Muzak - anno II - n.08 - giugno 1974

AREA fluenze rock e contemporanee in senso lato, e vedremo poi perché in senso Iato, gli Area sembrano, con il secondo L.P., voler continuare il discorso sempre più sulla base del linguaggio di avanguardia (per quanto questo termine sia fasullo). Su quel linguaggio, cioè, che si è venuto a determinare grazie all'introduzione della elettronica e al dissolvimento del discorso tonale nell'ambito deìla musica cosiddetta colta o seria. Quello sperimentalismo che indica appunto lo sperimentare nuovi suoni e nuovi strumenti, nuovi timbri, dissonanze, un uso non tradizionale di alcune « parti », etc. La voce di Demetrio, ad esempio, ricalca abbastanza quella melodia a « costellazioni » che •è propria di quasi tutta la musica contemporanea. Per melodia a costellazioni s'intende quel modo di intonare la voce non su note ben determinate ma scegliendo fra un certo numero di note, in una fascia sonora solo approssimativamente indicata Dunque gli Area sembrerebbero inserirsi in quel contesto musicale che va da Stockhausen a Berio, da Boulez a Nono ai più giovani Manzoni, Clementi, etc. Niente di tutto ciò. Ecco in che senso parlavamo di musica contemporanea in senso lato. La musica degli Area mutua da queste correnti alcuni fonemi, è incapace però di veicolare il significato fondamentale di questa musica: la ragione che ristabilisce il suo dominio anche sull'arte. Il senso profondo dello sperimentalismo contemporaneo è infat· ti proprio il costruttivismo, il lungo viaggio del cervello dell'ascoltatore a ricostruire il lavoro del musicista. Ma questo viaggio a ritroso è possibile solo laddove il pensiero del musicista sia mosso da logica rigorosa; dove false idee di libertà creativa e casualismo intervengono, rimane impossibile ricostruire qualsiasi cosa. Su un progeto di un palazzo scritto con simboli che non com58 prendo, anche se fossi il più geniale ingegnere del mondo, non sarei capace di ricostruire quel palazzo. Se non so come muovono i pezzi sulla scacchiera nessun caso potrà farmi vincere una partita, anzi non sarò nemme• no in grado di cominciarla. A meno che non assumiamo come ipotesi di lavoro quegli esperimenti per cui una scimmia posta davanti a una macchina da scrivere prima o poi comporrà una parola di senso compiuto: ma il calcolo probabilistico è cosa che riguarda molto da lontano l'ascolto della musica. Cosa dunque se non il lin- • guaggio rigoroso fa degli Area, della loro musica un esperimento stimolante? Cosa riempirà il vuoto di costruzione che c'è dietro questa musica? Cosa, in sintesi, ci garantirà che questi ragazzi non ci stiano prendendo in giro, avendo ascoltato qualche disco di musica con. temporanea per sbaglio? Fare della musica strumento non di contemplazione estetica, ma momento reale di presa di çoscienza: si è detto molto su questo punto, oggi più che mai attuale. A chi propone squallidi modelli importati, imponendo ad ascoltatori stanchi e alienati (lo siamo tutti) musichette facili da fischiettare facendosi la barba, gli Area sono fra i pochi a rispondere con musiche dure, impeAres Tavolazzl gnative, che non lasciano spazio a fughe psichedeliche. A chi crede nella musica come valvola di sfogo per le tensioni accumulate nel· le lotte quotidiane, gli Area tentano di far capire che la liberazione vera passa per l'accentuazione di queste tensioni. A chi propone una musica che fa uscire dai palasport . lager completamente inebetiti e certi che in fondo la vita è bella, gli Area contrappongono (con alterni risultati, certo) un pubblico che esce convinto che l'indomani la battaglia sarà più dura e richiederà ancora più forze. A chi dice ai giovani « canta che ti passa », gli Area rispondono che non è il momento di far passare proprio nulla, perché l'unica cosa che riesce a pas. sare sugli inebetiti è l'inePa trizio Farlselli betimento ulteriore. Condan. nati sul piano della coerenza musicale, credo che gli Area debbano essere assolti, anche se in modo critico, sul piano della coerenza civile. C'è il pericolo che, come ogni forma d'arte che si politicizza in senso stretto, anche la musica degli Area cessi di aver significato come mu- 'slica. Molti 's•~ chiederanno perché questo gruppo non si metta a far politica in senso stretto, militando, come si dice, e la smetta di far musica che innervosisce e mette rabbia. Posizione che sarebbe corretta se non fosse che gli Area, proprio in forza del discorso di fondo che portano avanti, ritrovano anche quella coerenza artistica che giudicando con altri metri avevamo negata. E non perché un discor. so politico giustifichi tutto, ma proprio perché nel discorso artistico degli Area il messaggio è strettamente collegato al linguaggio e non c'è, generalmente, nessuno sfraso fra le cose dette e il modo di dirle. Penso, ma è opinione personale, che oggi come oggi, a meno di tornare a posizioni di estetismo decisamente superate, una simile unità di forma e contenuto garantisca di per sé un'operazione artisticamente sincera. Resta infine da chiedere agli Area, provocatoriamente e facendo presenti le mille cose che ci dividono, se non pensano di dover correggere alcune ingenuità strettamente musicali e se non pensino di mettere la loro bravura di strumentisti e il loro impegno politico su un piano musicale più coerente. Antonio Belmonte

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