CROSBY ti per riempire Frisco con un enorme quantitativo di manifesti con stampata sopra la parola Love. San Francisco crea anche attraverso la pubblicità il flower power. Una cosa più che altro divertente e aneddotica. Crosby, per conto suo, va ben oltre, si lascia trascinare veramente dal vento nuovo, « Eravamo tutti nell'oc· chio pazzo del ciclone » come disse PigPen dei Gratefui Dead. La corsa sfrenata deHa nuova gente, presa tra be-in, love-in, sweep-in e balli pubblici e acid-test. Prima della famosa estate che si concluderà con il funerale hippie in Haight Ashbury. « Vai allora, prendi tua sorella per mano I portala via da questa terra straniera / lontano, dove potremo ridere ancora I Noi andiamo, non avete bisogno di noi / Ed è un vento buono quello che sta soffiando caldo dal sud sopra la mia spalla I penso che traccerò la rotta e partirò ». 1967, aprile, esce il barlume tanto atteso che si tra· sforma presto in fiamma. Younger Than Yesterday, Crosby decisamente rinato, « il sole si spande su un pri- ;;ma splendente... ardono i fuochi, presto sarà il crepuscolo». Le sue canzoni perdono ogni facile residuo country, tacciono le dolci chitarre o i ritrovati (da Mc Guinn) archi. Il suono semplice, sintetico, che non concede una virgola al prurito estetico del passato; le parole scarne, vissute, non più amorazzi dolciastri, ma un senso fisico e universale dell'amore, i Beatles sprofondati otto miglia sotto. Tutto il disco è buono, ma le due composizioni di Crosby solo sono un discorso a parte, qualcosa che lo stesso David difficilmente raggiungerà in futuro. Everybody's been burned e Mind Gardens. « Conosco _quella porta che si chiude appena prima / che tu riesca a raggiungere il sogno che vedi / Conosco anche troppo bene come dirigersi, come correre I come nascondersi dietro un'amara parete di tristezza / ma tu muori dentro se scegli di nasconderti I per questo io penso, invece, che ti amerò ». Ed è per non nascon26 dersi, per volere essere libero nella sua vita e nella sua musica, che è costretto ad abbandonare i vecchi compagni proprio nel momento più geniale, nell'attimo che fa sperare in un vicino tempo infinito, « ma tu sai, l'ora più scura I è proprio quella prima dell'alba ». Ci saranno anche momenti pubblici che esteriorizzeranno questa crisi molto più profonda. Momenti pubblici che qualcuno vorrà leggere come rivelazione di un Crosby • politicizzato e « rivoluzionario ». Ma si tratta di sogni, difese ideologiche che noi costruiamo per j,\. luderci nei nostri desideri di musica come rivoluzione, palliativi di irrisolte contraddizioni nostre, oggettive e soggettive. Comunque Crosby non è né Country Joe Mc Donald, né David Peel. Crosby è un buon pacifista americano, gongolante di superficialità progressista ma non troppo, preso più dai problemi ecologici che da quelli riguardanti l'uomo, lo sfruttamento e il razzismo. Crosby è vittima del più rozzo American Dream, fat• to perso suHa sua barca che porta come bandiera il simbolo della pace, incapace di uscire dall'intimismo e dallo sfogo personale per abbracciare un panorama più vasto, per mostrarci quello che sta accadendo e per partecipare di una realtà così drammatica come quella americana. Così anche il fa. moso discorso improvvisato nello show in diretta organizzato daHa Generai Motors (discorso che all'incirca suonava così: « non ci impestate l'aria con le vostre marmitte e le vostre automobili, vogliamo respirare liberamente !! ! ») resta un fatto isolato, sospiro di protesta in un caos di acquiescenza. Questo avvenimento, comunque, fu una delle cause che determinarono il distacco di David dal gruppo. Va aggiunta, inoltre, la sua completa dedizione alle droghe (pensiamo leggere, ma non ne siamo troppo sicuri) che lo portò a non essere più in grado di reggersi in piedi durante i concerti e a ritardare di giorni e giorni le registrazioni in sala. Infine, il momento piu importante del distacco per il suo dif• ferenziarsi, sempre più radi• cale dal'le scelte musicali dei Byros e di Mc Guinn. Triad, la pietra dello scandalo, giudicata noiosa dal gruppo, non verrà inclusa in Notorious Byrd Brothers, così come Crosby non parteciperà alla stesura finale del disco. Notorious è forse il disco migliore dei Byrds, ma è il tramonto, è il culmine prima della discesa. Crosby partecipa alla composizione di alcune canzoni, ma ormai le strade sono troppo diverse: Crosby ci riserva ben altre sorprese. « I eri I Gabbiani giravano senza fine I lo canto in ar• mania silenziosa I Saremo liberi ». Anche Crosby si farà trascinare dalla diaspora hippie della fine del '67. Sarà un viaggio in Europa alla corte dei Beatles, un viaggio per recuperare una dimensione persa nella follia di quella stagione appena passata. Nel frattempo i Jefferson Airplane incidono la famigerata Triad in uno dei loro album migliori, in Crown of Creation, con Grace che canta e addolcisce la stupenda durezza del· la canzone fatta su due accordi soli e trascinata per molti minuti in una vocalità libera e in musicalità veramente scarna e nuda per quei tempi di ricerca del difficile. Un breve periodo con i Buffalo Springfield, nasce Wooden Ships firmata da Crosby, Paul Kantner e Steve Stills. Sarà incisa ancora una volta dai Jefferson in Volunteers ed è certamente uno dei momenti più riusciti di tutta la musica della west-coast. H soggiorno con i Buf.falo dura poco e non approda ad alcun risultato discografico. Chiude definitivamente questo difficile periodo la morte di Lady Christine, la donna di tutte le sue canzoni, « Guinnevere disegnava pentagrammi sul muro / come i tuoi, mia signora, come i tuoi / a tarda notte I quando pensava che nessuno potesse vederla I Lei sarà li· bera ». « Canzane senza parole I come un albero senza foglie». Ed è quello che chiamano il periodo d'oro, in trio con StiHs & Nash, sul sottile fi. lo che delimita la musica libera nei suoi momenti più completi e di sintesi e la commercialità splendente del supergruppo. Sonorità acustiche che scuoteranno le nostre orecchie ancora legate agli stridori elettrici dei Led Zeppelin e di Alvin Lee. Sarà un nuovo capitolo per noi che ascoltiamo nel nostro provincia-li• smo di oltreoceano, ignari della maggior parte delle bellezze americane. CS&N sarà il primo passo per arrivare a scoprire realtà sconosciute. Ora, trovati dietro l'angolo suoni ben più sostanzia-li, ci può sembrare qualcosa di scialbo, limitato e invecchiato precocemente nella noia dei corretti quieti sommessi, nel toripore languido del miele di Nash e nelle banalità ritmiche di Stills che, per fortuna, si reprime. In effetti il disco non è un capolavoro, come non lo sarà Déjà Vu, con l'aggiunta di Y oung, ma contiene alcune gemme preziose che vanno salvate e guar· date con H dovuto rispetto. A parte la lunga Suite di Stills, notevole per quanto un po' gigionesca, ci riferiamo a Wooden Ships e a Long Time Gone di Crosby, due canzoni che mostrano quanto Crosby sia superiore alle manie canzonettate di Nash e alle durezze di Stills che, prolifici e prolissi fino alla nausea continueremo a bearsi uno di simple song e l'altro di invidie hendrixiane. Crosby continua, sempre parco nel propinarci i frutti dei giardini della sua mente, -la stagione dello splendore; ma si tratta di un albero senza foglie, manca la capacità di dare frutti e fiori veri di se stesso, troppo falsamente nudo e scarno nel suo esibizionismo, troppo calibrate le rare parole, troppo rifinita e minuziosamente risolta la musica, strutturalmente tra le più difficili e complesse tra i vari derivati folk. E sarà prima Déjà Vu, sullo omonimo album, che si rincorre nel contrasto tra il rapido e fuggevole inizio e M lentissimo procedere di un tipico vocalizzo crosbyano e il sottile lamento dell'armonica di John Sebastian. Sarà poi la forza scenica e l'entusiasmo di Woodstock, fino ai dieci minuti
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