Muzak - anno II - n.05 - marzo 1974

referendumuzak Muzak (scrivemmo sul I numero) vuol dire musicaccia. Ormai Muzak significa molte altre cose. Un giornale, innanzitutto. Un giornale diverso, un giornale che non considera la musica progressiva u,1 settore di pseudocultura per giovani un po' matti. Un giornale che prende sul serio i problemi musicali e della cultura underground in genere così come si è formata e conformata negli anni '60 e così come si sviluppa negli anni '70. Ma significa, Muzak, anche un modo diverso di affrontare ·ze questioni. Un modo intelligente, critico. E significa, infine, ( e dovrebbe ;significare sempre più) un modo nuovo d'impostare il dialogo fra lettori e giornale, musica e ascoltatori, musica e critica, lettori e cri/ ici. Questo abbiamo sempre tentato di fare. Con qualche risultato e qualche ritardo. Avvertiamo, proprio perché non siamo fra i « santoni » della cultura (e non vogliamo dividere nulla con loro), avvertiamo che c'è ancora molto da fare. Spogliandoci di quanto ci rimane di 'regressivo, e divenendo un mensile di musica progressiva nel senso più pieno della parola. Errori ne abbiamo fatti. In buona fede, però. E questo non è poco. Qualcuno ci ha rimproverato di non distinguere col necessario rigore fra musica buona e musica cattiva. Qualcun'altra ci ha senz'altro tacciati di raffinatezza. Molti ci hanno apprezzato, non risparmiandoci critiche e consigli duri anche se amichevoli. Non vogliamo ancora tracciare un bilancio, sebbene stiamo ripensando su molte cose. Vogliamo decidere tutti insieme cosa fare di Muzak nei prossimi mesi, anni o secoli. Bene: facciamolo tutti insieme questo giornale. Facciamo che ognuno abbia delle idee e le esprima. Sentiamo, e non per demagogia, il parere di chi Muzak lo crea ogni mese, ogni mese ne crea il successo e la stessa vita: dei lettori. Questo è il senso del refendumuzak. Non un referend11111 qualsiasi. Non un sondaggio per avere campioni certi da offrire agli inserzionisti per aumentare le pagine pubblicitarie. Non modo per creare uno schedario da utilizzare in modo più o meno pulito. Un referendumuzak, un mezzo per costruire il giornale in modo nuovo, vivo, non rispondente a un generico « mercato », ma ai desideri di quanti ci leggono o ci potrebbero leggere. Una volta di più le nostre prese di posizione possono sembrare utopiche o ingenue. Ingenuo, secondo noi, è solo chi crede di poter continuare a cianciare di musica secondo i suoi punti di vista, senza fare continuare i conti con i lettori, senza rendersi conto che un giornale è soprattutto un mezzo di comunicazione, e che farne un mezzo di manipolazione è la peggiore forma di truffa. Ingenui, o farabutti, sono coloro che vedono solo se stessi e i propri interessi. Ingenui, e studipi, che a forza di vedere solo se stessi potrebbero finire con un giornale letto solo ... da se stessi. Il collettivo redazionale REFERENDUMUZAK: norme e premi a pag. 65-66 3

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