sta tesse i contrasti, le aperture e le sorprese di questo Cappel l'O Magico; gli strumenti assumono tutti un'ariosità, una soffice timbrica del tutto caratteristica. Dal flauto simbolo gioioso e inedito, da chitarre elettriche tirate e tiranne a quelle acustiche abbandonate alla fantasia, dall'organo meditativo a sintetizzatori, mellotron e sassofoni, grandiosi e goticheggianti: ogni voce trova •il suo S'imbolo, il suo significato, la sua parte in questo teatro incantato del suono. COPPERHEAD Copperhead (Columbia) M. F. E' finalmente uscito da qualche mese in America il tanto atteso primo album dei Copperhead. La storia di questo gruppo è piuttosto travagliata. e vedrò quindi di riassumerla in breve. Come si sa. Copperhead è il nuovo gruppo del grande chitarrista westcoastiano John Cipollina, ex Ouicksilver Messenger Sevice. I Ouicksilver sono stati uno dei più grandi gruppi californiani della prima ora (a loro si devon-o due indimenticabili gemme come « Happy Trails » e • Shady Groove »). ma negli ultimi anni, soprattutto in seguito all'inserimento del « vocalist• Dino Valenti, si erano andate creando delle aspre divergenze all'interno del gruppo in materia di leadership, che vi. clero contrapposti Valenti e G-ary Dunan contro Cipollina e il pianista inglese Nicky Hopkins, i Ouicksilver sono entrati in un periodo di decadimento arNstico che dura tuttora, e che ha portato, poc-o tempo fa, all'allontanamento di un altro membro originario della formazione, e cioè quel David Freiberg passato ora con i Jefferson Airplane. Cipollina e Hopkins, con altri tre elementi, fondarono i Copperhead e registrarono gran par. te del primo album. Ma all'ultimo momento, Hopkins dovette tornarsene in Inghilterra per impegni inderogabili contratti in precedenza, e così i Copperhead furono costretti a rimaneggiare la formazione e a registrare nuovamente l'album con i nuovi elementi. Oggi il disc-o è finalmente uscito (per l'esattezza quattro o cinque mesi fa): strutturalmente ricorda ben poco delle incantate atmosfere dei Ouicksilver, e questo in favore di una aggressività, di una viscoralità assolutamente particolari: un rockblues apocalittico che supera le fatiscenze tipiche dell'hard rock attraverso un recupero di gioia sanguigna nel fare musica. di una rabbia mai fine a sé stessa ma che nasce dai precordi dell'anima. Eccezionale, pregno di impetuosità tutta « latina », spesso spagnoleggiante. la chitarra impazzita di Cipollina; trascinanti e ruvide le atmosfere corali. Raccomando però di ascoltare questo disco, per godere in pienezza. senza pensare al glorioso passato di Cipollina con i Ouicksilver: in effetti si tratta di due periodi diversi, che vanno presi ognuno come espressione diretta di uno stato di animo mutevole, irrequieto. creativo. M. I. BACK DOOR Back Door (Blatey - WB) Vi ricordate del caro vecchio triangolo da cui scaturirono tanti diabolici hard-rock. delirio e tortura per tanti giovani appassionati musicali? Bene eccoci nuovamente di fronte ad un triangolo, solo che al posto della chitarra abbiamo un sassofono, al posto del rock probabilmente il jazz. li gruppo in questione sono i Back Door, un complesso del tutto inedito che ci viene dalle parti sottosviluppate del n·ord della Scozia, dove la pastorizia è ancora la risorsa principale e dove vento e neve tengono gli -abitanti locali racchiusi a lungo nelle case; Colin Hodgkinson, bassista, Ron Aspery, flautista e sassofonista, Tony Hicks, batteria. passavano le l'Oro giornate suonando in un locale caratteristico, il Lion lnn, che Brian Jones possedeva a Blakey Ridge nello Yorkshire. Da questa esperienza ne è nato un gruppo che, oltre per la far. mazione di per se originale, è degno di nota per l'incontro che in esso avviene tra un jazz raffinat·o e involuto e lo spirito focoso dei montanari scozzesi: il risultato è una musica che si ispira formalmente a Charlie Parker o ad Omette Coleman, ma che possiede il vigore e la forza comunicativa dei Cream. I tre musicisti sono eccellenti, da Aspery che è un sassofonista mobile e flu·ido, dalla discorsività chiara e limpida come p-och•i,a Hodkinson un bassista a cui i termini " basso solista » e « basso ·ritmico » si adattan"O perfett·amente, teso com'è a ricoprire più vuoti e ruoli possibili, sfruttando in pieno tutte le possibilità che una formazione a tre soli elementi oli può concedere. Il disco è diviso in un nugolo di titoli brevi e sintetici, di stati d'animo espressi in maniera efficace specialmente dai sax e dai flauti: tutto ciò non solo arricchisce la materia ·auditiva ma evita anche il minimo accenno di noia in cui una formazione troppo limitata come quella dei Back Door potrebbe facilmente cadere; rimane così l'esplicita promessa che questi tre raqazzi possano in un fu. turo molto vicino divenire veramente qualcuno. M. F. TODD RUNDGREN A wizard, a true star (Bearsville) Non mi stancherò mai di parlare di Todd Rundgren, un artista meraviglioso quanto ancora sconosciuto che, partito dalla polvere malata dei 1:J.assifondidi Filadelfia e di New York, è sicuramente destinato ad esplodere in tutto il mondo come il santone allucinato degli anni Ot. tanta: quello che fu Bob Dylan nel 1965, quello che fu Frank ZaPoa nel 1969, quello che è un po' ambiguamente oggi David Bowie. E' vero, Todd Rundgren ha anche prodotto un disco disperato e "da battaglia» come il primo LP delle New York Dolls. Ma Todd Rundgren è anche autore e titolare di dischi bellissimi incisi per suo conto (quattro, per la cronaca: « Runt ». « The ballad of Todd Rundgren », il doppio « Something/Anything • e quest'ultimo • A wizard, a true star»}. La schizofrenia è la caratteristica principale di questo disco denso di umori ribollenti: mondi sonori abbozzati e gettati nel vento, grida di angoscia o r•isate stridenti che si affollano concitatamente, che si accavallano convulsamente e scompaiono negli abissi del nulla. La prima facciata romprende una lunga suite • lnternational feel •, suddivisa in svariatissimi movimenti, ricchi di violenza, di paranoia. di acre poe~ia. Todd Rundgren sembra incarnare l'eredità delle grandi figure del cinema espressionista tedesco, mentre manierismi e reminiscenze germaniche affiorano 55
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