Muzak - anno I - n.06 - aprile 1974

non può non avere un effetto tangibile. quasi fisico. su chi sa ascoltare la musica senza fermarsi alle motivazioni estetiche. ma penetrandone a fondo scopi e significati. Musica come liberazione. si è detto: ma non solo come liberazione da strutture di potere opprimenti e spietate. ma anche da ogni singolo aspetto della schiavitù « culturale•· tanti piccoli schemi, coi,rizioni. limitazioni tese a::! ingabbiare ed a schedare l'immaginazione di ognuno. Così le canzoni popolari vengono apparentemente stravolte nelle loro forme primitive. diventando spunto per divagazioni corali lucidissime e radicali, prive di qualsiasi direttrice all'infuori della sensibilità di chi suona. Così la stupenda « Song For Ché». scritta dallo stesso Haden. riecheggia a tratti le note del celebre inno al rivoluzionario (... « e tu, querida presencia, comandante Che Guevara» ...); o « Circus '68. '69 ». dedicata alla battaglia che vide impegnate a Chicago, durante la Convenzione democratica. tutte le forze del Movement statunitense. appare subito come l'auientica colonna sonora di quello « spettacolo• così importante. Il lavoro dell'Orchestra è tutto imperniato sulla dialettica tra scrittura e improvvisazione. sollsmi ed attimi corali: gli arrangiamenti di Carla Bley concedono in questo senso ampi spazi, e gli strumentisti riescono sempre a spaziarvi con invidiabile coesione. Ascoltate l'assolo di Gato in « Viva la Ouince Brigada •: è davvero raro sentire espressi in così brevi istanti una quantità così multicolore di emozioni, gustare in pieno l'enorme comunicativa di coni respiro e tono... o eWar Orphans •· la poesia triste e dolcissima di note rese - per una volta - autentiche appendici della sensibilità di ogni musicista. connessione impalpabile ma quanto mai reale con chi ascolta e comprende. chi inizia a vivere ogni proposta. Haden poteva commettere due 60 gravi errori. con questo album: renderlo semp•licemente un veicolo di propaganda fine a se stessa. impostandolo secondo i canoni di un realismo più o meno bieco; o non riuscire a compenetrare l'essenza dei motivi da lui proposti. limitandosi a violentarne le forme. Il suo grande merito - appunto - resta invece quello di essere riuscito a fondere ogni elemento, rendendolo parte integrante di un discorso complessivo. in cui limiti e separazioni non hanno più alcuna ragione d'esistere. Per questo « Liberation Music Orchestra• è uno dei momenti fondamentali nella storia della nostra Musica: e merita certamente un interesse ancora più grande di quello riscosso fino ad oggi - almeno in Italia ... CARLY SIMON Hotcakes (Elektra) m.f. CarlySimon Hotcakes Torte appena sfornate da quella impagabile mammina americana. felice mogliettina di quell'altro bravo ragazzo che si chiama James Taylor. Carly Simon è un bel pezzo di ragazza, molto fotogenica e simpatica. assai rappresentativa di un certo tipo di gioventù statunitense alquanto soddisfatta e senza pro. blemi. Per loro gli USA sono un paese come un altro, dove si può vivere tranquillamente accanto al focolare domestico. guardando un film western alla TV. La contestazione degli altri giovani è lontana mille miglia e, tutto sommato, dà fastidio ... Dunque, le torte calde di Carly (e del suo James) non sono altro che canzoni, canzoncine soffici e fragranti. caruccie e inoffensive, edificanti ed innocue. da ascoltare dondolandoci pigramente e con gli occhi socchiusi. possibilmente dimenticando i gravi problemi che assillano il mondo attuale (« Ma esistono, poi?» - dice la nostra Carly). Finora ne ha confezionate in numero sufficiente per sfornare quattro LP. Le prime. quelle inserite nei primi due. non sono riuscite gran che, ma al terzo album (il celeberrimo • No Secrets •). Carly ha finalmente trovato la ricetta giusta. che ora puntualmente sfrutta senza alcuna fatica per questo suo ultimo disco-dessert. Anzitutto ci vuole una copertina bella. con foto chiare e serene (meglio se si vede la mammina in imminente attesa del nascituro pargolo): poi si scelgono delle melodie facili ed ammiccanti. possibilmente di quelle orecchiate al supermercato vicino casa: le parole devono essere dello stesso genere, spiritose ed idilliache. Infine. si chiamano tanti amici-musicisti dal nome famoso (gli sconosciuti non servono...) e il gioco è fatto! Qui i canditi sono Paul Buckmaster. Richard Davis, Klaus Voorman. Billy Cobham. Robbie Robertson. oltre logicamente al maritino James. Così anche queste torte sono ben riuscite e quei « cari ragazzi• ne compreranno a migliaia! g.pe. TERRY RILEY « A Rainbow in Curved Alr • CBS Chi non parla oggi di Terry Riley? Chi non lo cita discorrendo di Soft Machine o di Eno Fripp, chi non l'ha in mente sulla scalinata di quella deliziosa araba fenice che è la Musica Totale? Lo si è scoperto da poco. dopo anni di ignavia musicale. chiuso nell'armadio dello • sperimentatore• per pochi addetti ai lavori: e oggi è la spezia per ogni cibo sonoro. lui e il suo anelito d'innocenza. lui e le operazioni di somma ed elisione rumoristica che ormai hanno fatto leggenda. Ma oltre le favole c'è una realtà da tener presente, una verità che anche da noi prende a fecondare: il concerto romano alla Contemporanea lo ha dimostrato, e lo stesso testimonia questo disco. il primo ad esser fatto circolare da noi, anche se a distanza di anni. Il lavoro comprende due tra le opere più significative dell'artl• sta. A Ralnbow In Curved Alr e Poppy No Good & Hls Phan, tom Band, scritture del 19661968 che nel duello di ruggine e gioia. nel volo di emozioni sparse e divertentissime coprono per intero l'arco della sensa· zione rileyana. Soprattutto, bai• za evidente il senso del far mu• sica dell'uomo, qui più chiaro che altrove: gli schemi sono semplici, l'interesse dell'ascolta·

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