Muzak - anno I - n.07 - maggio 1974

futuro: addio figlia di quella lucente rugiada / ho avuto abbastanza per un giorno». (Athom heart mother, Summer '68). L'IMPRESSIONE, L'IMPRESSIONISMO, L'IMPRONTA Sottili tentazioni. Conati. Contradizioni. ulla nei Pink Floyd ha il respiro ciel protosinfonismo zapiano. Né, tantomeno, dell'aggressiva ridondanza del rock di oggi. In questo senso, musicalmente, i Pink Floycl sono ben inscrivibili in quel cerchio che dai Beatles conduce alle raffinatezze crimsoniane (non sembri troppo azzardato il paragone). Un senso impalpabile, mai volgare perché mai definitivo .. Basterebbe per tutti la lunga suite di Atom heart mother. Una suite in cui, salvo il costruttivismo di fondo, i frammenti musicali si susseguono senza un discorso chiaro, proponendosi l'un l'altro, inseguenclosi, amalgam a n d o s i, :ontrapponendosi. Troppo brevi e troppo falsamente sicuri sono i momenti di esplosione sonora piena, per potere affermare una vocazione espressiva dei P.F. E' evidente invece la loro ottica ad impressioni, a flash. Ed è questo uno dei punti chiave della differenza fra la c.d. musica psichedelica dei P.F. e gli acid tests dei Grateful. Cogliere i momenti uno per uno, isolarli e farli vivere in un tempo relativizzato per gli uni, cogliere l'unità fondamentale e vivere una vera e propria epopea di viaggio per gli altri. E non è evidente nei P.F. l'odio, anche quando la musica si fa melodica, per tutto ciò che è discorso pulitino e ben rifinitoJ non basterebbero a provarlo i due singoli di Syd Barrett, specie di geniali canzoncine prive di qualsiasi traccia di violenza, di magniloquenza, di desiderio di esprimere? Quelle stesse canzoncine, però, che rasentano la perfezione nella loro gelida e sfacciata semplicità. LE EMOZIONI E LE RAPPRESENTAZIONI Una musica carica di emozioni. Una musica vissuta. Una musica che proprio per questo è interamente musica. Mai, almeno fino a Atom heart mother compreso, si ha l'impressione di qualcosa di costruito « a freddo ». Certo, si tratta di una musica intelligente e ragionata. Ma questo non è un difetto. Forse qualcuno ancora crede che basta che l'anima si metta a cantare per fare bella musica? Forse che il riferirsi a tecniche vicine all'impressionismo pittorico (e musicale) non è già di per sé un atto d'omaggio alla musica come fenomeno in qualche modo ordinato? Il problema non è qui. Non è nella spontaneità .Il problema è nella verità di una musica. Vera quella dei Pink Floyd in senso quasi integrale. Vera per il suo bisogno di comunicare in maniera non rozza e non opportunista. Vera per il rivolgersi nel linguaggio giusto alla gente giusta. Vera per essere se stessa e rappresentare se stessa e il mondo che la circonda. In un mondo che (quello sì, non la musica) ha perso ogni concezione corretta della ragione, cos'altro rimane se non riproporre questa stessa ragione nella sua forma più aliena dalla corruzione, nel suo essere momento staccato, illuminazione, impressione di felicità nostalgicamente abbandonata? E gli « uccellini » non sono un tributo fanfanian - ecologico. Sono la palese dimostrazione che tutto è musica e che anche se non vogliamo la musica ci sta intorno: dalle voci di una stanza accanto ai passi affrettati, dalla macchina da scrivere interrotta dal telefono all'autobus che passa sotto casa, dal colpo di tosse bronchitico alla sega elettrica. Una concezione in cui musica come arte e musica come vita quotidiana si fondono, nell'attimo, senza potersi mai più riproporre uguali, ma sempre cangianti, sempre in continuo movimento. Giaime Pintor 25

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==