Muzak - anno I - n.06 - aprile 1974

più recente passato. C'è forse una maggiore pulizia nelle costruzioni, e qualche accento jazzato in più: ma sbaglierebbe completamente chi volesse ipotizzare un processo di edulcorazione, di svilimento dei contenuti originari. In realtà, i musicisti continuano a sognare ad occhi aperti, a dissacrare, a farsi trascinare nelle più astruse (ma sempre limpidissime) divagazioni strumentali: il synt di Tim Blake e la chitarra di Steve Hillage - fondatore degli Egg e dei Khan, altre formazioni di Canterbury - aggiungono una nuova dimensione, e la varietà di toni sembra essere ancora più vasta. All'inizio del '73 Daevid abbandona temporaneamente il gruppo («Volevo vedere se i Paragong avrebbero avuto lo stesso successo dei Soft Machine, dopo la mia defezione ... »), ma in agosto la for30 mazione si riunisce per incidere la continuazione di « Flying Teapot »: « Angels Egg » il titolo. Sotto alcuni aspetti, la realizzazione più incisiva dei Gong: l'equilibrio tra sperimentalismo e visceralità del suono, strutture tradizionali e invenzioni fluorescenti. Il nuovo batterista (altro francese, Pierre Moerlin) costituisce la sorpresa più piacevole: un giovo vario e tecnicamente ineccepibile, prevalentemente condotto sui piatti ma sufficientemente ritmico e sostenuto, una duttilità di forme che completa nel migliore dei modi il caratteristico mosaico sonoro dei compagni. Le influenze rileyane divengono più evidenti ( « Other Side Of The Sky »), ma il loro inserimento nel tessuto sonoro avviene con un gusto ed una grazia assolutamente rare, senza la durezza e l'aggressività davvero « teutonica » di Faust o Kraftwerk; qui la melodia 4a un posto .di assoluta preminenza, ed il bilanciamento dei CON I SOFT MACHINE toni appare estremamente curato ( « Love Is How Y Make It »). Anche qui, certo, testi da pupille dilatate: ma resi maggiormente funzionali alle co- ·truzioni strumentali. Daevid osserva ogni cosa dal suo angolo visuale, stravolgendo - come si è detto - ogni immagine e frase in modo estremamente sottile e penetrante: e diventa frequente osservar un «delirio» (ma si tratta veramente di delirio??) trasformarsi quasi con noncuranza in un magma sonoro trascinante ed estremamente cornunicativo ( « Oily Way », « I Never Glid Before »). Proprio questa dialettica sta alla base del lavoro dei Gong, e la sua compiuta espressione costituisce uno dei più importanti obbiettivi ciel lavoro. non a caso qui il sintetizzatore assume una su<t importanza - più che come strumento solista - come Eili.rn, elemento « di raccordo» tra ogni atmosfera. Una musica che non ha certo esaurito gli spazi in cui espandersi, e che verosimilmente riserva per il futuro altri importanti incantesimi ... « Ieri ho scalato un albero / per essere più vicino a Gong. / Il pianeta era, l'ho compreso, / una delle macchie davanti ai miei occhi ». Dopo tanti anni, il fantastico mondo di Daevid non è stato minimamente intaccato dalle lusinghe del business, da una vita a stretto contat-. to con un ambiente disposto a costruire altari d'oro a chi prostituisca (anche in modo poco appariscente ...) la propria creatività alle esigenze di mercato. Che la cospirazione contro una fantasia di marmo, i tortuosi calcoli dell'industria, i becchini della libertà del linJuaggio, abbia trovato proprio qui degni ed impietosi seguaci? Marco Fumagalli foto R. Masotti 1967 45 gg. « Love Makes Sweet Music » . « Feelin' Reelin' Squeelln' ». 1971 Due facciate complessive sugli album della serie « Rock Generation » (Byg), volume 7 e 8 • incisioni ricavate da demo-tapes. COME LEADER: 1969 « Magick Brother » (Byg/Actuel n. 5) 1971 • Banan Moon » (Byg/Actuel n. 45) 1971 « Continental Circus » (Philips, colonna sonora di un documentarlo). CON I GONG 1971 « Camembret Electrlque » (Byg/Actuel n. 53) 1972 « Glastonbury Fayre Festival » (Revelation, album triplo • una facciata) 1973 « Radio Gnome lnvlslble: Pari 1, The Flying Teapot » (Virgin/o Byg). 1973 u Radio Gnome lnvlslble: Pari 2, Angel's Egg » (Vlrgin). I GONG COMPAIONO ANCHE IN: 1972 « Obsolete » di Dashleil Hedayat (Shandar).

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