mensione live (che è qudla ideale per un gruppo, come i G.D., uso a fare durare circa sei ore la lunghezza media dei suoi concerti) con ferisc:: una particolare, onirica bellezza. Qui la forza smisurata del gruppo, non castrata dalle centinaia cli limiti imposti dall'incisione in studio, ha modo cli esplodere nuovamente in tutta la sua potenza: le st:-utture tornano a dilatarsi, l'atmosfera riscopre intatta la sua carica astrale, ma sempre nell'ambito di un tono generale più gentile più morbido, più «gioioso»,' del rock sanguigno che li aveva fatti grandissimi fino al 1970. 11 seguente triplo «Europe '72», pur essendo anch'esso :-egistrato dal vivo, è già un altra pietra della parabola discendente: innanzitutto la confezione stessa, e il conseguente alto prezw ciel elisco, che ne fanno una tipica «americanata», un tipico rutilante prodotto della festosa industria discografica statunitense. E poi, anche la musica, eccettuati i sublimi momenti contenuti nella quinta e sesta parte, con le luno-hissime grandiose esecuzioni di « Truckin'» e «The morning clew»: una musica sostanzialmente cli ottim_o livello, ma pur sempre facile, scorrevole in fin dei conti un poco supe:-ficiale; con Pig-Pen, vecchio demonio e ispiratore della passata estasi elettrica del gruppo, che qui è messo in secondo piano, quasi non esistesse quasi fosse un inutile bao-a'. glio, quasi gà aleggiassero" i primi presagi della sua morte imminente. Al posto cli Pig- )"en, che c'è e non c'è, si agita mvece prcponcleratamente il nuovo tastierista Keith Godchaux, portatore cli saltellanti andamenti rythm & blues, portatore, a giudicare dalla ~ua faccetta cli falso freak, di mconfessate ambizioni cli superstar eia rotocalco illustrato. « Europe '72 », comunque un album sostanzialmente più che positivo, è già in ogni caso un'opera sufficientemente ambigua; dopo cli ciò la morte cli Pig-Pen (quasi 1~ fine di un rimorso _per i compagni), le sempre pili frequenti esibizioni cli esarcia con gli organisti cli rythm & blues Howarcl Wales (un disco in co- ~u_ne, abbastanza accettabile, mt1tolato «Hoteroll?») e Meri Sauclers (tre dischi in comune fi_no ~d ora; d~i quali il più nusc1to è I ultimo, il doppio « Live at Keystone »), l'entusiastica adesione dello stesso Garcia alla sciocca religione del guru quindicenne Marahai Ji (il «dio ciccione» che ama i cioccolatini, i gioielli e le Rolls Royce), sono tutte tappe sempre più significative (i maligni vi aggiungono anche la possibilità di un uso troppo smodato di eroina, ma non esistono elementi certi per pronunzia:-si in proposito) che conducono dritti dritti all'insulsa musichetta di « Wake of the nood ». Il _fatto paradossale è che proprio questo disco inaugura la nuova etichetta indipendente del gruppo, la Grateful Dcad Records. Di questa etichetta s! era fatto un gran parla:-e: s1 era detto, per esempio, che sarebbe stata completamente alternativa anche riguardo alla distribuzione, e èhe conseguentemente i dischi sarebbero costati molto meno del prezzo normale. Tutte cose bellissime, delle quali nemmeno una è stata in realtà realizzata: la nuova etichetta infatti, continua tranquilla~ente ad esse:-e distribuita dalla \~arn~~ Bros., e il prezzo dei d1sch1 e tale e quale quello di tutti gli altri. I .~rateful Deacl, dunque, oggi Pili che mai, ma non soltanto da oggi, come ho cercato di dii:nostrare, sono un gruppo dai contenuti cultural-esistenziali alternativi, che però agisce tranquillamente «dentro» il sistema e ne accetta la logica; un gruppo alternativo, quindi, che da tempo ha consapevolmente accettato il comp:-omesso col sistema con l'intento di trasformarlo' dal didentr_o:_ una posizjone, e qui deve ns1edere la nostra critica, velleitaria, antirealistica, storicamente destinata a fallire. E' infatti provato che chiunque (e sono in molti) abbia finora accettato un compromesso col sistema cercando di t::-asformarne d~l diclentro progressivamente le strutture, ha invece sempre finito con l'essere fagocitato dal sistema stesso, fino a non poter più districarsene. I Grateful Dead, dunoue poiché sarebbe assurdo ·m~ttere in dubbio la loro buona fede, appartengono alla schiera di quegli idealisti « pu:-i », che, pur. essendo per questo, soggettivamente degni di stima e di ammirazione, rimangono comunque oggettivamente se n?n di ostacolo, per lo m'eno d1 peso ad una genuina concezione rivoluzionaria. Con questo è dimostrato a suffici~i:iza, mi auguro, come la cnt1ca alla posizione del gruppo si rivolga alla metoclologia e non all'ideologia, che resta come ai Jell'erson come ai Dead. Critica, lo ribadisco, che non può semplicisticamente scaturire soltanto dall'oggi, ma che deve trarre le sue radici da una posizione a lungo maturata nell'ambito di quello che in ogni caso resta uno dei gruppi più grandi e leggendari della storia del rock. Una volta domandarono a Garcia: « Perché la vostra musica, e voi stessi, siete sempre così "su cli giri" (high), perché comunicate sempre una impalpabile impressione di ebbrezza, di gioia?». E Garcia rispose: « Perché fumiamo un sacco di roba ». Questo piccolo esempio ci suggerisce la portata della dimensione esistenziale del gruppo, una dimensione caratterizzata soprattutto dalla semplicità, dalla ricer-ca basilare cli una armonia universale, da una voglia di 1rodersi la vita in una sorta di cristalilna, lirica purezza. Questo è l'idealismo dei Dead, che si è trasferito ncJla loro musica regalandoci episodi spesso stupendi, indimenticabili. Questo è l'idealismo dei Dead, ripeto: una visione bellissima, ma sommamente utopistica, che non tiene conto del fatto che per far sì che tutto il mondo giunga realmente al pacifico paradiso sognato, bisogna prima lottare. Con la forza, se necessario. Ma i Dead sono pacifici, e il loro pacifismo, anche se necessariamente deve essere criticato, va anche rispettato perché scaturito in perfetta buona fede nei loro cuori di persone semplici, persone come tante ce ne sono al mondo, che però avrebbero dovuto nascere tra venti, trent'anni, quando (auguriamocelo, pur senza cadere a nostra volta nell'utopismo) la nuova società libera potrà essere fi. nalmente edificata: ma probabilmente, purtroppo, al prezzo non differibile di una sanguinosa rivoluzione. Quella rivoluzione che i Grateful, in buona fede, non vorrebbero mai vedere: dal semplice punto di vista di esseri umani possiamo anche capirli. L'innato pacifismo dei Dead spiega anche, e rende comprensibile, se non accettabile la loro reazione di fronte al'. la morte dell'idealismo alternativo in California dopo il 1970: delusi dall'aver visto cadere nel nulla gli sforzi esal27
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