Muzak - anno II - n.09 - luglio 1974

MAHAVISHNU ORCHESTRA: Apocalypse (CBS COLUMBIA Tra le membra nella nuova orchestra elettri'ca, Mahavishnu Mc laughlin è al primo giro di boa completamente individuale, ma tra i seni del compromesso, della nuova rivoluzione, della transazione o della paralisi formalistica: in molti tratti il nuovo intento risuta inspiegabile perché, essenzialmente, manca in questo album •la soluzione continuativa, l'idea una volta solo raggrumata attorno al nucleo sanguigno del rock trascendentale e mistico ed ora rivoluzionata nell'impatto classicheggiante, nella struttura sofisticata, nello schema quasi erotico delle composizioni, tanto queste risultano sensuali e rassodate attorno al contesto pre-sinfonico. Non mi pare sia autocritica, piuttosto un'allucinazione di fondo a muovere l'intera operazione: dalle porzioni introduttive, « Power of Love • e « Vision ls a Naked Sword » si dipana una matassa gelida ed incoerente, pesante ritmica come abbondante retaggio dei passaggi illuminati di « Birds Of Fire, sposata ad una monumentalità sconcertante ... il suono è a tratti limpido, che Ponty e Mc Laughlin si impegnano in frasi da incubo, senza la logica distensione purtroppo, senza la « famosa • rarefazione di ambiente 28 a cura del Collettivo Redàzionale recensioni di: li).LM-lfl/)-fo t)e-\~ ( "M. b.) . t1vi,o~l).,Qzlo ( le.) ~ /1/vt. ~CA (p. -rn.r.) YZfil!J{} propria della passata formazione. Piano elettrico, chitarra, violino, basso e percussioni, nulla di tecnicamente mutato nel corpo dell'organico se vogliamo, ma è il tacere del vecchio, vigoroso linguaggio a colpire, è una spiritualità sacrificata al gesto in se stesso... poi giusti passaggi miracolosamente presi per la coda, quel gusto allungato e sferzante dello strumento e l'applauso allucinato al dio ritmo, gli occhi aperti in un'espressione semiseria: ed è pura ginnastica strumentale, quella che tipicamente stanca al quarto, quinto ascolto delle. 'proposte del gruppo, il dramma colto per forza nell'addomesticare il rock e porlo in un ventre caldo e pregiato ... con « Smile Of The Beyond • si scioglie un vecchio Incantesimo ed è slegarsi di insiemi barocchi, di una voce femminile a definire il rock ancora più ecclesiastico: nel suo estetismo. nelle progressioni lunghissime e ben poco eccitanti, questa prima parte dimostra la chiara « discendenza » della opera dalla stupenda « Simphony Of Amarants » di Neil Ardley: ma qui siamo nella terminologia convenzionale del kitch, in una musica di stampo hollywood'ano ... E tra espressionismo russo e bùona condiscendenza di Mahler-Dedussy si apre la second side, senz'altro più ricca e corposa, non priva di un certo fascino di fondo. Tecnicamente. l'operazione è così costruita: a) 1° movimento. per lo p:ù affidato al tema orchestrale; b) 11° movimento, come ripetizione del tema da parte del gruppo ed in chiave ritmica; c) 111° movimento, a spazio improvvisativo, per lo più solistico, talvolta in binomio con l'orchestra; d) 1v0 movimento. ripresa e conclusione del tema da parte dell'intero insieme. Questa la struttura portante dell'opera e non fa accezione la « Wings Of Karma • di preludio ai solchi migliori, all'unica porzione realmente ed intimamente vissuta ed interpretata: « HYMN TO HIM •· Mahavishnu riprende la chitarra, evita tranquillamente le rocciosità di poco prima e si ammanta di buon misticismo, con il necessario beneplacito di uno splendido Ponty e l'orchestrazione forse più accorta del « giovane» M;cheal Tilson Thomas. m.b. KEITH JARRETT « Treasure lsland • L'uscita di un disco di Jarrett merita sempre un'attenta segnalazione. Il suo nome, infatti, si è imposto all'attenzione generale in _questi u,timi anni. suscitando l'alone di interesse che è proprio dei musicisti da cui si aspetta sempre nuove e importanti cose. In realtà, credo, Jarrett rientra solo in ,parte in questa immagine che oggi circola di lui, anche se non è sbagliato affiancarlo agli altri due grandi tastieristi di questi anni: Chick Corea e Herbie Hancock. Insieme, questi tre nomi, rappresentano la generazione che ha raccolto la difficile eredità dei pianismo anni '60, che ha fatto capo a veri e propri giganti quali Cecil Taylor e McCoy Tyner. Della nuova triade Jarrett è quello che meno può essere citato come caposcuola e come i,1novatore, ma è ovvio che al progresso della musica non servono solo gli sperimentatori. Anzi nel momento in cui musicisti come Corea. McLaughlin e altri (Jarrett compreso). sono emersi. la principale esigenza era quella di allargare la partecipazione del pubblico entro confini meno angusti. E la stessa esigenza è quella che domina questo « Treasurs lsland ». nuovo album di Jarrett pubblicato dalla ABC-lmpulse. In questa nuova pregevole opera il pianista americano è affiancato da partners di altissima levatura come Charlie Haden, Dewey Redman, Paul Motian e altri. Con la innata capacità di comunicare con semplicità e immediatezza, Jarrett ha cucito ins:eme con gusto e personalità t!'• mi e stili diversi che sono propri delle sue principali fonti di ispirazione, così come ha fatto più volte nel passato. I suoi elementi sono il gospel, la canzone popolare americana, il pianismo funky, e l'avanguardia nella sua accezione più vasta. E' un disco piacevolissimo, pienamente godibile, facile se vogliamo, anche se non mancano momenti e atmosfere più difficili, care al Jarrett capace di improvvisare quei lunghi monologhi pieni di tensione e di poes:a. Mi viene in mente un discorso che ho sentito fare da Giorgio Gaslini in un concerto al teatro D:lle Arti a Roma, a propos:to dell'esigenza di comporre canzoni valide e significative da contrapporre al canzonettismo di!agante. E' un discorso giustissimo che però. nel caso di Gasiini, non trovava un adeguato riscontro nell'attuazione prat'ca. Sembra che invece Jarrett abbia perfettamente compreso e messo a fuoco questo problema, e infatti, alcuni brani di « Treasure lsland » sono delle vere e proprie canzoni, semplici ma di altissimo livello. In questa tendenza, peraltro non nuova, qualcuno ha creduto di vedere un tota·e disimpegno dai discorsi politici. E a questo proposito. vorrei ricordare che gli abituali compagni di Jarrett (come anche in Treasure lsland) sono tutt'altro che disimpegnati. E non è certamente casuale. Credo, infatti, che la i:olitica in musica non si faccia solo parlandone in modo diretto ed esplicito. ma anche contribuendo ad edificare una nuova cultura che nei suoi valori è profondamente innovatrice. g.c.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==