Muzak - anno II - n.05 - marzo 1974

La scena è cambiata, su questo non ci piove. Niente più concerti da delirio, niente più quartieri generali-village dei freaks a/l'interno delle grandi città italiane, niente più fascette sulla fronte come i pellerossa di 100 anni fa, niente più stracModeratore EMANUELA MOROLI: 30 anni. Ha vissuto in maniera CO).Tipleta l'esperienza della stampa per giovani dal pionieristico BIG al Ciao 2001 prima maniera, avendo sempi:e lavorato in queste redazioni. Attualmente è passata a trattare gli stessi temi sul- •la terza pagina del quotidiano « Paese Sera ». Nel '70 ha fatto un impegnativo tuffo nella stampa underground quando ha ideato e diretto insieme ad un collettivo di amici Controcampo, quindicinale di informazione alternativa. La sua conoscenza dell'underground è la conoscenza di una persona che l'ha vissuto dall'interno, attrav~,rsandone tutti gli stadi e le esperienze, anche se non si è mai dimenticata di farseriè, prima di ogni altra cosa, cronista attenta. Partecipanti RAFFAELE CASCONE: 27 anni. Se c'è uno che nell'underground ha creduto fin nelle viscere questo è lui. Vissuto a Londra è tornato in Italia con un bagaglio culturale e umano stupendo. Oggi fa il disch-jokey alla RAI TV in trasmisisoni come under 20 e Pop off. E' certamente l'unico personaggio valido e autentico fra i disch-jokey della RAI. • NANDO: 19 anni. Seconda genérazione underground. Vive, si nutre di musica e poiché la· « assorbe» dall'interno ne capisce molto di più di tanti critici togati che l'underground l'hanno visto in cartolina. 8 ci colorati, campanellini tintinnanti ai piedi, niente piÌ;I sit-in per la strada, dimostrazioni-provocazioni, happening improvvisi, niente più J. Hendrix & C. Che ne è stato di tutto questo? Che ne è stato di noi che lo abbiamo vissuto dalPRESENTAZIONI ANNA DI BIAGIO: 26 anni. Redattrice della redazione autonoma Campus. Tra New York e Roma ha sempre vissuto nell'occhio del ciclone del Movimento. Parla poco e agisce molto, dando costantemente a tutti esemplari lezioni di coerenza comportamentale. DARIO SALVATORI: 23 anni. Critico musicale, autore del libro recentemente uscito «Contro l'industria del rock». E' uno dei pochissimi critici a non usare la toga, a vivere nei posti giusti e ad amare profondamente le cose di cui parla. Non è mai uscito dall'Italia e ci tiene a precisarlo, ma quanto di underground c'è stato in Italia, questo è passato tutto sotto gli occhi di Dario. ALBERTO GASPARRI: 30 anni. Pittore, l'underground si sa non è solo musica. In Italia ha sempre abitato a Trastevere, unico greenwich village italiano sopravvissuto a tutte le repressioni del Sistema. Negli Stati Uniti ha abitato un po' ai Bronk un po' al Greenwich. Il Movimento lui l'ha vissuto fin dalle prime battute. E' un Grande Ospite, la sua casa infatti è sempre stata il più piacevole dei riferimenti e dei rifugi per tutto l'underground romano. TERRY: 27 anni. Ha sempre frequentato l'ambiente musicale specialmente in questi ultimi anni in cui ha costantemente seguito nelle sue tournèe, Claudio Rocchi. Terry è una delle poche persone che sceglie ancora di vestirsi in una certa maniera, di pensare in una certa maniera e chefine hnfotto 1 1 undergroun l'interno? Dove è andato a nascondersi o a trasformarsi o ad evolversi o a morire quel cumulo di esperienze, modi di vivere, vibrazioni, creatività, dissenso, provocazioni, rifiuti, suoni che per tutti gli anni '60 hanno costituito l'underground? di avere una fede incrollabile nel futuro dell'underground. ANGELO QUATTROCCHI: 30 anni. Un personaggio difficile da liquidare in poche righe. E' il teorico, lo storico, il pazzo e per molti aspetti l'attivista del Movimento. Avendo vissuto l'esperienza underground quasi completamente a Londra accanto a grossi big come J. Rubin, ha una visione del problema piuttosto diversa da quella che è la visione e l'atteggiamento dell'underground italiano. Lo dimostra il fatto che durante le ultime elezioni Angelo ha creato il « partito hippy » un'idea, ne sono certa, che poteva venire solo a lui. ALAN SORRENTI: 23 anni. Lo conoscono tutti, fa dischi che si chiamano: Aria, come un vecchio incensiere ..., e crea concerti a volte veramente bellissimi. Quasi sicuramente è uno dei pochi in Italia che in questo momento sta operando una personale e autentica ricerca musicale e non una ennesima scopiazzatura. Voce fuori campo SERGIO MARCHETTI: 35 anni. Ex direttore di Ciao 2001 non ha mai vissuto l'esperienza underground, ma l'ha seguita sempre con interesse e simpatia. E' intervenuto solo per sapere da noi «addetti ai lavori » se veramente potevamo dirgli che fine ha fatto l'underground. I suoi peroiò non sono interventi, ma domande. Per Lrovare u11a risposta a questa che oggi è una domanda che preme, ho riunito intorno a un tavolo alcuni di quelli fra i miei amici che ritengo abbiano vissuto l'esperienza dell'underground, anche se in ,,osti e modi diversi, in maniera totale. DIBATTITO RAFFAELE CASCONE: prima di cominciare vorrei che fossimo tutti d'accordo nel chiedere al direttore di Muzak, di non cambiare neanche una virgola di quanto stiamo per dire, questo mi sembra importante ... CORO: giusto, giusto è importante! EMANUELA: Va bene, èuando porto il pezzo a Pintor glielo dico chiaro e tondo. Comunque incominciamo. Il tema, lo sapete è: che fine ha fatto l'underground? NANDO: Underground, underground, dove sei? DARIO: Dai, piantiamola, che l'argomento è importante. Io direi che al contrario di quello che succedeva negli anni '60 in cui si adottava il sistema del rifiuto totale, ora si verifica un vasto fenomeno di infiltrazione nei meccanismi del Sistema. MARCHETTI: C'è stato Pasolini che in un recente dibattito in TV ha detto che l'underground è un movimento estremamente borghese. Voi cosa ne pensate? ANGELO: Prrrr. Prrrrr. ALBERTO: Forse vale la pena di chiarire meglio il perché del nostro disacordo. Essere borghese significa anche essere sottomesso alla cultura borghese, cosa che Pasolini fa puntualmente, tanto che non ne è solo parte integrante, ma anche illustre rappresentante. La cultura underground invece si basa su canoni e parametri del tutto cji. versi, proprio per definizinne è fuori o sotto se preforisci, comunque lontana dal Sistema borghese. Il punto non è di stabilire se è borgl;iese o meno, ma piuttosto •.:iuve sta andando, quanto valore ha ancora. Ed è solo la gente come noi che è stata sulla strada per tanti anni e ha

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