Toni Marcus La storia culturale del Tibet è la storia della vita spirituale di un popolo che vive isolato sul tetto del mondo. Sequestrati, appartati, ad un'altitudine superiore ai tremila metri, i tibetani vivono con la neve perenne e con la vista delle più alte e maestose montagne del mondo. La vita del popolo tibetano è centrata intorno al quotidiano rituale dell'esistenza, mentre la vita spirituale della gente è dominata dai grandi e numerosi monasteri che sono stati costruiti in un periodo di duemila anni. I monasteri stessi sono costruiti di solito a grandi altezze in posizioni maestose e fortificate; vi sono strutture di legno multicolori decorale con dragoni, serpenti e scimmie; sono dipinte con erbe ricavate dalle radici della fertile e ricca terra delle valli. Popolati da devoti, monaci e lama; il vero rituale tantrico della cultura Mahayana Buddista è insegnato e scritto come il modo di vivere più alto opposto al modo di vivere più basso; l'Hinayana è consacrata 66 strumenti & tecnica Strumenti tibetani i I Teatro del la Grande Luce ai miti dei Rimpoches, che sono stati deificati durante la lunga storia del paese: Ling Gesar, l'eroico cavaliere mitologico; Padmas Lambhava, il sacro monaco che portò il buddismo dall' India al Tibet nel XVIII sec.; Milarepa, il poeta che ha passato i suoi ultimi vent'anni in una caverna mangiando radici; Marpa, il maestro di Milarepa, e Neropa, tutti questi costituiscono un gruppo di divinità che equivalgono ai santi del mondo occidentale. Questi Rimpoches (o divinità ancora viventi) sono continuamente i simboli di un paese che in questo momento è sistematicamente distrutto dalla dominazione cinese. Illustrati sui dipinti religiosi chiamati Tankas, questi lamas o maestri ricevono le preghiere e l'adorazione del popolo, e recipienti pieni d'incenso sono appesi vicino a questi dipinti sulle pareti dei monasteri, dove migliaia di persone vengono ogni giorno a pregare liberazione dalle sofferenze di questa vita, emancipazione, e libertà eterna del!' anima. Reincarnazione, il pensiero di una vita dopo la morte, è un concetto che non è abbastanza afferrato nell'Occidente; il circolo continuo delle rinascite fino ad emancipazione è incompreso o interpretato nel modo sbagliato. Molta gente chiede come i Tibetani possano rinascere dopo 49 giorni o perché i monaci devono recitare 108 pagine di Sutra (libri sacri) prima di essere iniziati. Molta altra gente chiede perché una cultura che ha assimilato gli elementi buddisti dell'India e la fervente devozione del messianismo cristiano, con una forma d'arte di dipinti e di statue equivalenti a quelli di Da Vinci può essere minacciata d'estinzione. Nel 1959 i Cinesi sono entrati in Tibet e hanno cambiato le tradizioni di secoli. Il Teatro della Grande Luce cerca di portare la storia tibetana degli ultimi anni al pubblico. Però non bisogna sbagliare; la musica che noi suoniamo non è un'arma, ognuno può interpretarla come vuole. Comunque i fatti dei tibetani restano. Abbiamo portato strumenti da tutto il mondo e cerchiamo di suonarli insieme, per cambiare le culture del mondo di fronte alla minaccia della crisi ecologica. La gente deve imparare a dividere le proprie risorse; deve imparare che questo è l'unico modo in cui il mondo può vivere in armonia. I prodotti plastici non sono biodegradabili, comunque la nostra società industrializzata è basata sulla concezione di buttare le cose quando sono finite, perché non rimetterle nel ciclo? La musica del Teatro della Grande Luce è insegnata in una scuola che abbiamo costruito in una chiesa di Teppee 'lello stato di New York. Imparando dagli indiani americani, la loro musica e vita, da una buona indicazione come i Tibetani, Biafrani e Vietnamiti sono stati trattati. Distruzioni sistematiche sono state operate nei confronti di questi popoli, ma la comunità moridiale non si muove. La nostra musica è contenuta nella singola nota OM, che si ottiene con una scodella di riso che percossa produce una vibrazione molto vicina alla prima nota della creazione. Questa nota, o OM, una sillaba del Sanscrito, è una meditazione di preghiera che i Tibetani ed Indiani usano per sentirsi in pace con loro stessi e con il proprio animo. Usando meditazione o silenziosa devozione, o ipnotiche cerimonie di danza, i Tibetani cantano ed elevano le proprie energie ad un febbrile livello di eccitazione. Attraverso la nostra musica proviamo a ricreare questa stessa energia, portando l'ascoltatore ad unirsi con la musica che ascolta e a sentirsi non solo spettatore ma anche musicista. La nostra musica è completamente improvvisata, però è concretamente costruita sui raga indiani. Usando temi principali, noi in seguito improvvisiamo le note dei raga su strumenti africani, giapponesi e sud-americani. Durane la coda o conclusione riproponiamo il tema e finalmente finiamo con il Gong o pantella, il suono dell'OM. STRUMENTI Gli strumenti del Teatro della Grande Luce sono stati trovati in Arica. Tibet, India, Sud-America e Marocco. Molti di questi ci sono stati regalati da altri musicisti che hanno viaggiato in questi paesi. La CORA è uno strumento raro nell'Ovest. Una chitarra a dodici corde, fatta di un legno leggero con grande risonanza simile a quello che gli abitanti del Kenya chiamano Mokota. E' suonato come una KALIMBA con entrambe le mani direttamente davanti al corpo tenendo le corna simboliche del toro. E' strimpellato o pizzicato in disegni ritmici, tenendo un tempo o battute
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