Muzak - anno I - n.07 - maggio 1974

CHI COLTRANE Lei 1t Ride (CBS) 26 anni, bionda, bella presenza Chi Coltrane è un'americana che, oltre alle innumerevoli doti fisiche fornitele da madre natura. coltiva tenacemente molte e diverse attività nell'area proteiforme della musica più o meno di consumo. Un consumo certo di non infimo livello, ma del genere commerciale-dignitoso, imparentato da vicino con la scena pop-rock-soul (è diventato un vero problema appiccicare etichette. al giorno d'oggi!). Dunque, Chi non si accontenta di essere un gran pezzo di figliola, ma caparbiamente è impegnata da anni, prima per solo diletto. ora pure per professione, a comporre le parole e le musiche delle canzoni che lei stessa arrangia, canta e suona al pianoforte. E' arrivata al suo secondo LP per la CBS (il primo pubblicato da .noi). e ora comincia a riscuotere un certo successo di pubblico e di critica. Le sue preferenze non si rivolgono al genere di moda. che portano avanti certe sue colleghe come Carly Simon o Carole King, ma si rifanno direttamente ad uno stile più vicino ai campioni della musica nera (vedi Aretha). Perciò la nostra Chi predilige le ritmiche pulsanti e dure, i cori di marca R&B elementari e graffianti, e tutto ciò che possa ricordare chiaramente le atmosfere gospel più scatenate e forti. Anche per i pezzi lenti si mantiene costantemente sui toni drammatici di stampo blues. E i risultati? Talento ne ha, e neanche poco. sia come autrice. che come pianista-cantante (ha un bel timbro di voce. aggressivo e pieno di calore). Ma, c'è un ma.. Chi, l'ho detto, è bionda e bianca: riprodurre pertanto il feeling e la profondità del canto nero più canonico è per lei umanamente impossibile. Dovrebbe rinascere Un'altra volta, la bella Chi. Intanto le sue canzoni (e le relative interpretazioni) sono ad un Passo dal!'« Easy Listening » di buon livello, con certe impennate di talento nei pezzi più riusciti, che in questo disco sono Quelli d'apertura delle due facciate. « Hallelujah » (che è l'unico non di sua composizione) e « Who Ever Told You ». Comunque, la Coltrane ha parecchie frecce al suo arco, e chissà che in futuro non ci riservi qualche sorpresa di rilievo ... BILLV COBHAM Crosswlnd (Atlantic) g.pe. William E. Cobham, batterista e compositore allevato nella più classica tradizione bop da maestri come il pianista Horace Silver. colonna ritmica di numerosi gruppi jazz della costa orientale, è diventato divo di prima grandezza circa due anni fa nella Mahavisnhu Orchestra di McLaughlin. Tuttavia la svolta decisiva di Cobham era avvenuta già qualche anno prima. quando aveva scoperto nei IS>reamsle possibilità di un linguaggio musicale più comunicativo e di più vasti agganci culturali (seppure con maggiori rischi di scadere nella palude del music business). I Dreams era un gruppo di buona levatura, simile nelle caratteristiche strumentali ai Blood Sweat & Tears. ma •molto meno fortunato; punti di forza del gruppo i fiati dei fratelli Randy e Michael Drecker. la chitarra di John Abercrombie (quello che il pubblico italiano ha conosciuto lo scorso anno nel gruppo Katcharpari di Enrico Rava) e la batteri'a di Billy. Dopo la recente rottura con la Mahavisnhu. in questo secondo album sotto il suo nome, il batterista ha richiamato al suo fianco i tre vecchi compagni e ha ristrutturato un gruppo che presenta parecchie analogie (ma anche un impatto più robusto e aggiornato) con i Dreams. Gli altri componenti. tutti strumentisti di notevole levatura. sono: George Duke (tastiere). Garnett Brown (trombone). John Williams (basso). Lee Pastora (percussioni). Ne è uscito un disco più che apprezzabile per la classe dei musicisti. per l'eleganza dei ritmi. per la ricchezza degli effetti. mai contaminati dal minimo calo di gusto. Forse manca una spinta decisamente innovativa. ma Cobham e compagni non appartengono esattamente alla schiera dei rivoluzionari: sono piuttosto degli artigiani di serie A, indispensabili castori che condizionano il fluire complesicivo delle correnti progressive. Comunque non parliamo per favore di freddezza (che dire allora della squallida· routine di tanti strombazzati divi, che in confronto a questi musicisti sono solo dei chiassosi dilettanti?). Cobham è certo uno dei _massimi batteristi oggi attivi. preciso. essenziale, mai gigione; a volte il suo feeling sembra piuttosto impersonale. ma' non al punto di giustificare accuse di freddezza. Chi vuol farsi una idea di cosa vuol dire padronanza dello strumento batteria, ascolti il suo lungo solo in « Storm ». Può insegnare qualcosa a chiunque. soprattutto a coloro che usano l'effettismo come volgare ammiccamento alle platee. RICK GRECH Last Five Years (RSO) p.d. Stranissima compilazione. questa .che mette insieme materiale eterogeneo e non sempre fortunato di Rick Grech. bassista e violinista d'Inghilterra che pur non avendo ancora avuto un album tutto per sé può vantare cento collaborazioni e mille incontri, dai giorni caldi del botto pop al tramonto freddissimo di oggi. Last Five Years è una carrellata su questo periodo. il riassunto dell'opera di un musicista onesto e degno; e dunque è album che si fa ascoltare e godere. pur nell'inevitabile fragilità di fondo. della debolezza di un disco che manca di un discorso unitario, di un filo conduttore. Il punto di partenza sono i Family, l'agrodolce banda di Roger Chapman con cui Rick lavorò ai tempi dei tempi, agli inizi luminosissimi di Music in a Doll's House e di Family Entertainment: e proprio da queste vecchie opere vengon fuori le perle più degne del disco. i brani più dolci, solidi, profumati. Second Generation Woman, ad esempio, è un piccolo capolavoro di cattiveria sonora, con la voce di Rick che muore tra le braccia di una terribile percussione: mentre How-Hi-The-Li ha una grazia da minuetto in fondo alle vene, con l'aria da fragile fiaba che ha sempre impregnato i momenti più poetici dei Family. Grech non toccherà più quei vertici chiari: e il disco lo dimostra, andando a spaziare nel reslo del mondo dell'artista. toccando le ambiguità dei Blind Faith (qui c'è Sea of Joy, che forse era la cosa più valida di quel disco-bluff). carezzando l'orrendo tentativo Airforce (Doin' lt) e tirando la pelle infine alla avventura con i Traffic, condotta sempre nella più desolata routine, della più grigia monotonia. Insomma. i brani più belli sono quelli della Family era, e il resto è scampolo ambiguo. altalena di emozioni: hard moderato, qualche folata R&B, e addirittura uno spicciolo di country, Kiss the Chlldren, un brano tirato via dal primo LP di Gram Parsons, prodotto e realizzato da Rick e •dal vecchio Byrds. Strumentalmente Grech se la cava e non demerita. anche se il violino davvero poco gli si attaglia: ma siamo sempre nel campo della onestà e poco oltre. nell'area non colorata dei comprimari e delle figure non eccellenti, nel limbo dei musicisti in grado di dare tiepide scosse senza mangiare anima e desideri. r.b_ 59

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