Muzak - anno II - n.05 - marzo 1974

GRATEFDUELAD movemenptacifismcoontroddizioni BIOGRAFIA e biblioteca essenziale Nel 1963, al Palo Alto Peace Center, Jerry Garda si unisce a Phil Lesh, Bob Weir, Bill Kreutzmann e Ron « Pig-Pen » McKernan, già vecchio amico di Jerry e con lui membro di un complessino di l;Jlue grass chiamato The Zodiacs. II nuovo gruppo prende il nome di Mother McCree's Uptown Jug Champions ed esegue del puro country acustico. Ma PigPen Ii spinge verso l'elettrificazione: con il nuovo nome di Warlocks il gruppo muove i primi passi verso l'acid rock. Di questo periodo esistono due dischi dal vivo registrati fortunosamente, « Hisloric » e « Vintage» (1965-66), usciti in Italia in un unico album doppio, che è il n. 13 della Pop History pubblicata dalla Phonogram. Subito dopo si unisce a loro il paroliere e poeta Robert Huntcr, vecchio amico di Garcia, che verso il 1965 Ii aveva spinti ad unirsi alla comune dei Merry Pranksters del poeta Ken Kesey, a La Ronda: qui vengono sperimentati gli allucinogeni e organizzati gli «acid test»: happening all'LSD musical-teat::ali, con l'abolizione di ogni barriera tra pubblico, attori e musicisti. Dopo la messa al bando degli allucinogeni, Kesey fugge in Messico e i Warlocks, dopo un intermezzo a Los Angeles alla corte dell'altro poeta allucinato Rugustus Stanley Owsley III (al quale Grace Slick dedicò «White rabbit»), si stabiliscono de~1itivamente a San Francisco nel 1966. Insieme ai Je.fferson Airplane essi divengono ben presto gli idoli di California e poi di tutta !'«altra» America. Nel 1967 esce il primo album ufficiale, «San Francisco's Grateful Dead » (il gruppo ha infatti nel frattempo assunto questa definitiva denominazione). Nei tre album seguenti: (« Anthem of the sun » ( 1968), « Aoxomoxoa (1969), «Live & Dead» (1970), il gruppo, con l'aggiunta di Mickey Hart e Tom Constanten, esplora l'acid rock e la sperimentazione elettronica. Nello stesso 1970, con la dipartita di Constanten, si ha la svolta (o il ritorno) verso il country a partire da «Workingman's dead », uscito in quell'anno. Seguono « American beauty» (1971) e «Dead Live» (1971). Garcia incide il suo primo album «solo», intitolato semplicemente «Garda» 26 (1971). Nel frattempo, Mickey Hart lascia il gruppo e fa uscire a sua volta un suo album, «Rolling Thunder» (1972). Lo esempio di Garcia e Hart è seguito a ruota da Bob Weir, ch'è! a sua volta fa uscire un album «solo», «Ace» (1972). Durante la primavera del '72, i Grateful Dead senza Hart, ma con l'agigunta di Keith e Donna Godchaux, partono per un lunghissimo tour europeo, i cui momenti più significativi vengono racchiusi nel triplo album live «Europe '72», che esce nello stesso anno. All'inizio del 1973 muore Pig-Pen di ulcera duodenale, e in suo onore il gruppo fa uscire «Bear's choice», contenente alcuni brani inediti registrati dal vivo intorno al 1970 con PigPen in primo piano. Sul finire del 1973, il gruppo fonda, sull'esempio delJa Grunt jeffersoniana, una propria etichetta, la Grateful Dead Records, per la quale, nello stesso anno esce l'ultimo LP, «Wake of the flood». Bootlegs: « Live in concert » (1971), « The Grateful Dead Live» (1972), «San Francisco» (1973). Bibliografia essenziale: «L'acid test al rinfresko elettriko» di Tom Wolfe (ed. Feltrinelli) - «The RolJing Stone Interview: Garcia» (ed. Rolling Stone» - «The Deod book: a socia! history of the Grateful Dead» di Hank Harison (ed. Links Books) - «The Jefferson Airplane & the San Francisco sound» di Ralph Gieason (ed. Ballantine Books). *** Come per i Jefferson Airplane, anche per i Grateful Dead un discorso sulla musica non può prescindere dalla parallela considerazione di tutto il contesto politico, sociale e «controculturale» che sta loro alle spalle. Ma poiché, in gran parte, questo «background» è sostanzialmente identico per entrambi i grupi, e quindi si co:-re il rischio di ripetersi inutilmente, rimando, per una più approfondita conoscenza de:1·atmosfera politico-culturale delle forze alternative in California, al saggio sugli Airplane uscito sul n. 3 della rivista. Ciò che invece è importante chiarire, affinché le ultime ambigue prese di posizione dei G.D. possano apparire più comprensibili, è invece la importante differenza che continua a inte::correre tra J.A. e G.D., pur nell'ambito del medesimo panorama alternativo: gli Airplane sono sempre stati un gruppo politicizzato, d'assalto; i Dead, contrariamente a quanto si crede comunemente, magari per scarsa informazione, sono stati fin dagli inizi un gruppo fondamentalmente apolitico. Rivoluzionari i primi, dunque, e rifo::misti i secondi, per voler semplicizzare fino in fondo la attitudine esistenziale dei due massimi gruppi del rock psichedelico di California. Intendiamoci, i Grateful Dead sono anch'essi un tipico, meraviglioso prodotto della cultura alternativa americana: le persecuzioni poliziesche, i periodici arresti effettuati nei loro confronti per «uso di sostanze stupefacenti», la loro immancabile presenza, fino a poco tempo fa, a tutti i concerti politici organizza ti dalle diverse forze del Movement, la loro fedeltà ai maggiori nuovi ideali portati avanti dalla rivoluzione freak scaturita dalla beat generation, tutti questi elementi sono chiaramente fuori discussione. Eppure i Dead, e Jerry Ga::- cia in particolare, hanno sempre (si badi bene: sempre) dichiarato di non essere d'accordo sulla rivoluzione violenta, ma di appoggiare invece una progressiva pacifica rivoluzione delle coscienze; di non essere d'accordo nel politicizzare la musica, ma di voler creare una musica che faccia gioire i corpi e le menti, una musica, cioè, di sensazioni, politica senza riferimenti diretti, ma soltanto perché può - deve - spingere spontaneamente ad una presa di coscienza. «Compagni di strada», dunque, ma con le debite distanze in merito alla prassi da attuare: i Grateful Dead si sono sempre compo::tati così, ed è ridicolo che qualche novellino della critica nostrana se ne accorga (e se ne scandalizzi) soltanto ora che questa posizione si è fatta talmente appariscente da risultare evidente anche ad un somaro. E' ridicolo rinnegare oggi i Dead, perché altrimenti si sarebbe dovuto rinnega::li fin dagli inizi; si può, invece, criticarli, ma sempre tenendo presente che deve trattarsi di critiche dall'interno, critiche, cioè, sulla metodologia ma non sulla ideologia, riguardo alla quale i Dead non cessano di restare nostri compagni. Qualcuno potrà obbiettare che, pe::ò, anche la stessa musica del gruppo è clamorosamente decaduta, dai vertici sublimi mantenuti fino al terzultimo album, il doppio «Dead Live», alle terrificanti canzoncine dell'ultimo «Wake of the flood», che ci presenta una musica odorosa di busi• ness, di fiati e coretti compiacenti, di «voglia di hit-parade», in ultima analisi. Ma anche qui, si tratta di un processo che non data esclusiva• mente da oggi: quando, nel 1970, dopo lo splendido doppio «Live & Dead», forse l'opera più alta in assoluto del gruppo, che celebrava e •glo- ::ificava per l'ultima volta l'atmosfera elettrica degli acid test, dei free concert, di tutta l'epoca d'oro di San Francisco ormai morta per sempre (vedi il già citato precedente articolo sui J.A.), i Grateful Dead se ne uscirono con «Workingman's dead», ebbene. si può dire che il processo che av::ebbe portato all'ignominia di «Wake of the flood» era già cominciato da quel momento. «Workingman's dead», e il successivo «American beauty», non sono affatto dei brutti album, tutt'altro: eppure in essi si assisteva a un sostanziale rimescolamento delle carte in tavola. II gruppo tornava improvvisamente ai vecchi amori, al country-rock semplice e cristallino, ai mezzi toni, alle atmosfere acustiche, sussurrate: il rock violento, psichedelico, degli acid test, l'assalto frontale alla dilatazione delle coscienze, l'incomunicabilità di una forza «diversa», che tiene a mantenere le debite distanze col mondo della tradizione e dell'ordine borghese, e che, anzi, è felice di provocare tale mondo e di farsi respingere da esso, tutte queste cose sono finite per semp::e. Da «Warkingman's dead» in poi, i Grateful saranno, musicalmente, un complesso tipicamente «americano», se capite cosa voglio dire. Un nuovo soprassalto di autentica grandezza, dopo «American beauty» (un titolo, considerando i nuovi intendimenti artistici del gruppo, meno ironico e più realistico di quanto non possa sembrare in apparenza), si ha con il già citato «Dead Live», un g::andissimo album, cui la di-

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