e Waters (nonostante la presenza degli allievi inglesi: Windwood, Greech, Mitch Mitchell) hanno fatto di meglio in altre occasioni e ora si autocelebrano. Per gli « appassionati » restano due simpatici « in più». WEAT,iER REPORT MysterlousTraveller (COLUMBIA-CBS) p.m.r. La vita del gruppo del jazz elettrico continua: Weather Report raccoglie nuovamente la spendida eredità di « I sing the body electric » e frantuma le perplessità sorte all'uscita del terzo « Sweetnighter »... il cromatismo caratterizzante le prime righe, costruito sul formidabile rapporto jazz • nuova musica di derivazione rock, apre la via a soluzioni che sono paesaggi stravolti, romantici, celesti, insiemi armonici dove scattano meccanismi magici a ripetizione, consistenze sonore nude, propulsioni pure ... mi cap;tò una vo.ta di attribuire alla formazione delle responsabilità, apparenti in quel frangente, che non le competevano, colpe inserite nel contesto più amplio. sociale e politico dell'espressione jazzistica... ma l'orchestra ha dimostrato la sua discendenza dalla matrice negra, ritmicamente intesa, in più di un'occasione ed in « Mysterious Traveller • vengono colti forse i momenti migliori dell'intera narrazione: quello che colpisce è la mancanza di un meccanismo, di una fine regolazione. di un'aprioristica organicità formale: tutto è lasciato al riannodarsi attorno ai suoni del passato. a trasformarli nuovamente in materia sonora pura, In una musica che sia drammatica e distesa ad un tempo, che raccoglie Il meglio. In ultima analisi. delle forme attuali di jazz in miscellanea con il rock d'avanguardia... musica bianca e musica nera, cultura razzista e negritudine. nell'allucinante rapporto il suono del gruppo è venuto a dare ipotesi di lavoro, ha perduto gran parte della forza impattante dell'espressione « colored » per so3 I
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