Muzak - anno II - n.09 - luglio 1974

esperto come Roberito de Simone sono riusciti a riportarci la musica del passato nella sua veste originale, offrendoci un mezzo critico per cercare di comprendere una Napoli destorificata da secoli di banale e assurda canzonetta da salotto presentante la visione di « un mare sempre calmo e mai burrascoso ». Ma la loro riproposta del folklore napoletano non è assolutamente un ricalco della composizione, né la riproposta estetizzante di un folk!lore da consumo, ma solo una libera elaborazione di vecchie strutture tradizionali che permettono una certa estemporane'Ì'tà espressiva pur sempre basata su una rigorosa coscienza stilistica sia fonica che gestuale, infatti nelle loro esecuzioni dal vivo viene curato molto l'elemento scenico considerato insostituibile negli spettacoli popolari; ci si accorge in questo modo che il gesto, il simbolo, le maschere, i costumi e la posizione dell' esecutore sono parti essenziali per caratterizzare una determinata espressività musicale, perciò un canto popolare si differenzia da un altro per l'impronta propria che l'esecutore dà al pezzo, questo porta ad un dato di fatto per cui l'esecuzione di un pezzo varia il più delle volte da spettacolo a spettacolo. Chi di noi già da lontano anche senza capire il senso delle parole non identifica, solo da un piccolo modulo, un venditore ambulante e la sua merce? Ed è proprio tutto questo schema della riesecuzione di un canto popolare che ci ga- •rantisce la sua' comunicatività non repressa da un comportamento « signorile » sterile e falso. Nunzio Areni, Giuseppe Barra, Eugenio Bennato, Giovanni Mauriello, Patrizio Trampetti e Fausta Vetere sono i com.ponenti della NCCP, e da sottolineare che conoscono la musica ed oltre ad ogni tipo di chitarra, flauto, etc... suonano numerosissimi strumenti ormai introvabili, che ci garantiscono la fedeltà dell'esecuzione: asco1tiamo il canto come veniva abitualmente proposto aJ pubblico di 400 anni fa. La NCCP aipparsa sulla scena musicale nel '67, sin dall'inizio della sua attività ha tenuto concerti in piccoli e grandi centri italiarù ed esteri, partecipando a rasseSpoleto: Un'immagine della « Canzone di Zeza • gne, festivals, .feste di piazza, etc ... le è stata conferita -per la stagione teatrale 71-72 il premio Oscar Internazionale « Maschera d'Argento». Ha riscosso molto successo al XV Festival dei Due Mondi a Spoleto e pochi giorni fa vi è ritornata per la XVI edizione di questa importante rassegna presentando una delle più vere e belle espressioni del teatro popolare campano la « Canzone di Zeza ». Ancora viva in molti piccoli centri campani Zeza è raippresentata in questi luoghi nel periodo carnevalesco, fatto molto importante che ha permesso a Roberto de Simone di confrontare i testi che provenivano dalla cultura scritta con la realtà popolare attuale, si è così notato che i tes,ti pervenuti attraverso varie edizioni di stampa dei cosiddeHi storici e cultori di cose napoletane erano totalmente slegati dalla realtà e si mostravano inquadrati negli schemi di una cultura formale ed estetica del tutto svuotata dei reali caratteri popolari basati sulla tradizione orale e visiva. Pulcinella padre zelante che contrasta il matrimonio della figlia Vincenzella con don Nicola, Zeza madre intrigante e ruffiana che riesce abilmente a giocare le sue carte riuscendo con vari intrighi à far sposare la figlia: sono personaggi che infondono un senso di bellezza a questa rappresentazione popolare facendola vivere pienamente alle persone che vi assistono. Ma in « Zeza » non sono solo importanti gli elementi musicali, gestuali, etc ... essa nasconde un'insieme di problematiche tuttora esistenti in Campania: caratteri come quelli di un tradizionale patriarcato, di un altrettanto matriarcato, caratteri ma. gico-sessuali che sfociano insistentemente nella rappresentazione; ecco qual è il vero fascino della « Canzone di Zeza »: l'insieme delle situazioni che si riscontrano giorno per giorno nella sempre più difficile vita attuale. A questo punto c'è rimasta solo un'ultima cosa da dire: speriamo che il gruppo si mantenga sempre su basi musicali di vera cultura popolare e noi, i·ientri a far parte di tutti quegli attua!i « movimenti di folk » che fanno solo della muzak commerciale. Lucio Colle 27

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