LIBRI . Dal successo di questi ultimi libri e dalla recente pubblicazione in edizione econe>- inièa di una antologia beatlesiana (Mondadori) affiora il crescente interesse del nostro pubblico per il messaggio poetico con tutti i suoi risvolti di problema editoriale e promozionale. Per lo editore (librario) il successo è garantito probab.ilmente solo dai grossi nomi, ma è soprattutto indispensabile che una simile produzione sia incanalata nelle serie economiche. Per il pubblico è un'interessante aus.iliario all'ascolto dei dischi, una forma di divulgazione limitata, ma onesta. Per la industria musicale stessa potrebbe essere un'efficace formula promozionale. Tuttavja solo entro certi limiti la pubblicazione di testi originali può diventare un fatto di rilievo culturale (come nel caso delle antologie dylàniane, e in particolaTe della prima); al di fuori dei pochi nomi garanti di una loro dignità letteraria, restano forse alcune possibilità di antologie orientate su temi o filoni particolari, proposte e organicamente curat~ 4a ~ani molto esperte. Ma siamo ,comunque nel campo delle pure ipotesi; e in bgni caso non ci sembra questo Il genere di pubblicazione relativo alla musica pop, di cw oggi si possa sentire maggiore bisogno. 46 Sessantainbiblioteca Ciò che richiedono sempre più i divoratori di stampa specializzata sono interventi criuci di proporzioni superiori all'articolo consueto: sono indagini e proposte, magari polemiche, che approfondiscano tutti i problemi - musicali e sociali - in cui i potenziali lettori si sono trovati lentamente coinvolti a causa del loro interesse (magari da principio rozzo e istintivo) per la musica pop. Ad aprire questa pista è stato nel '73 il primo libro firmato da un Italiano: « ~op Story • di R.iccardo Bertoncelli. Il volume che porta il sottotitolo « suite per consumismo pazzia e contraddizioni» propone una analisi vivace e personale che ha Il coraggio di scelte non imparziali ma neppure equivoche, che mostra scopertamente le predilezioni dell'autore (e di conseguenza ci offre un maggiore approfondimento sui punti fondamentali del pop americano piuttosto che su quello inglese). E' un libro discutibile magari ma stim<>- lante, e ha anche il merito di uno sforzo linguistico non comune, come testimonia il flusso di una prosa turgida e pittoresca, forse lo strumento più efficace per realizzare un affresco di quel mondo e per fornire una quantità di informazioni bio-discografiche al di fuori di noiosi e burocratici elenchi. Sul piano della polemica più che dell'analisi critica si pone invece il libello di Dario Salvatori «Contro la industria del rock ,. (distribuito dalle Edizioni Savelli), che affronta con tono spigliato e frettoloso i proble: mi essenziali dell'integrazione industriale: manageriato, organizzazione dei concerti, stampa, TV, etc. Ormai celebr,i tra gli addetti ai lavori l'attacco del capitolo dedicato alla stampit rock in Italia (« II critico rock italiano non scopa •, o quello del capitolo intitolato «Alternativa• («Un cazzo»). Sarà magari divertente, ma è ragionevole chiedersi quale apporto può giungere a tali importanti problematiche da un discorso cosi superficialmente arrabbiato. Null'altro che un occasione perduta. . Le ultime novità sono ancora dovute all'Arcana: la prima è una raccolta di interviste da « Rolting Stone •, una lettura stimolante e una documentazione di primo piano sulle psicologie dei musicisti intervistati (Zappa, Lennon, Jagger, Elton John, Paul Kantner e Grace Slick, James Taylor e Carly Simon), al dj là di una scelta di nomi più basata sulla popolarità che sulla omogeneità del discorso globale. . L'altro è un volume scritto a sei mani (da Riccardo Bertoncelli, Marco Fumagalli e Manuel lniolera) e rappresenta il primo tentativo organico dj ricostruire la storia del pop inglese (e solo inglese) dal beat ad oggi. A parte qualche rarissima lacuna (la più sorprendente è la dimenticanza della Incredible StrJng Band), il panorama è dettagliato e gli autori si alternano nei vari capitoli a tema: il primo dal beat al psichedelico; ,il secondo sull'età di mezzo, dalla scuola di Canterbury ai King Crinsom e ai Genesis; poi seguono quelli sul rock decadente, sul folk, sul blues inglese, sul jazz ed uno finale sui personag&I diversi o sotterranei (la Bonzo Dog Boo Band, i Deviants, Syd Barrett, Daevid Allen, fino agli Henry Cow). Il volume, che si conclude con un'aggior-
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