sacerdotesse del consumismo e della musica in scatola (vero. signora Taylor?) che qualcuno ha voluto considerare come le espressioni più autentiche di una ben definita scuola. Peccato che gli anni siano inesorabilmente trascorsi anche per la sensibile e delicata interprete di albums come « Clouds » o « Ladies of the Sanyon ». quella voce purissima e ricca di sfumature multicolori: perché il ritratto che il suo lavoro più recente offre non riesce assolutamente a dare la misura del valore del'artista. a comunicare quella gamma sottile e profonda di toni cui ci aveva abituati. «Court and Spark » fotografa infatti un momento paurosamente stagnante e monocorde della produzione di Joni. l'incapacità (speriamo temporanea) di superare gli stereotipi che stanno lentamente fagocitando la sua espressione. livellando e confondendo proprio i lati più accattivanti della sua personalità. Intendiamoci: non che il lavoro sia rozzo o sgraziato, che sia venuta a mancare la semplicità. l'evidente carica umana. la partecipazione emotiva. Ma i brani sono terribilmente uguali l'uno all'altro. privi di consistenti impennate, di atmosfere più eteree o rarefatte: ed il suono spesso diventa superficiale, condito da coretti irritanti (« Help Me•). addirittura autolesionista (l'assurda « Twisted ». impregnata di un'atmosfera alla New Orleans semplicemente rabbrividente). I momenti più interessanti appaiono «Court And Spark ». « The Same Situation » e la più ritmata « Raised On Robbery ». con Robbie Robertson della Band alla chitarra. In « Free Man In Paris » appaiono Graham Nash. David Crosby e José Feliciano; gli arrangiamenti restano comunque per lo più scarni ed essenziali. tesi soprattutto ad evidenziare i testi (interessanti) e l'affascinante timbro vocale della cantante. Di fatto l'album non riesce ad offrire una dimensione sufficientemente lucida e costruttiva. risultando in ultima analisi piuttosto inutile ed epi56 dermico ... che anche l'era delle « first ladies » della canzone sia irrimediabilmente tramontata? STOMU VAMASH'TA EAST WIND m.f. Freedom ls frlghtenlng (lsland) HENZE, TAKEMITSU, MAXWELL-DAVIES Brani per percussioni Percussionista: Stomu Vamash'ta (Olseau Lyre) Ecco due dischi che hanno in comune solo il nome di Yamash'ta. Uno Yamash'ta ormai convertito definitivamente al rock e dimentico del suo passato di esecutore di musica sperimentale. Chiaro che ciò, in sé. non rappresenta un giudizio sulla musica di Freedom 1s Frlghtenlng. E' solo che. avendo rimesso di questi tempi in circolaz,ione un disco che conta più di un anno con brani di musica sperimentale, la Decca si assume il compito di svelare il passato del grande percussionista giappone. se. E del resto per chi ha seguito l'evoluzione di Yamash'ta nell'ultima anno sarà estremamente interessante vedere da quali esperienze egli provenga e cercare di rintracciare il filo che lega lo Yamash'ta esecutore classico allo Yarnash'ta esecutore-compositore rock. Nel gruppo degli East Wind sono Yarnash'ta. sua moglie Hisako al violino, l'ex-Soft Machine Hugh Hopper al basso, Gary Boyle alla chitarra, Brian Gascoigne alle tastiere. I quattro brani in cui è diviso il disco sono assai intimamente legati. così che si potrebbe parlare quasi di una lunga suite. Ciò che accomuna tutti i pezzi è un'atmosfera densa e incerta che via via si carica di intensità fino a sfociare nella melodia, piccola ma fortemente caricata, di Wlnd words. Da un punto di vista strettamente musicale sembra che Yarnash'ta abbia ulteriormente rafforzato la scelta in sen. so rock che già s'era avvertita nell'ultima versione di The Man frorn tre East. Mentre del tutto (o quasi) abbandonato sembrerebbe qualsiasi riferimento alla musica orientale. Ciò che si potrebbe scambiare per orientale è infatti solo un leggerissimo ricordo. A non aver conosciuto Yarnash'ta, Freedom is frightenlng è un discreto album rock con qualche ricordo jazz. Anche se in effetti di jazz in senso stretto o lato. non è possibile parlare. E il buon Hopper sparisce il più delle volte in giretti senza alcun brio. Resta Stornu. Ma dei prepotente e vigoroso percussionista di un tempo in questo disco appare solo l'ombra. Un album irrisolto, pur nella decorosissima fattura. Un album di chi. attratto fortemente verso una musica più semplice dalle buone e immediate vibrazioni. non ha il coraggio di com. piere il salto fino in fondo e si nasconde dietro preziosismi di grande efficacia ma che. a ben guarda re, stridono con il rock un po' slegato (anche se ben ritmato) che costituisce la trama del disco. Preziosismi non più sostanziali e funzionali. com'era al tempo della collaborazione con i Come to the Edge, ma diremmo piuttosto pleonastici (tale è il caso per esempio delle voci in apertura e chiusura del primo brano) tali da far pensare a qualche sorta di neobarocohisrno. Neo-bariéchisrno. appunto. E a un attento esame ciò è anche vero per l'altro disco. Un disco in cui Yarnash'ta entra solo come perfetto e valentissimo esecutore. Sono tre brani: Prison songs di Henze. Turis campanarum sonantiurn di Maxwell-Davies e Seasons di Takernitsu. E forse solo quest'ultimo si salva dall'accusa di inessenzialità che invece grava sugli altri due. Brani di musica contemporanea per sole percussioni quelli di Takernitsu e Maxwell-Davies. per percussioni e voce (lo stesso Yarnash'ta) quello di Henze. Musica cornples&~. non facilmente ascoltabile o '·comunque ascoltabile con un certo sforzo. Ma brani in cui le percussioni sono usate come una vera e propria orchestra da carnera, con una varietà di timbri incredibile e dunque anche con un certo godimento. Prison songs di Henze ha un testo tratto dal diario di Ho Chi Minh ma la musica si perde in effetti un po' infantili (il rurnor di catene. lo stridio delle parte della prigione, etc.) cosicché dell'impegno civile che pure il testo fa ·intravvedere non rimane. infine. granché. Un disco. in ogni caso interessante per chi si voglia avvicinare alla musica contemporanea (specie mentre si parla tanto di musica totale) senza scontrarsi con le difficoltà dell'avanguardia conseguente o con gli istrionisf'ni provocatori della scuola di John Cage. Un disco. in ogni caso. che. data la presenza di Yarnash'ta e l'uso delle percussioni come strumenti, ci sembra il più adatto a aprire un discorso. g.pl. CANZONIERE DEL LAZIO Quando nascesti tune (I dischi del sole) Musica popolare. canzoni narrative, politiche, rituali, d'amore e religiose; musica che vive tuttora nel Lazio e nelle zone vicine; tipicamente contadina. ma estremamente attuale e vicina anche per un pubblico « cittadino•· Ciò che colpisce di più. in questo disco. ciò che lo differenzia da altri simili, è la so-
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