Muzak - anno II - n.05 - marzo 1974

Le matrici stilistiche Verso gli anni '70 il jazz fece il suo ingresso trionfale nelle matrici del rock: dapprima come denominatore comune all'improvvisazione strumentale che si andava diffondendo, Cream, e nelle sue forme più facilmente appariscenti, brass-band americane tipo Chicago o BST; il vasto consenso raggiunto da queste forme fu accolto come un invito da tutta una vasta frangia di giovani musicisti jazz inglesi, che da tempo ricercavano formule nuove, a dirigire i propri obbiettivi verso il rock. Così in uno spazio di tempo relativamente breve nomi come Ian Carr, John Surman, Micke Westbroock, Keith Tippett, Elton Dean a cui vanno aggiunti i Soft Machine, i Matching Mole e altri provenienti da esperienze rockeggianti, divennero sinonimo di musica d'avanguardia; e con loro divenne simbolo della musica del futuro il free-jazz che, forse anche davanti all'esempio di un Miles Davis convertito a certe formule del rock. era in effetti la musica praticata da quasi tutti questi musicisti. Ma il free in fondo era una musica ormai inventata da anni, che sia pur nella sua estrinseca validità, non poteva sostenere più il ruolo di punta di diamante del modernismo sonoro. Lentamente la coscienza di ciò si è venuta diffondendo tra uno stuolo sempre maggiore di artisti: oggi il free non basta più e già si viene delineando una nuova impostazione musicale che, pur se traendo le proprie fonti dall'elettronica, dalla musica seria, dal rock e dal jazz stesso, rivela una notevole autenticità capace di annullare i possibili scompensi, frutto di una mentalità inedita e particolarmente adatta a innestarsi nel mondo contemporaneo. Così accanto agli stessi Soft Machine, a Zappa, a Tippet si sono venuti affiancando i nuovi maestri di questa mu18 SUNTREADER sica «totale», i Riley, Hansson, Beaver & Krause, Powell. E parallelamente si è andato sviluppando un fenomeno parallelo a quello che accadde anni fa per il jazz; questa volta sono stati i diplomati nei conservatori più avanzati, i giovani compositori ed esecutori di musica contemporanea, i neo ingegneri elettronici a rinverdire le file della musica rock. Il caso più appariscente di questo fenomeno è stato quello di Stomu Yamash'ta, giovanissimo musicistacompositore nipponico, che accompagnato dalla fama di essere il migliore percussionista classico vivente oggi nel mondo, non ha esitato ad aggiungere alle sue matrici classiche e popolari giapponesi anche il rock, e che recentemente ha formato in compagnia dell'ex Soft Machine Hugh Hopper un promettente gruppo, gli East Wind. Proprio di Yamash'ta, i Suntreader so, no i rampolli ideali: provenienti da esperienze vicine al contemporaneo, sono i primi discepoli di una musicalità che accoglie attorno a questa influenza il jazz, il rock e talune reminescenze orientaleggianti. Dai Come To The Edge ai Suntreader La storia dei Suntrcader ha inizio al festival di musica contemporanea di Aldeburg dove Morris Pert, il perno intorno al quale ruota la storia del gruppo, incontra per la prima volta Stomu; è un'incontro di idee fertili e audaci che si tramuta quasi subito in un improvvisato, ammiratissimo duo percussionistico: da questa esperienza Morris forma un gruppo che, animato dalla voglia di viaggiare sulle frontiere del classico, rock e jazz trova appropriata denominazione dal poema di Cristopher Logue, «Come to the Edge ». Del complesso fanno parte, oltre a Pert aJle percussioni, il keyboardman Andrew PoweJI, musicista con una profonda preparazione classica alle spalle che lo vede passare con naturalezza da Stockhausen a Riley, e sopratutto chitarrista preferì to per le esecuzioni della musica di Michael Tippett, il compositore moderno inglese forse più moderno e creativo, e il keyboardman Robin Thompson, allievo di Cardew e Berkely. I Suntreader incidono un album decisamente molto valido con lo stesso Yamash'ta, Floating Music e dopo un anno di vita si sciolgono. Rinasceranno non molto dopo sempre sotto la guida di Pert e con il nuovo nome di Suntreader. Ancora una volta Yamash'ta è decisivo per l'evoluzione del complesso in quanto i tre elementi, Pert, il pianista Peter Robinson e il bassista Alyn Ross si conoscono suonando nel suo Red Buddah Theatre: questa formazione registra nel Febbraio del '73 l'album Zin-Zin; l'ultimo mutamento avviene quest'estate quando Ross viene sostituito con Neville Whitehead.

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