Muzak - anno II - n.05 - marzo 1974

Pink Floyd e Soft Machine sono del gruppo inglese quelli originariamente più vicini agli insegnamenti dei Velvet: ma mentre i Soft non trovando adatto il light-show alla riscoperta jazzistica, ben presto lo abbandonano, i Pink Floyd subiscono una profonda influenza dall'ambiente che riescono a ricreare. Ad un certo punto si accorgono che davanti all'incredibile possibilità suggestiva delle luci e delle diapositive la musica sembra restare limitata e decidono di incrementarne al massimo tutte quelle caratteristiche che facilmente possono essere visualizzate. Incredibilmente ha inizio il processo che porta il complesso di Waters ha crea· re la propria musica in base ad ispirazioni visive: More e... nascono come colonne sonore di film, Atom Heart Mother è « la colonna sonora di un film d'avventure trasmesso attraverso una televisione senza sonoro » e il recente Dark Side insiste sugli approcci con la musica concreta, traendo fonte sonora da orologi o monete. Così i Pink Floyd sono arrivati alle loro recenti esibizioni americane: davanti al palco si svolge durante il concerto un balletto di ispirazione classica, luci, lampi, e alcuni aereoplanini che volano sul pubblico gettando bombe di fumo fanno il resto. Diversamente dai Pink Floyd e dai Soft Machine che traggono tutte le loro idee sceniche dai Velvet, la Bonzo Band si ispira ad un altro gruppo statunitense che allora aveva una gran fama: i Fugs. Lo spettacolo dei Fugs nasceva dalla costruzione tipicamente teatrale dei loro brani: i componenti del gruppo, recitavano come a teatro i brani musicali, mimandone le scene con alcuni atti simbolici e alla fine coinvolgendo il pubblico in un happening particolarmente duro e violento. La Bonzo Dog Doo Dah Band parte da questo concetto di happening teatrale, piano, piano sostituendo alla violenza polemica, la satira: ci si porta così verso una sorta di spettacolo che potremmo tran38 quillamente definire cabaret. Oggi lo sperimentalismo della Bonzo Band trova la sua logica continuazione, anche se lievemente dipinta di buffo. nesco, nei Grimms, il gruppo fondato da ex componenti della Band e che oggi comprende tra l'altro Ollie Halsall, Gerry Conway e Neil Innes. E nei più recenti ed abbozzati tentativi spettacolari di Jan Anderson e dei suoi Jethro Tull. Una scena del L'ultimo frutto dell'U.F.O. è anche il più appariscente e nonostante le tante critiche il più originale: Arthur Brown. Per il « folle Arturo » non può esistere esibizione alcuna senza spettacolo: spettacolo significa descrizione, interpretazione, ironia, comicità, tensione, spettacolo significa una cosa viva, guizzante come il fuoco ... Fire, sull'onda del successo travolgente di questo brano, Arthur, che sia detto tra parentesi è un vocalist dalle qualità eccezionali, e il suo Crazy World imperversarono in lungo e in largo: il cantante aveva sul capo un elmetto con una bombola di gas applicata, nel momento cruciale l'elmo incominciava a sputare fiamme altissime (grazie alle quali Brown bruciò un paio di palcoscenici). Non contento del fuoco, Arthur si fece poi calare sul palco da gru altissime, in Galactic Zoo si faceva crocifiggere, poi amò per un certo periodo spuntare fuori dalle bare, attualmente arriva in astronave e se ne và dentro una siringa al posto dell'eroina. Non c'è dubbio che con lui entriamo nel regno della spettacolarità pura, addirittura pazza. Ma proprio nella scarsa fortuna attuale di Arthur Brown troviamo uno dei film ~ Pink Floyd a Pompei • difetti maggiori di questa ricerca esasperata: la trascuratezza degli elementi musicali, lo svuotamento di ogni significato degli atti esteriori che vengono compiuti. In questa mania dello spettacolo rimangono coinvolti dopo Arthur un numero discreto di musicisti inglesi, dal triste Lord Sutch ai più collaudati Pink Faires. Secondo una corrente critica questa schiera di « teatranti » che con alterne fortune hanno percorso gli stage andrebbe incrementata con l'aggiunta di Alice Cooper. E' vero che lo spettacolo di Alice risponde molto più ad esigenze di tipo teatrale-spettacolare che ad una sostanza o ad un legame di tipo musicale, ma è anche vero che Alice è forse uno dei frutti più tipicamente americani degli ultimi anni. Alice più che al teatro rivolge la sua attenzione ai faraginosi musical hollywoodiani, analizza sapientemente il gusto dell'americano medio e gli regala, beffardi e ironici, i suoi sogni proibiti. Indubbiamente lo fa con quella dolcezza e quella moderatezza che siano necessarie per non urtare il suo_ pubblico, se non addirittura per non dargli la soddisfazione di essere tanto importante da essere preso in giro, ma è anche vero che dietro alla bambola sgozzata, alla pioggia di dollari, al cappio e alla ghigliottina ci sono dei significati abbastanza precisi e studiati. Mentre questo rock « goliardico » si propaga, questa musica giovane trova altre coreografie. altre visualizzazioni: i festival rock con le loro grandi masse, i film che ne sono tratti, l'opera rock, frutto di un complesso d'inferiorità prettamente musicale, che incomincia ad addobbarsi di contenuti esteriori: sono tutte visualizzaizoni del rock che la stessa musica è capace di generare da sola o che in parte eredita dall'arte cinematografica. Un'incontro tra miti dell'era tecnologica, miti già forse grevi, già retorici: chi sono i divi dell'era tecnologica, le loro pesanti bardature da musicanti? i Roxy Music sono l'immagine, l'immagine del nuovo musicista per eccellenza: non nascono né da Warhol, né dal teatro, nascono dai musicisti con i tacchi argentati, le faccie dipinte, sono dunque la maschera, l'immagine la cui interpretazione vuole essere libera, passiva, furbesca, alla moda. Con i Roxy siamo così giunti alla note vestite di male e decadenza, all'odierna ondata di rock visivo. Ne sono i maggiori artefici i figliocci di mamma Warhol, David & Lou. David Bowie e Lou Reed non sono che due modi diversi di vivere l'Exploding Plastic Inevitable Show: Bowie ne afferra, soprattutto nello storico concerto dei Rainbow, la sensazione di futuro realizzato, il senso di disagio dell'uomo di fronte a questo correre dei tempi, incomunicabilità dietro invisibili lastre di cristallo, e il superamento di questo mo-

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