Muzak - anno II - n.09 - luglio 1974

10n impegnano l'ascolto: adat- :o ai consumatori di country. p.m.r. CHARLIE MINGUS « Moves • Segnalare l'uscita di un •disco firmato da Charlie Mingus è un doveroso riconoscimento alla straordinaria arte del vecchio leone. anche se pare che le sue unghie abbiano perduto l'antica capacità di graffiare. Doveroso riconoscimento perché Mingus è uno dei personaggi che più hanno stimo·ato la rapida trasformazione del jazz negli ultimi venti anni. Il noto contrabbassista infatti, che è anche compositore, pianista. cantante (e scrittore!). era già sulla scena con grinta e personalità al fianco di Charlie Parker, e da allora ha sempre dimostrato di sapersi adeguare ai tempi, anzi di precorrerli col suo « Jazz workshop»: un'autentica fucina di musicisti e di nuove idee, attraverso la quale sono passati musicisti come Eric Do:phy, John Handy, Jacky Byard e tantissimi altri. Questo « Moves » comunque. pur essendo pregevole, è un disco di tutto relax. e rimane perfettamente godibile solo a chi conosce molto bene la travagliata carriera di Mingus e che quindi sa riconoscere nei ripetuti ammiccamenti e nella costante ironia di fondo, le zampa. 30 te ferocemente satiriche, gli sberleffi polemici e la provocatoria intelligenza di un personag. gio blasfemo e dissacratore che come pochi ha saputo dimostrare che jazz non significa solo musica. ma tante altre cose. non ultima delle quali la politica. Ma forse è eccessivo pretendere sempre grinta e incis:vità da un musicista che ha tutto il diritto di prendersi un attimo di riposo, visto che oltre tutto con. tinua a fare della buonissima musica. Rimane però il fatto che come primo approccio all'arte mingusiana sono preferibili altri dischi che già appartengono stabilme:nte alla storia del jazz: « Blues and Roots », « The great concert of C.M. ». o « Pithecanthropus erectus », tanto per citarne alcuni. CAMISASCA Bla bla g.c. Benvenga Cam:sasca. benvenga a raccontarci le sue storie credibili, a dirci la sua angoscia giocherellona, le sue paure kafkiane con il cilindro sulle 23. Benvenga a rinfrescare le stagnante aria di casa nostra partecipando a quell'azione di rinnovamento che poche anime coraggiose stanno portando avanti. Come diceva quel tale: « non son tutte rose e fiori ». ma c'è un suono, ed è già tanto. Un suono che cerca di vivere. di liberarsi dagli ammaestramenti per crearsi un suo spazio. La voce dura. poco malleabile, che si svincola dolorosamente dall'insegnamento della scuola di New York. E se l'organo. i sintetizzatori, ci ricordano Terry Riley, non è difficile scoprire, più in profondità, materia prima nuova ancora abbastanza incontaminata. Ed è soprattutto John. la canzone per l'amico travestito. che sposta in avanti la dimensione, nonostante le parole a volte scontate e l'esplicazione eccessiva. Il dubbio di una retorica dell'antiretorico? Non ci vuol molto a coglierlo. Ma troppo forte è la presenza di Battiate-produttore. è un'esperienza già superata. Strade nuove. p.m.r. RICK WAKEMAN Journe:, to thc Centre o1 thc Earth fA&Ml Musica roboante ed ingenua. concetti estetici che si sciolgono dolcemente tra righe pretenziose, tra lirismi pseudo-sinfonici a cavallo del barocco e l'occasionale punteggiatura strawinskyana. Il prodotto giunge puntuale. ben prima della defezione di Wakeman dall'organico-madre Yes. a conferma di una mentalità che è l'immagine stessa del negativo in rock, del dilaniare ogni essenza di questo strano espressionismo attraverso un decadentismo di forme e contenuti che sconcertano... Wakeman elabora un disegno forse più completo, forse maggiormente unitario del suo precedente « Six Wives of Henry Eighth », ma il linguaggio è conforme ad una musica che nulla ha di pioneristico, turgide rappresentazioni di strade obbligate. di cromatismi forzati (si veda in questo senso la narrazione dialogata del « viaggio •) laddove il senso di pulizia, di gusto per il sincretismo, in fondo elementi positivi nell'ambito del polistrumentismo decadente, perdono ancor più connotazione ed autenticità ... l'esempio è di prammatica: si ascolti un'operazione simile, la « Academy In Perii , di John Cale e si colga questa materia sonora nella sua mancanza di istinto a di natura ... tutto, ancora una volta, è lasciato al caso delle cose prefabbricate. Per dovere di cronaca, risulta esteticamente efficace la e Recollection , in chiusa di prima facciata. ARCHIE SHEPP « Kwanza » m.b. Nelle note di copertina viene spiegato che « Kwanza » è la tradizionale settimana santa africana. Ogni giorno di questa settimana esprime uno dei setce principi dell'africanes;mo: 1) L'un:tà; 2) L'auto-determinazione: 3) Il lavoro e la respon· sabilità collettiva; 4) La cooperatività economica o socia ismo africano; 5) La creatività; 6) La decisione; 7) La fede. L'africanesimo è uno dei cardi· ni della musica di Shepp (e non solo di Shepp ovviamente). il quale con l'urlo violentemente dissacratore del suo sax. ne ha

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