Muzak - anno II - n.05 - marzo 1974

E' inequivocabile che questi ultimi anni hanno assistito, nell'ambito del!' espressione musicale, ad alcuni importanti sviluppi in diversi settori: possiamo ricordare il recupero di antiche forme di « comunicazione » orale a livello popolare, oppure la tendenza alla creazione di un linguaggio «totale» ed «universale» nel quale confluiscono le più diverse tendenze musicali, ma è pure fuori di dubbio che una vera e propria rivoluzione è stata fatta registrare dall'avvento dei sintetizzatori in generale e dal loro capostipite in particolare, il Moog. Siamo qui di fronte ad un avvenimento che vede, fra l'altro, coinvolte componenti affatto differenti e in apparenza fra loro quasi in antitesi: a priori, ad esempio, si sarebbe stati portati a non trovare punti di contatto fra la musica - almeno nell'immagine classica del termine - e una delle saienze fisiche più proprie del nostro tempo, quale appunto è l'elettronica. Pure il contatto è stato trovato e si è sviluppato a livelli di altissima sofisticazione conducendo a risultati sino a ieri impensabili e che hanno in loro tutti gli elementi per essere potenzialemnte considerati i primi anelli di una lunga catena di cui oggi non ci è dato scorgere la fine. Il sintetizzatore di per sé è altresì simbolo emblematico di tutta una nuova realtà, di un nuovo modo di concepire la musica in tutti gli « stadi » che concorrono alla sua definizione formale ed emotiva: creazione ed esecuzione sono forse in questo caso come non mai intimamente unite e l'artista stesso assume connotazioni, anche a livello umano, com62 strumenti & tecnica Moog Percussion Controller pletamente nuove. Il rapporto creativo uomo-macchina implica comunque certamente un adeguamento ed una evoluzione nella mentalità di chi si accosta, come «attore» o come « spettatore », al nuovo mezzo creativo, e lo stesso metro estetico di giudizio va inteso in sincronia con tale realtà. E' comunque bene sottolineare come il sintetizzatore sia anche quell'apparato grazie al quale è possibile ricreare la voce di numerosi strumenti tradizionali (l'esempio più clamoroso in questo senso, cd il più noto al grande pubblico, ce lo ha dato Walter Carlos con la colonna sonora di « Arancia meccanica » ), ma non è assolutamente soltanto questo: è molto di più. Funzione principale del sintetizzatore, almeno come viene intesa nel caso del Moog 3c, è la creazione di nuovo « materiale» sonoro; in altre parole, lo strumento « sintetizzatore» è in grado di dar vita ad una serie praticamente infinita di risultati sonori, ed è proprio in questo senso e grazie a tale sua duttilità che il sintetizzatore catalizza gli sforzi di coloro che ad esso si accostano con intenti che non siano episodici o prettamente commerciali: il Moog è in definitiva una macchina di ricerca artistica cd espressiva. E' necessario rendersi conto che quello con cui si ha a che fare è in tutto e per tutto un nuovo strumento musicale, e come tale deve essere impiegato nelle sue pe• culiari ed autonome possibilità creative: l'imitazione di altri strumenti è solo un aspetto - cd artisticamente parlando, quello di minore importanza - del grande Moog: non è certo in questa prospettiva che si colloca il suo futuro. E' evidente che l'accoppiamento dello strumento elettronico - o quanto meno del dispositivo elettronico - con lo strumento tradizionale moltiplica ancora ulteriormente le possibilità espressive del linguaggio musicale. Esempi in tal senso se ne possono fare moltissimi, ma fino ad oggi (o meglio fino a ieri) da tali possibilità sembrava escluso chi utilizzava strumenti a percussione in generale e tamburi in particolare; in altre parole, il batterista non aveva ancora trovato il «mezzo» per giungere all'elettronica. Proprio nel corso di questi ultimi mesi la lacuna è stata colmata e, come già a suo tempo avevamo brevemente annunciato (Muzak, n. I p. 65), la Moog ha messo a punto un particolare tamburo, detto Percussion Controller, di dimensioni veramente ridotte e che, collegato con uno qualunque dei vari sintetizzatori Moog, mette in grado il batterista di sfruttarne gli effetti. Al di là delle molte considerazioni di carattere pratico ed artistico che la novità porterebbe a fare, ci sembra che tale fatto, col suo connubio fra quella che è la tecnica strumentale più antica - la percussione - e la scienza che forse oggi più di ogni altra caratterizza l'epoca moderna - l'elettronica - sia quanto mai rappresentativo del tempo in cui viviamo, anche a livello di costume. Da un punto di vista tecnico e pratico, va subito notato come il Moog Percussion Controller possa permettere al batterista di lavorare non solo, com'è logico, sul ritmo, ma anche con l'altezza dei suoni ed il loro timbro, in diretta dipendenza rispetto alla forza con la quale viene colpita la pelle del tamburo: anche da questo semplice fatto è possibile dedurre come il Percussion Controller non venga assolutamente a sostituirsi all'esecutore, riducendolo al ruolo di semplice operatore, ma anzi mantenga il musicista ben saldo nella funzione che gli compete, quella di creatore ed interprete di idee musicali. D'altro canto l'apparato può venire tarato in modo tale da consentire al batterista di suonare con la forza che gli è abituale e non è quindi neppure necessario un condizionamento , al nuovo mezzo. Si tratta di un particolare certo non di secondaria importanza, dato che a livello esecutivo si evitano interferenze secondarie che potrebbero alterare la normale dinamica della performance. Oggi come oggi siamo ancora in una fase esplorativa e sperimentale del nuovo strumento ed è perciò azzardato avanzare previsioni circostanziate sugli sviluppi che il Percussion Controller potrà apportare al linguaggio - ed alla funzione stessa - della batteria: certo comunque questi paiono senza dubbio vastissimi, direttamente proporzionati alle possibilità del Moog e alle capacità artistiche e tecniche dell'esecutore. Pensiamo comunque che potrebbe essere interessante conoscere il parere di chi usa il Percussion Controller fin dalla sua prima comparsa, ed a tal fine abbiamo rivolto alcune domande a Franz Di Cioccio, batterista della Premiata Forneria Marconi.

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