Muzak - anno I - n.07 - maggio 1974

due giornicon mite oldfield Alice,il bianconiglioe campane tubolari « La casa è tutta tua, girala pure in lungo e in largo, in quanto a Mike, cerca di im• batterti in lui, è troppo timi• do per venirti a cercare, ri• cordatelo sempre, diventa rosso ogni dieci secondi ». Io invece non mi muovo per niente; la casa è un labirinto e per me, con tutti i residui di fan della provincia, è un mondo del tutto nuovo. Ad un certo punto Mike arriva tirando una ragazza, la sua compagna, per un braccio, mi affretto a urlare un gioio· so Heilà, mi sbraccio, lui ri• sponde dopo un po' con una voce sommessa e scompare da dove è apparso. Lo incon· tro un'altra volta a cena, sia• mo una dozzina, Mike è a capotavola con la sua diletta, riprovo a stabilire un qual• che rapporto verbale, con scarsi risultati, mi comincio ad ambientare in questo am• biente «naif». Finita la cena vanno tutti a vedere la televisione (a Londra è molto « in » di questo periodo), Mike va nella sua stanza, lo pedino e lo trovo -a riparare un modellino d'aereo. « E così, Oldfield cosa ne pensi di questo succes• so che ti è piovuto addosso, cosa ti ha portato veramen· te?». « Più o meno solo la possibilità di costruire i miei modellini con più comodo ..., no veramente non mi sento cambiato, d'altro canto non vivo a Londra dove la notorietà mi potrebbe toccare, me ne sto in una casa del Galles con tanto spazio per respirare». Lo -guardo attentamente e noto che sembra molto più adulto dei suoi vent'anni, forse per questo suo atteggiamento tra il mistico e il lunatico. Tony Newmann, il tecnico che ha praticamente costruito di sua mano il Manor Studio e missato Tubular, ci raggiunge mentre tocchiamo l'argomen• to Esorcista, il film che ha non poco contribuito al lancio di Tubular Bells utilizzandone 4 minuti come co• lonna sonora. « No, non l'ho visto - dice Mike - e dopo quanto ho sentito dire dagli altri credo che non lo andrò mai a vedere ». Mentre parla dipinge un ennesimo aeroplanino, « è un divertimento, co• me le montagne russe, qual• cosa per sentirsi coraggiosi dopo averla fatta» spiega Mike; poi si volta verso di me che nel frattempo ho cominciato ad articolare qualche domanda tecnica e taglia corto: Tra un minuto andiamo al Pub, ti piace la Guinnes? ». E' veramente duro sbloccare la situazione, io mi ero illuso che il mio entusiasmo latino portasse ad un rapporto più intimo di quello favorito dai giornalisti britannici, ma a quanto pare non gli piace troppo parlare della sua mu• sica, spero molto negli effetti della birra. Arriviamo al Pub, Mike sulla sua nuova Merce• des, io con Andy e Tony Newmann. Mentre entriamo Tony mi chiede cosa ne penso di Mike gli rispondo che tutto sommato il personaggio che mi ricorda di più è Alice nel paese delle meraviglie. «Hai proprio azzeccato, e io sarò il Bianconiglio ». Mentre entriamo continua ad esclamare: « Che ora è, che ora è, oddio sono in ritar• do». Subito dopo prendiamo posto a sedere e ordiniamo i beveraggi mentre mi rendo conto di aver scatenato una disputa per la scelta delle parti. Vengono affidati i ruoli del cappellaio Matto e dello Stregatto rispettivamente ali' amministratore John e al paf• futo tecnico Anthony, ma tutti tirano per la parte di Alice che come si sa è già affidata e così il gioco finisce dopo le prime due pinte di Light ana Bitter. A questo punto Mike sembra veramente carburato al punto che dopo aver guardato negli occhi la sua com• pagna come a prendere confidenza, solleva il suo sgabello e lo trascina fino a me, poi si sporge fino a toccare quasi la punta del suo naso con il mio e attacca: « Fammi una domanda ». Ora mi sen• to definitivamente in presenza della Sfinge ma mi concentro e chiedo qualcosa sul significato di Tubular Bells, cosa insomma significhi per lui e quale tipo di filosofia, se ce n'è una dietro, Mike stia vendendo. « Questa è una domanda che mi piace non capisco perché non mi sia mai stata fatta prima; ... quello che significa Tubular Bells? Orgasmo! ». Gli faccio notare tra le molte impressioni e sensazioni che ho avuto nel lungo ascolto dedicato alle due facciate dell'opera, l'idea di orgasmo non mi aveva sfiorato minimamente: « Non devi pensare necessariamente all'orgasmo fisico. Come sa• prai esiste anche una forma di orgasmo mentale ed è ciò che ho tentato di raggiungere nella realizzazione del mio primo lavoro, come pure lo scopo finale dell'ultimo, anche se trovo molte difficoltà tec• niche. Vedi - prosegue, io evito accuratamente di interromperlo per paura che si inceppi di nuovo - l'elettronica ti sta sempre tra i piedi, qualsiasi cosa cerchi di fare. Un semplice accordo di chi• tarra acustica suona meraviglioso al naturale, ma quando poi cerchi di passarlo su nastro i problemi si molti• plicano all'infinito. Puoi immaginare cosa succede poi quando in due minuti di un brano devi rendere tante sfumature diverse di colore e di volume ... dovrebbero inventare un mixer con capacità di giudizio estetico incorporata». Dopo questa tirata Mike sembra a sua volta stupito di aver parlato tanto e quando mi informo circa i suoi gusti musicali è di nuovo laconico. «John Sebastian Bach, Beethoven, musica da chiesa e Led Zeppelin, di questi ultimi mi piacciono solo il basso e la batteria però». Mi guarda di nuovo con un largo sorriso e mi piazza un piede scalzo ad un millimetro dalla pupilla: « Vedi oggi ho pestato un'ortica, comunque mi stanno venendo degli ottimi calli ». Mi rendo conto a questo punto che sono tutti a piedi scalzi e comincio ad essere imbarazzato dei miei stivali. Guardo l'orologio e l' ultimo treno per Londra parte fra cinque minuti: impossibile raggiungere la stazione in tempo utile. Mi volto e alla mia sinistra John, lo chef della Virgin, imbraccia una bottiglia di Chivas Regal e alcune Schweppes. « Ormai non puoi tornare indietro, tanto vale che torni da noi e te ne stai un po' con Tony e Mike nello studio, stasera comincia il missaggio di "Hergest Ridge" ». Non c'è molto che io possa fare così dopo un quarto d'ora mi ritrovo còn la testa tra due mostri da mille watt l'uno mentre Tony e Mike mandano il nastro manovrando il mixer a quattro ma• ni con abilità da ambidestri. Il brano inizia con una chitarra acustica a cui si accop· piano basso, chitarra elettrica e poi le sovrincisioni sembrano moltiplicarsi all'infini• to e si aggiunge l'intera orchestra (un'innovazione ri• spetto a Tubular), l'atmosfera che si stabilisce è subito magica e convincente, i suoni dolci, ma ricchi e complessi, il tutto sembra molto più eh· borato ed importante del precedente esperimento e mi trovo subito a dover dissentire dal giudizio di un reporter britannico che ha chiamato « Hergest Ridge » figlio di Tu• bular Bells qualcosa come a dire che le due cose sono assai simili, il che sarebbe come affermare che tutte le canzoni dei Beatles si assomigliano. Naturalmente lo stile e la tecnica di Mike si ritrovano, ma l'atmosfera è differente, il viaggio è un altro, l'orchestra rende gli spazi più profondi e anche l'utilizzazione di vocalismi femminili (la sorella di Mike è stata qui ieri ad aggiungerli) contribuisce ad un tutto che rappresenta ormai uno stile a sé per molti versi difficile da definire, molto più facile da gustare in silenzio, perdendosi tra suoni armonizzati nello spazio tridimensionale. 49

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