che a cavallo degli anni '40 e '50 vide spostarsi l'asse della vicenda dal Delta del Mississipi verso Chicago e la e area Industriale,, con grande spiegamento di flati e chitarre elettrlche. Originarlo di Tupelo, nel Texas, dove è nato nel 1910, Burnett ha vissuto quegli anni in prima persona, contribuendo non poco al consolidarsi dello e stile nuovo,, quello che legato al nomi di Muddy Wateta, Buddy Guy, Walter Shakely Horton e gente slmlle, rappresenta a tutt'oggi lo stadio èstremo dell'evoluzlone blues. Questo doppio album della Chess (la i::asa-pllota per quel periodo) rende perfettamente testimonianza dell'arte dell'uomo, della sua grinta, della capacità di suscitate emozioni: c'è tutto Il megllo di Wolf, In effetti, ventiquattro brani che spaziano dal 1951 al 1965, composizioni dell'artista e di Willle Dlxon, Il più prestigioso, forse, tra gli uomini del Chicago Sound. Lo stile è magro ed eccitante, basato sul ritmo e sugli scossoni elettrici, sul gioco di una smilza chitarra, di un pianoforte, dell'armonica/voce del leader: poco spaz-lo al blues lenti, torbidi, alle vlscerall atmosfere portate In dono dallo stile e acustico,. Strumentalmente, poi, Burnett al fa valere corna ar34 monlclsta pieno e colorito, piuttosto vicino allo stile del maestro dell'epoca, Sonny Boy Wllliamson: ma è soprattutto con la voce che l'uomo conquista l'ascoltatore, con le grida feroci e disperate, con il nero e portare le parole» che ricorda da vicino le maniere di un grande del passato, Char-ley Patton. I brani sono quasi tutti dellziosl, dall'inlziale Smokeatack Llghtlln' (proprio quella ripresa anche dai Dead)I alla celeberrima Spoonfull, al Llttle Rad Rooater già afferrato dagli Stones che è una delle cose più travolgenti di Howlin': ma sopra tutti metterei Back Ooor Man, per J',Jmpetoritmico, e Wang 0ang Doodle per la gioia Imprendibile che la anima, e My Country Sugar Mama, forse, dov'è scritto in lettere chiar-lsslme l'alfabeto dello stile di Chicago. Tutto perfetto. insomma. o quasi: una raccolta nobilissima. con mille riferimenti al pop e ·allo stile dei nostri giorni. Ascoltare Loulae, ad esempio, per capire da dove John Mayall tirava fuori tanta energia, al tempi felici: e sentire con attenzione tutte le parti vocali, per comprendere Captain Beefheart e Strlctly Peraonal, che tanto deve a Howlln' Wolf e al suo modo cat tlvo di azzannare la musica. GONG Angela Egg (Vlrgln) r.b. Forse un altro nome sta per uscire dalla leggenda, sta per scendere per strada, dopo essere stato a lungo l'oggetto preferito delle lnterminabill e spesso logorroiche farneticazioni di certi cr-iticl rock del genere «Intellettuale-snob-da salotto,. Il messaggio surreale ed ·lncredlblle di Daevid Allen & Co., dopo essere stato per anni confinato a sparuti e viziati addetti ai lavori, magari possessori di qualcuno del rari e fantomatici albums della Byg-Actuel, sta finalmente arrivando ad un auditorio più vasto ed Indiscriminato, grazie alla Vlrgln Records che finora ha pubbllcato la prima e seconda parte della famigerata Radio Gnome Invisibile In 2 LP, cFlylng Teapob e quest'ultimo cAngela Egg,. Il lavoro più recente, registrato In Francia nell'agosto scorso e pubbllcato In Inghilterra all'inlzlo del '74, esce solo ora qui da noi a causa di laboriose dispute contrattuall con la Byg, che finalmente pare che la Virgln abbia appianato. In questo caso é proprio più che giustificato dire «meglio tardi che mal,, perché si tratta davvero di uno del pochi LP Imperdibili degli ultimi tempi, specie se uno non è riuscito a trovare gli album precedenti del gruppo. cAngel Egg, rappresenta finora Il ritratto discografico più rifinito e megllo focallzzato della pazzoide stirpe Gong: non voglio dire che sia Il migliore per creatività o quantità di follla, ma solo l'album in cu,J meglio vengono maturate e sintetizzate le varie idee e ispirazioni presenti nel lavori precedenti (magari talvolta contenenti Intuizioni e graffi In più). Non c'é posto qui per dire dei singoli nomi e nomignoli dei vari musioistl-cantantl-minl-buffoni di corte (dal più cvecchi, Allen, Gill Smyth, Didler Malherbe fino al più recente Pierre Moerlin, passando attraverso I Tim Blake, gli Steve Hillage, i Mike Howlitt e compagnia bella), nè per fare una analitica e dotta disquisizione sul riferimenti e le influenze cui rinviano le fantasie del Pianeta Gong (dai più remoti Thelonious Monk e Charlie Mlngus fino ai più riconosciblll" Zappa, Captain Beefheart, Pink Floyd, Terry Riley, Wyatt-Soff Machine: tutti pazzi della stessa risma. comunque...). Ml preme. invece, sottolineare l'assoluta personale autonomia del llnguaggio-Gong-Daevid Allen, r-ichlamando l'attenzione sul momenti più riusciti dei disco. Il lungo cOther Slde of the Sky•, dolcemente e astraimente rilejano; gli ironici e dissacranti cProatltute Poem, e cFlute Salacb; •il placido e sognante dnner Tempie, di sapore softmachlniano; gll spunti più grintosi e comunicativi di cOlly Way, e cl Nlver Glld Before•: l'esotico e magicamente tintinnante «Love la How Y Make lb. Insomma, gli attimi di debolezza sono pressochè assenti: abbandoniamoci pure liberamente ai viaggi fantastici di Gong! Tutti abbiamo bisogno oggi di districarci dai tortuosi e gelidi meandri In cui ci spinge l'artificioso e disumano mondo ter. restre attuale. g.pe.
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