la depressione economica, della disoccupazione crescente, che giravano lungo le strade dell'America degli anni '30 e '40 cercando un lavoro e portandosi sulla spalla una vecchia chitarra. Su questa vecchia chitarra cominciò a comporre e a cantare il suo meraviglioso poema epico: più di 1.000 canzoni che narrano l'epopea dello hobo, del vagabondo dell'ultima frontiera. Quello di Guthrie è un poema sull'uomo, sul disederato del '900, l'uomo sconfitto che. vincerà. « Woody Guthrie fu il mio ultimo idolo / fu l'ultimo idolo I perché fu il primo idolo / ... / gli idoli che non si vedono creano la paura / e distruggono le speranze quando vengono spezzati / Woody non mi ha mai fatto paura/ e non ha distrutto nessuna mia speranza / perché ha soltanto portato un libro sull'Uomo I e me lo ha dato da leggere un momento / e da questo libro ho imparato la mia più grande lezione / ... ». (Dylan, 11 Outlined Epitaphs). La lezione di Woody Guthrie è una lezione di vita: bound for glory, destinato alla gloria (titolo della sua autobiografia) in un mondo che non lo accetta; che non gli dà spa· zio, che lo considera un nemico pubblico. La vita è quella dello hobo, non la falsa montagna di zucchero candito con i poliziotti dalle gambe di legno e i torrenti che scorrono pieni di liquore, non la Big Rock Candy Mountain, del vagabondo di professione, allegro e giocondo che vuole solo irretire i ragazzini, ma la dura strada dove il lavoratore stagionale « non può né fermarsi, né andare avanti, né continuare a migrare » perché « continua a inciampare e non ha posto dove cadere ». La vita che rifiuta ogni forma di autorità, vita fatta di sofferenza, fame, freddo e persecuzione poliziesca. Piuttosto che accettare lo sfruttamento del padrone lo hobo sceglie il Mulligan stew (lo stufato di rifiuti cibo caratteristico delle jungles ai margini della città) che lascia sempre una maledetta fame. L' uomo della strada e della ferrovia preferisce dormire nel saccoapelo nel freddo della notte piuttosto che accettare il ricovero delle missioni e canta la sua antireligiosità C<;>n l'ironia tipica di chi si difende dagli hard times: • 36 « Non m'importa se piove o fa freddo / sarò al sicuro tra le braccia di Gesù / posso perdere la camicia e i calzoni / lui ci ama anche se siamo figli di puttana I sono o non sono l'agnellino di Gesù? / Sì, hai maledettamente rag10ne, lo sono». Questa vita fatta di lavori saltuari, di treni, di paesaggi in bianco e nero, di struggenti blues lamentati su armoniche a bocca, di canzoni che non assolvevano la loro funzione facendo solo divertire e ballare la gente, ma diventando un momento essenziale del comunicare, questa vita dura e inquieta fu il paesaggio di Guthrie. La descrisse con la rabbia e la speranza di chi crede che qualcosa dovrà pure accadere, pieno dello spirito del popolo hobo e della classe operaia americana. Aveva cominciato suonando l' armonica, imparò da un ragazzo nero che suonava i Railroad Blues seduto nei pressi della ferrovia. I blues della ferrovia erano composizioni sempre .diverse improvvisate sull'imitazione del treno, basate su crescendo di velocità e intensità, su lunghe note acute e su un ritmo sempre più serrato che lentamente muore. II giovane Woody girava suonando per le botteghe dei barbieri e nelle sale da bigliardo, intorno alle fermate dei camion e ai chioschi dei lustrascarpe, cominciava la sua missione di girovago, di lavoratore e di folksinger. La sua vita cresce giorno dopo giorno nell'imprevedibile: è impossibile riassumere quel meraviglioso racconto che si chiama Bound of glory, è impossibile usare parole che non siano le sue. « Camminando per la grande strada, senza un soldo, senza lavoro, senza un tetto, senza niente, certe notti dormivo in carcere e le celle erano stipate di ragazzotti, uomini nel pieno delle forze e vecchi. Chiacchieravano e cantavano, raccontavano la storia della loro vita: come era stata, come doveva essere; come la famiglia era andata a pezzi, come la giovane moglie se ne era andata o era morta, come il padre aveva cercato di uccidersi, come le banche avevano mandato i trattori e con i trattori buttate giù le case. Così, in qualche modo presi su una vecchia chitarra arrugginita e cominciai a raccogliere e a suonare le canzoni che sentivo e a farne di nuove su quello . che la gente diceva ». La stra da, la prigione, i treni merci, gli scioperi organizzati dai sindacati furono la sua scuola; nel « duro viaggiare, duro vagabondare, duro rischiare » apprese gli stili, i modi musicali di molte zone dell'America: dai blues neri, ai ditties (canti rustici), del sud, alle ballate autobiografiche con chiamata a raccolta (venite tutti qui attorno o gente) del west, ai motivi hillbilly, agli spirituals, ecc. Le canzoni che nascono non sono lo sfogo personale di un cantautore, sono lo spirito di un intero popolo in cammino: anche quando parla in prima persona si legge chiaramente l'identificazione con la comunità: quel che esce è la sua socialità non la sua individualità; è storia, la vita di migliaia di uomini senza casa, di uomini che marciavano nelle miniere, nei campi e nelle fabbriche: l'esodo della Dust Bowl (la bacinella di polvere, le terre aride degli Stati Uniti centrali), i disastri delle tempeste di sabbia, gli scontri armati tra polizia e operai, i massacri ferroviari, gli scioperi, le elezioni, le impiccagioni, le storie dei ribelli, banditi ,personaggi mitici della classe operaia. Le canzoni di Guthrie erano una sorta di giornale parlato eh~· arrivava ovunque: dalla strada ai campi dei raccoglitori di frutta, si diffondeva nelle i·•ngles, ovvero nei ritrovi degli hobo e degli sfruttati emarginati che ben presto si trasformarono da luoghi di incontro in momenti di socializzazione dove spontaneamente si formava la coscienza politica dei vagabondi, dei lavoratori stagionali, che venivano in contatto con i militanti delle organizzazioni sindacali. Guthrie partecipò per tutta la vita a questa azione di politicizzazione· dei lavoratori americani, moltissime sue canzoni sono state scritte per i sindacati, la sua partecipazione alla lotta politica sarà un grosso esempio per tutti i folksingers degli anni 'SO e '60 fino al Bob Dylan del primo periodo. Woody Gu-
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