Muzak - anno I - n.06 - aprile 1974

LOUREED Luu Reed rimarrà sempre per New York un sinonimo di Velvet Underground, di quel circolo culturale nato intorno ad Andy Wharhol e di quell'essenziale ruolo che il complesso svolse nell'affermare la cultura underground. Per quanto il gruppo di Cale e Reed non fosse solo nel portare avanti quel rinnovamento sociale, artistico c cui· turale manifestatosi nella seconda metà degli anni sessan• ta, esso ha costituito in America un vero e proprio fenomeno le cui tracce sono tuttora indelebili. Ciò che rese i Velvet Underground autentici interpreti del loro mondo di depravazione, perversione e squallore, e quindi affascinante oggetto del morboso interesse del pubblico fu l'uso delle sottili illazioni e delle misteriose provocazioni che lasciavano allo spettatore il compito di calcolare quei livelli di depravazione che soltanto l'immaginazione può dipingere .. E l'affasc;nante im· magine, quella che rimaneva sempre avvolta nell'ombra di quegli allusivi manierismi t:rnto tipici di quei gruppi di artisti intellettuali che sem· bravano uscire di notte dalle fogne di New York ... quella è rimasta adesso nel momento in cui la pe1·versione è un'oggetto di consumo. Quando Lou Reed, mente e pvnto focale di un gruppo già duramente colpito dalle defezioni di Nico e Cale, lasciò i Velvet Underground, fu ovvio che egli avrebbe ereditato il regno da loro crcato, un regno che col passare degli anni si trova ora catapultato in una scena musicale molto diversa da quella che vide in azione i Velvet. Il rock decadente degli anni '70, manifestando in un modo così esplosivo omosessualità e violenza, ha creato un contesto in cui la figura di Reed poteva essere seriamente danneggiata da personaggi come Bowie e Cooper. Lou, comunque, per quanto superato in termini di scena e soprattutto di successo commerciale, ha mantenuto, forse quasi rivalutato, la sua posizione un po' come un vecchio professionista si erge tra i suoi più giovani discepoli con l'autorità di chi è un maestro del mestiere. Mentre i nuovi artisti devono scegliere e fare propria una particolare forma di esibizione per trovare uno specifico collocamento nella scena de• cadente, Reed non ha bisogno di qualificarsi omosessuale o drogato o de;:,ravato: la sua figura è tutto ciò insieme; egli è il padre spirituale del32 la decadenza e colui che ancora può affascinare e provocare con sottili implicazioni sado-masochiste per quanto esplicite e pesanti siano le esibizioni di perversione a cui il pubblico è stato abituato. Insieme ai tempi anche il pubblico americano è cambiato, ccl accanto a quella schiera di fedeli sostenitori, vi è una maggioranza di ragazzi troppo giovani per aver conosciuto Reed ai tempi di oro. Per questo nuovo pub• blico egli rimane un mito mai realmente conosciuto che puntualmente si rinnova in tutta la sua ambigua bellezza un professionista di gran classe in costante miglioramento e forse anche la figura di quel decadente poeta che porta alla luce un lugu· bre mondo ancora vivo e vegeto nelle strade di New York che non si è certamente esau• rito con la fine dei Velvet Underground. Un caldo applauso ha salu• tato l'apparizione di Lou Reed sull'ampio palco clell'Academy of Music cli N.Y., che l'artista ha scelto per il suo debutto post-Berlin e per la registrazione del materiale per il nuovo album « Rock & Roll Animai ». Coloro che aspettavano l'apparizione del « fantasma del rock», cioè di quel Frankestein truccato di bianco con la chitarra a tracolla, hanno avuto una bella sorpresa. Reed infatti, sfoggiando per l'occasione un nuovo personaggio e un nuo· vo complesso, ha conformato quei ripensamenti che vogliono Transfonner un capitolo chiuso e Ber/in qualcosa più cli una semplice parentesi. Il voi to bianco è stato sostituito da un grazioso tocco di mascara; i capelli sono cortissimi. Armato di un microfono che fa roteare nell'aria e~-,-,..: un catena, Lou indos· sa una maglietta nera e un paio di modesti jeans; tutti i particolari quadrano perfet• tamente in quella sinistra e minacciosa immagine del delinquente degli anni 'SO, qua· si reincarnazione di quei per· sonaggi di J ames Dean che appaiono di notte per rubare le ruote della tua macchina. Alla pesante immagine del teppista di periferia, si unisce con ammirabile sottigliezza il Reed omosessuale con le sue inclinazioni sado-masochiste. L'approccio all'omosessualità a questo punto diventa una perve, sione totale, tanto più reale ed impressionante 1n quanto nascosta con cura. Lou sul palcc rimane, sempre coerente al suo personaggio, nascosto dietro un duro e velenoso distacco; egli si limita a pochi sofisticati gesti pieni di suggestione: il femminile moto del polso, i rari movimenti del bacino e delle anche e quello strano modo di contorcersi come un serpente su un bastone, sono le uniche attuali referenze alla perversità della sua fìgura. Egli conduce tutta questa scena con la noncuranza di un furfante, mettendosi al centro del palco come se vernmente stesse cantando appoggiato ad un semaforo. Questa casualità, che superficialmente può esser scambiata per noia dell'artista, ad un esame più attento si rivela un comportamento perfettamente ca!. colato per mettere a fuoco l'immagine del « fìco » della città la cui calma è imperativa e la cui mancanza di umanità terrorizzante. Sul palcoscenico la figura di Reed è ampliamente sostenuta dal suo modo di cantare e dalla mancanza di sentimento espii. cito con cui egli pronuncia i! dialetto semi-oarlato delle sue canzoni; qualsiasi riferimento a coinvolgimenti personali è limitato a quell'efficace enfasi che evoca s:!ntimenti di cattiveria e di squallore. I primi prezzi ci portano direttamente al sempre vivo ricordo dei Velvet Underground. La mancanza, però, di quella rigida semplicità OS· sessiva caratteristica del gruppo di New York, spiega subito che un nuovo gruppo e una nuova musicalità più vasta e complessa sono il contesto in cui l'artista newyorkese si muove. Il suo nuovo complesso, di cui fanno parte i chitarristi Steve Hunter e Dick Wagner, è senza dubbio il più dot,ito dei suoi gruppi « live ». Con un note· vole entusiasmo e con pregevoli parti di chitarra. i « classici » inclusi nel repertorio so· no stati trasformati con l'introduzione cli nuovi arrangiamenti efficaci e pieni di contrasto. « Heroin », il più fa. moso prodotto dei Velvet Underground, è stato senza dubbio il migliore di questi arrangiamenti. Rivalutato quasi al livello di opera, il caos strumentale rap. presentante il « flash » del «buco» è stato sostituito da un pregevole crescendo che esprime perfettamente lo stato d'animo dell'esperienza. Un altro punto veramente alto è stato « Rock & Roll », che Reed ha accompagnato con una provocante scena di se• duzione. La musica e l'artista stesso sono giunti, però, ai livelli più alti nell'esecuzione di « Lady Day », « How Do You Think It Feels » e « Sad Song », i brani tratti da Berlin che Lou e il complesso sono riusciti ad arrangiare in una versione « live » lascian• do intatta la tremenda atmosfera di ognuno. La fase finale del concerto è stata" riservata al commovente commiato di « Sad Song », uno dei pochi pezzi in cui il personaggio della strada lascia il posto a sentimenti più eterei. Nell'insieme il concerto delI'Academy of Music ha rappresentato qualcosa di più vasto di una semplice dimost1·azionc professionale dell'artista. Principalmente c'è stata la chiara indicazione di Berlin come un'apice e un punto di svolta le cui conseguenze saranno presenti in futuro come Io sono state nel concerto in questione. Mentre Trasformer indicava il tentativo di conquistare il favore ciel va· sto pubblico del rock decadente, Ber/in ha congelato in modo conciso e rivitalizzante un nuovo ruolo e immagine per Reed come artista e compositore. Il personaggio della strada impersonato sul palco e l'immagine concretizzata in Ber/in coincidono infatti con quel freddo, amorale e velenoso narratore che può raccontare una squallida storia conclusasi in un suicidio, senza mai concedere sentimento o pietà. Egli può dire di sé (« How Do You Thinks lt Fecls »): Sono come :111 gatto che vive fra i rifiuti, e quando sono pieno fin qui di odio, non sai che elevi stare attenta? e pieno fin qui di odio, farla nera di botte e farle capire. e quindi descrivere così la sua vita dedita all'anfetamina: Come pensi cli sentirti quando sei in anfetamina e sei solo; • come pensi di sentirti quando tutto quello che puoi dire è « se soltanto ... se soltanto ne avessi un po', se soltanto avessi i•n po' di spiccioli, se soltanto ... se soltanto ... » come pensi cli sentirti e a che punto credi ciò si fermerà? La sua d;sgustosa immagine si rivela ancora più crudele e repellente quando la poli· zia sottrae i bambini a Caroline per affidarne la cura al giudice tutelare: Stanno portando via i suoi bambini perché hanno del to clze lei non era una buona madre, per tutte quelle cose che lei ila fallo nella strada, negli angoli e nei bar ... nessuna era più brava cli lei a farle, quella sporca, miserabile puttana non poteva dire « no » a nessuno ... ma quando hanno portato via i suoi figli, sono stati i suoi occhi ad empirsi di lacrime, ed io sono molto più contento così. La terrificante passività arriva al culmine in « The Bed », quando egli contempla il letto

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