Muzak - anno II - n.09 - luglio 1974

KING CRlmSON incoerente, a metà strada tra sinfonismo sfrenato filtrato elettronicamente ed una melodia più morbida e pacata, priva di audacie informali quanto piena di nu0vi maestosi enigmi (si vedano « Epitaph » e la stessa « In The Court » ); si pone quindi loro il problema di costruire un insieme sonoro -che abbia maggiore logica, una sua più precisa spazialità, una tessitura meglio spa· ziata geograficamente. ,Colto il respiro del classicosinfonico (John Cale, Magma, gruppi tedeschi fra gli esempi del settore), il binomio inglese concentra queste esigenze in una partitura lunga e complessa, dove l'attenzione dell'ascoltatore verrà spinta verso la moltiplicazione, la sovrapposizione e lo smembramento dei suoni, secondo materie e procedimenti propri dell'avanguardia stravinskyana. La seconda parte di « In The Wake Of Poseidon » coglie allora il•bersaglio della nuova timbrica elettroacustica (il se-condo carattere esposto inizialmente), le cui misure al primo ascolto risultano ostiche, via via facendosi più chiare secondo l'individuazione di precedenti storici, musicali e contenutistici: queste radici sono in effetti i « Planets » di Gustav Holst, opera composta tra il 1914 ed il '16, presentata a Londra in prima nel febbraio del '19 con effetti shoc. canti, giacché l'autore mostrava in essa, accanto all'amore epidermico per una costruzione classica sufficientemente formale, una tensione strana verso colori e forme violenti e dissacranti, almeno per quei tempi. Solidamente e senza inibizioni l'atmosfera sinfonica viene trascritta alla perfezione nei nuovi concetti timbrici crimsoniani: l'operazione è svolta soprattutto nella porzione di « Hand Of Sceiron » che presenta contatti evidenti con « Mars, The Bringer Of The War », primo movimento, su tempo allegro, dell'opera originale. Vendiamo all'album Decca (Los Angeles Philarmonic 17 Orchestra, direttore Zubin Metha) stralci di testo ... « .. una realizzazione di forze naturali, nella costruzione tremenda ed altissima. Tre elementi pulsano continuamente: il ritmo violento, blocchi di suoni sorgenti dal nulla e poi a scomparire, l'atmosfera evocata dai giochi di tuba e dagli interventi massicci delle trombe ... ». Potremmo trasferire queste parole in termini crimsoniani e, tranne l'accentuazione strumentale, le virgole e la struttura melodica non cambierebbero minimamente; la armonia di base holstiana è dunque al servizio della new thing inglese dei '70, non c'è da stupirsene, nè da dissacrare ... Fripp ha dichiarato di aver tacuito il nome di Holst nelle note di copertina al suo album per espresso volere degli eredi dell'artista scomparso e questo basta almeno sul piano legale, artisticamente e tra i seni dei Crimso, il Tringolo Del Diavolo resta la creazione più legata al realismo fantastico, al simbolismo più violento presente negli stadi più alti dell'espressione rock... non monumento di una cultura superiore dunque, ma altissimo tramite di comunicazione tra mondi diversi, tra passato e presente attraverso simboli visibili e reali, tecnica strumentale, afflato corale, genio frippiano, scrittura pratica ed umide tracce di pazzia per la nuova condizione ... sinfonia elettrica e rock meccanico. IL ROCK, NUOVA LINGUA Si è trattato pur sempre di un suono scritto sul viso del rock, ma come conseguenza di un processo d'astrazione strettamente legato a quanto fin qui detto della « ricerca timbrica»: ,nei Crimso si può dire non esista una unità rockistica continuativa, una base ritmica su cui lavorare, tranne che per la tecnica del leader, il cui ,strumento è il primo agente dell'impasto armonico del gruppo da sempre; esiste piuttosto un sapore rock, una tradizione primitiva, una sorta di inganno nel quaJe il pruppo ama puntualmente ricadere per avere maggiori elementi materiali, per avere forse un tramite tra mondo interiore (il classico, i nuovi timbri, i colori) e quello esteriore (lambire le sponde del rock, succhiarne la forza dirompente, la violenza meccanica). nomi e forme vengono a mente, « 21 ° Century Schizoid Man », « Pictures At a City», « Cat Food », sino ai nuovi raccolti, « Easy Money » e « Fracture » per citarne due. Tutto passa e viene oggettivato attraverso due filtri importantissimi: « Lizard », terzo album ed « Earthbound », lavoro in registrazione dal vivo, di pochi giorni precedente alla scissione meno disciplinata nel gruppo, quella ·defezione in massa di Sinfield, Wallace, Collins e Boz che portò il leader a cercare nuove alchimie compos1t1ve, altre forze umane, più o meno ancora inalterate nell'attuale organico n rock crims0niano filtrato attraverso il bolero, la danza magica di « Lizard » e del principe Rupert, cattedrale di suoni scintillanti ed è un nuovo nome dato alle cose del gruppo, chè l'intero album appare profondamente diverso dai precedenti, forse maggiormente uniforme e stabile, senz'altro meno innovatore. Perché filtro allora, perché i,l suono che si era snodato con violenza assume qui contorni più composti, insiti nella composizione tutta e mai fuoriuscente dalle righe individualmente: ed il linguaggio stesso è meno accelerato; se si eccet tua il caso di « Happy Family », e la musica quasi un alveare trasparente, dove osservare a nostro piacere il passato ed il futuro del gruppo secondo l'ottica del ve1luto, del sollevare il lembo dei suoni sino alle stelle e poi lasciarlo cadere giù, dolcemente, come in una favola ... L'opera dal vivo eredita la parte migliore della ritmica di struttura crimsoniana; in essa si specchiano magie ed incertezze, fulgide intuizioni e smagliature paradossali come logica confluenza di artisti la cui pluralità ed identi,tà tecnica portava fatalmente al conflitto, all'impatto sistematico, non per questo all'errore. « Earthboung » non è opera infelice, possiede invece un valore fondamentale nell'econ0mia del gruppo: per la prima volta, sinceramente e rinunciando ai simboli, Fripp e compagni uscivano dal campo dell'astrazione per ' acquisire significati concreti, tangibili tecnicamente ... e le porzioni « Earthbound »- « Groon » così dissimili dal passato, così enigmatiche. Tutto questo avrebbe dovuto palesare ben altro che una crisi. Il gruppo fa del rock inglese, vive tra l'altro di una influenza bluesistica che è la sotterranea provenienza dei singoli, costruisce forme reali, non prodigi cosmici, di musica ritmica, alla faccia dell'intellettualismo razionaHsta, di chi vedeva nelle strutture già troppo nervose dei primi albums una stupida mancanza di coerenza, un prendere a calci una dolcezza inimitahile, senza aver compreso il background ritmico del gruppo. Ed anche la creazione live è un filtro dunque, non un biglietto d'allarme, il ridimensionamento autoctono di una civiltà musicale che passa bruscamente da una stagnante nevrosi, alla costruzione di nuove complete reti di irrigazione sonora. PACE GLORIA E PUTRBDINE Dice un antico passo cinese: « Colui che aspetta un cavaliere deve fare attenzione a non scambiare i battiti del suo cuore con il rumore degli zoccoli »... sarebbe possibile tralasciare il concetto all'attuale produzione crimsoniana, dove strani fiori di decadenza fanno pallide le pagine di «Starless And Bible Black » e dove « Lark's Tongue in Aspic » non riesce ad uscire dalle ragnatele formali distese dalla cr.itica più accorta e fasulla: sono opere spoglie, scarne, che andrebbero lette méditand0le lungamente, perché in ultima analisi la storia tutta dei Crimson non è un'antica leggenda, ma forse solo una speranza sottile, che fa battere il cuore ad ogni uscita, forse troppe nostalgie sono questo tempo ... dove la danza della e signora della acqua»? Maurjzio Baiata Foto: Piero Togni

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