Muzak - anno II - n.05 - marzo 1974

capire che state parlando di impegno anche politico, che deve coesistere all'impegno creativo, allora l'underground non è morto?! Angelo Quaurocchi ANDO: L'underground regf!C questo è chiaro, anche se Anna Di Biagio e Dario Salvatori in altre forme e sotto altri mondi, ma una cosa è cer•::i deve impegnarsi, andare oltre l'underground la parola d'or• dine è infiltrazione, ma co;i gli scopi e i modi che ci hannon caratterizzato fino ad ora. (A curo di Eman11ela Moro/i e Anna di Biagio) NON LIMITIAMO IL DIBATTITO AGLI SPECIALISTI Questa tavola rotonda è nata da un'idea di Eman11ela Moro/i che Muzak ha volentieri deciso di p11hblicare. Resta il fatto che le posizioni che vi sono espresse non rispecchiano necessariamente q11elle del collettivo di M11zak e (ne siamo certi) nemmeno completamente quelle dei lettori. Per q11esta ragione vorremmo che i lettori di Muzak, il collettivo e qua11ti sono interessati all'argomento dicessero la loro. Per conto no.<rro ci limitiamo a fare qualche domanda agli intervenuti, riservandoci 1111 intervento (o più interventi) su 11110dei prossimi numeri. Crediamo che in q11esto modo Muzak possa assolvere in pieno la sua funzio11e di 1110111e 1 to di confronto e di sintesi delle posizioni che si svil11ppa110 al di dentro e al di f11ori del movimento, e co1111111quen gli ambienti m11sicali. Ad Angelo Qual/rocchi, per cominciare, vorremmo chiedere se 11011pensa, 11onosta11tele affermazioni di principio, di essere ormai caduto da tempo dal carro della storia e di vagare per 11topie di sapore qualunquista e amerikano predicando n11ovi modi di far politica che poi di fatto diventano modi di 11011farla (il s110 111ovimento hippy-elettorale 11011era secondo noi w1'idea pazza, era 11n'idea reazionaria). A Dario Salvatori 1•orre1111110,se11zapolemica, far presente che le sue preoccupazioni sulla censura dovrebbe girarle ad altri direttori e a se stesso, così geloso della propria libertà da attaccare altri giornalisti senza dargli il dirilfo di replica. E vorremmo a11che che ci spiegasse, molto più seriamente, se 11011pensa che ci sia contraddizione fra l'essere uno che « ha sempre vissuto l'underground dall'interno» ed essere uno « specializzato », uno che scrive 11nicamente di jazz, e nemmeno del jazz più avanzato. A Raffaele Cascane, con polemica, chi diamo solo se in TV gli cambiano o meno qualche virgola. E, sempre per parlare seriamente, se crede che la TV (oggi come oggi e ne/l'immediato futuro) lasci spazio per un discorso diverso sulla 11111sicae la cultura underground ( diverso da quello di Pop-off e Under 20) e, nel caso, perché egli rimm1ga in TV se questi spazi ncn sono garantiti o possibili. Alan Sorrenti, per finire le domanda personali, ci dovrebbe dire che senso ha parlare male delle Onne e poi farci la tournée insieme e, allo stesso tempo, cosa voglia dire essere nella cultura underground e fare il professionista in questo ambito. Non ti viene il dubbio che ci sia una contraddizione? Infine a tutti gli intervenuti (o a quasi tutti) vorremmo chiedere (e su questo aprire il dibattito con i lettori) se non pensano che l'underground sia un fenomeno storicosociale-culturale-politico non da mitizzare e vil'ere rloll'interno in modo affettivo, ma da analizzare un po' seriamente, per quanto i risultati possano essere diversi e ci si possa rendere conio che è ora di marciare, come dice Nane/o, 01/re 1'11nderground. Il collettivo redazionak~ 11

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