Muzak - anno II - n.09 - luglio 1974

Andremo contro leggi matematiche e logiche, espressioni della critica italiana perché come tali ci sembrano oggi la codificazione di una regola archeologica, di uno scavare metodico e razionale che è da tempre sintesi razionale e mai « musica », calcolo estetico e mai « vibrazione ». Andremo contro ogni idea di chiarezza di metodo critico, di quell'intelligenza che impedisce al nostro corpo di funzionare: perché siamo nella terra calda del rock e non c'è posto per menti fredde e perché l'archeologia musicale nostrana va snaturando tagliandola a fette come' carne da macello, quella espres10 sione rock ormai divenuta anche fatto culturale, dietro il quale è bene discernere il fattore estetico, il calcolo pietrificato nella ragione, la dentiera rotta e calcificata della decadenza. Ma l'archeologo serio potrebbe, ad esaminare i King Crimson, godere non poco della propria formazione estetico-culturale, che il gruppo inglese offre appigli a non finire nel campo dei simboli, dei significati, dei terreni contaminati da diverse gramigne culturali: ed il topo d'archivio nella sua mente catacombale, potrebbe lavorare ancora meglio nel grattare via quella patina d'antico che oggi ricopre i Crimso, darne ancora una volta in assaggio i fasti passati, gettarsi a quattro mani sulla monumentale produ• zione evidenziandone il ventre enormemente fecondo, cioè discografia ed ogni ombra e cesello nascosti. li gusto medio degli italiani non aspetta che questo: sottocuJ. tura, simboli, la musica quadrettata e santificata dalla ragione dei più forti. Ma i King Crimson vanno sconcertando, la scultura color cremisi pare sbiadirsi negli strani contorni di oggi, o meglio forse la impalcatura critica vale solo per determinate angolazioni, tant'è che cerchiamo luce anche dove è palese l'oscurità più completa. Ombre relativa• mente giovani sono gli album « Starless in Bible Black » ed in misura minore «Lark's Tongue In Aspic», viceversa la luce, « Island » e « ·Lizard »: questa, in quattro squarci di tempo, la credenza popolare e soprattutto la considerazione critica attorno alla corte cremisi. Proviamo a sovvertire qualcosa, non l'ordine storico di uscita nè il valore intrinseco di ogni albun, piuttosto tutto il gioco di strutture e di simboli, linciamone la metafisica culturale costruita e gestita da anni, vediamo questi Crimso spogli, al naturale, come persone viventi e non come simboli via11'7ian-

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