Muzak - anno I - n.03 - dicembre 1973

offerta dagli Amer•icani, ad esempio, •in un ·senso più istrionico e molto abilmente rimaneggiato. Dalle ballate acustiche e cariche di suoni di arITTùnica, che oi riportano immediatamente nel clima assolato, poetico e crudele di un mitico Far-West; dai brei travolgenN riffs di banjos e mandolini; dai brani tesi e incantati contrappuntati dal pianoforte; dai tipici pezzi • duri • e aggress•ivi nella tradizione dei Buffalo Spring~ield o dei Poco: questo belliss·imo disco contiene tutti questi umori, che Don Henley, Glen Frey, Randy Meisner e Bernie Leadon ci dispiegano con una bravura e una organicità senza pari, e •semmai si ha il solo r-impianto, in qualche caso, che i brani finiscano troppo ,presto. Segnalo soprattutto • Tequila sunrise •, • Certain kind of fool • e le affascinanti ballate • Doolin Dalten • e • Desperado •, riprese nella seconda facciata. Il disco è registrato ,per la Asylum, una nuova etichetta fondata da David Geffen, che si ,propone come scopo principale l'unione e il potenziamento di tutti i migliori artisti country americani, più o meno conosciuti che siano. 'Per la Asylum è uscito tempo fa il bel disco dei Byrds riuniti nella formazione o, :ginaria; e la Asylum ha sotto contratto artisti del calibro di Joni Mitchell, Jackson Browne, Linda Rondstadt: l'inizi·ativa è, come si vede, bella e genuina: sper-iamo che possa sempre nel futuro mantenersi tale . PERIGEO Abbiamo Tutti un Blues Da Piangere (RCA) M. I. Mi ricordo di Tommaso, D'Andrea e Biriaco ad una tavola rotonda organizzata due anni fa per parlare dei rapporti intercorrenti tra jazz e pop: musicisti aperti e sinceri ma che non -riuscivano a trovare il giusto punto di contatto. Ora tutto quel discorso sembra arcaico e lontano, ora che il jazz e il rock si praticano proficuamente a vicenda, ora che quei tre musicisti sono divenuti ,il Perigeo e che ,il Perigeo stesso ha superato iI jazz scoprendo nuovi e validissimi sistemi di espressione sonora. Proprio questo superamento del jazz, anche se nell'improvvisazione e in certi episodi esso vive nella sua dimensione più completa, mi sembra il risultato maggiore che potessimo aspettarci da un nucleo di musicisti che conoscevamo già come i più preparati nel panorama nazionale. L'espressionismo si fa qui totale dimensione musicale, svisceramento di schemi e teorie di- .versi, ma ora liberi di coesistere e armonizzare in una libertà espressiva genuina e originale; se •infatti tra i solchi dell'·album possono apparire espliciti alcuni r-iferimenti, McLaughlin e Soft Machine, non ·siamo certo di fronte ad assurdi inseguimenti stilistici, bensì davanti alla attenzione con cui il Per-igeoporta verso certi stili, alla prova che certe matrici sono veramente univers·ali. Dell'album, che personalmente mi ha abbondantemente convinto, non vorrei aggiungere altro: rischierei di parlarmi addosso, giacché si tratta di una musica che più che descritta andrebbe ascoltata e vissuta. Rimane l'incognita del pubblico, forse in non tutti i suoi strati pronto a certe •iniziative; ma ho notato che durante i festival e!Stivi il Perigeo. grazie anche all'abbondante comunicativa, ha sempre riscosso uraqani di applausi: forse se abbiamo tutti un blues d-3 pianqere, abbiamo anche un Perigeo da scoorire. M. F. I FAUST Faust IV (Virgin Records) Lo straripante successo ottenuto in nuesti ultimi mesi dai dischi dei Faust credo sia dovuto principalmente al bassissimo costo a cui tali dischi erano posti in vendita: poco più di mille lire. Dico ciò non certo per malignità, né tantomeno considerando che veramente al giorno d'oggi il prezzo delle copertine incide sui dischi, le due ultime cover dei Faust sono veramente misere, qll'anto perché credo poco in un successo autentico di un gruppo enigmatico come questi Faust . Sappiamo bene quale sia una delle caratteristiche dell'artista tedesco: portare le proprie teorie fino all'eccesso, giungendo dal razionalismo più rigoroso, spesso, all''irrazionalismo più •assoluto. Come Nietzsche formulò la tanto esecrabile teoria del • Superuomo •, così i Faust, pro'.Jtipo del complesso tedesco tic,o, hanno creato la loro teoria de! Supersuono: attraverso quattro album, Faust, Tapes e So Far, essi hanno sviluooato questo loro credo con coerenza e un notevole soir·ito innovativo, appoçiqi·ando la loro strategia musicale sul procedere mo- . notono e osses·ivo di sonorità cupe e ricercate, per lo più elettroniche, liberando poi con piccole e sofferte variazioni tematiche, psicologicamente, l'ascoltatore. Una teoria che parte da considerazioni •interessanti ma che difficilmente porta a una netra separazione tra l'artista convinto e l'impostore: è il caso deqli Hawkwind, gruppo inglese di matrice tedesca, che dopo aver •incantato un po' tutti stanno oggi dimostrando la loro misera povertà tecnico-inventiva. I Faust al contrario presentano dei lati degni di un certo interesse ·animati e sconvolti come sono nei due recenti album, So Far e IV, Tapes infatti nasce da dai vecchi nastri, dal crescente dilemma musica descrittiva-musica cerebrale. Mi immag-ino infatti la perplessità di taluni davanti a certi ritmi decis·amente Punky, a certi brani, come The Sad Skinhead che si direbbe partorito quas-i dal Bowie-Ziggy, che serpeggiano in questo recente album; ma mi immagino altresì gli sforzi di ,alcuni altri per penetrare in fondo a certi suoni, a certe progressioni quanto mai involute ed ermetiche: ~ erò, tutto sommato, credo propr•io che in questa diarchia tra pittorico e cervellotico, ,in questa serie di sorprese s.:>nore, ,i Faust acquisiscano oggi -il loro maggiore fascino, il motivo di essere seguiti con crescente interesse. Che la loro musioa non possa essere • potabile• per tutti è un dato di fatto, ma credo che certe visioni fantastiche, certe inedite s0luzioni fonetiche, possano coinvolgere in futuro un numero crescente di gruppi. Peccato soltanto che la musica di questi ragazzi tedeschi rispecchi sempre atmosfere così cupe, chiuse, oppressive, veramente diaboliche senza mai dare quegli spazi di luce e serenità che spesso sono richiesti dalla nostra fantasia e anche dalle nostre cortesie cerebrali. Con esse i Faust raggiungerebbero dei vertici veramente invidiabili; ma forse ciò, alla luce •di questa continua ricerca, a loro non •interessa: si contentano di essere il miglior gruppo della Germania, sperando che non ci deludano come quegli Amon Duul, tanto bravini in sala di registrazione, ma poi dal vivo • autentici cani bastardi. ART GARFUNKEL Angel clare (CBS) M. F. In seguito alla sc1ss1one del ce. lebre duo amerioano di folk49

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