in fondo, stringe i denti e dice qualcosa. senza essere benedetta, però. dalla ispirazione grande e bellissima. Preferivamo i primi Amon Duul. questo è certo, con lingua lunga e sciabola affilata: ma anche se i tempi sono mutati e le voglie si sono stravolte, non ci sentiamo di piangere lacrime di maledizione sul complesso d'oggi. Manca lucidità, sicuramente. manca una bava di coraggio e di aurea superbia: ma anche con volto pallido e armi spuntate Peter Leopold e compagni possono degnamente stare al tavolo del pop tedesco. più che mai pronto a tirare i peli all'intera scena musicale europea. r.b. 62 SHAWN PHILLIPS « Brighi Whlle » A & M Shawn Phillips risolve i nostri dubbi sulla sua arte e sull'intima validità con questo Brighi While, quinto mediocrissimo Lp della sua vita sonora, giocato su sentieri di stile ovvio e cadenzato, incapace della benché minima presa emotiva. Ci si era illusi, qualche stagione fa, sul conto di Shawn capelli fluenti. Davvero il suo stile sembrava miele e infinito, davvero la sua voce pareva afferrare stelle e pianeti, venata com'era di poesia alla Donovan e di angoscia tutta buckleyana: e Lps come Conlribulion o Collaboratlon avevano dato ali ai nostri pensieri, con l'intrecciarsi morbido e perfetto di quiete e ritmo. di amore e rabbia di stile. Ma poi. una volta svoltato l'angolo del '72, l'uomo era parso fermarsi e indugiare: lunghi silenzi, pause strane, e un'opera come Faces che diceva e non diceva. uccisa in cuore dalle solite pallottole di consumo. Brighi Whlle scioglie l'enigma dando tristemente ragione al lato scuro di quel lavoro. La musica si è fatta banale. irriconoscibile. con i flash a gettone e le vibrazioni scontate: e compare una smania di arrangiamento che l'artista di ieri certo non conosceva. chiuso a chiave in un mondo dove archi e fiati erano in sovrappiù, messi da parte dalla voce e dalla chitarra che da sole bastavano a coprir la scena per intero. Tutto si fa pesante. quindi sino a toccar la terra della mediocrità: e anche i pochi tratteggi in sintonia con il passato muoiono dopo poche parole. come AII lhe King & Castles, con irritanti sfumature d'estetismo, e Planned O, dove la voglia di raffinate vibrazioni tocca vertici da nevrosi. Lo stile che domina, comunque, è un pop duro e arricciato, lontano mille miglia dall'ispirazione e dai sogni dell'uomo: e si tocca con mano la scarsa voglia di Shawn, e il suo aderire forzato a questo incedere, nel girovagare di idee e soluzioni già scorte altre volte (valga per tutte l'iniziale Brighi While). Un album di contraggenio, insomma. ideato e fatto uscire con puri intenti mercantili: il vero Shawn Philips dorme ancora tra le braccia di Collaboralion, e i tempi e le vendite fanno capire che il sonno durerà ancora lunghi anni e stagioni. r.b. COMMANDER CODY & HIS LOST PLANET AIRMEN « Live From Oeep In The Hearl Of Texas» - (Paramounl) • C'è modo e modo di interpretare i revivals, qualunque essi siano: si può vestirsi di giacconi di cuoio e imbrillantinarsi i capelli. fingere un ruolo determinato - in verità - solo dall'astuzia commerciale, sostenere più o meno seriamente la validità storica di una simile operazione. Ma c'è anche chi riesce a vivere realmente una dimensione di questo tipo, al di fuori di ogni battage pubblicitario, semplicemente perché sa trovare in un suon:, pur evidentemente « datato » la gioia e I' emozione, un (forse anacronistico, sicuramente sentito) desi. derio di partecipare alla musica nel modo più immediato. epidermico, allegro. Il gruppo di John Frayne, alias Commander Cody, riscuote da cinque anni un notevole successo sulla West Coast, sebbene le sue origini vadano ricercate p'ù lontano, nell'alienante m,;,galopoli di Detroit (Alice Coooer MC 5...): anche se i suoi •dischi appaiono raramente nelle classifiche, pochi possono vantare un'eguale reputazione di formazione « live ». L'album in questione è stato appunto registrato durante un concerto dato ad Austin, nel Texas: e la ve, a dimensione di festa, di gioco dell'esibizione è stata puntual· mente riportata tra i solchi. Rock 'n' roll e country & western, con qualche sporad;ca puntata nel blues: impasti so:iori estremamente fluidi e com· patti, da cui emergono di tan· to in tanto la steel guitar del bravo Bobby Black o il violino di Andy Stein. La cadenza dei brani è vici· nissima a quella dei traditionals, cui il gruppo si richiama in mo· do evidente: la matrice countr)'
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